Capitolo 5

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Fu Ambra a separarsi per prima dal bacio. Si guardò intorno. Jurgen aveva già fatto il salto al ricordo precedente. Non riuscì a capire in che luogo si trovassero. Una nebbia fitta li avvolgeva, dalla testa ai piedi. Alle spalle di Jurgen e alla sua destra l'ambiente era vuoto e stranamente buio, come se al ricordo mancassero dei frammenti.

«Dove siamo? Che sta succedendo?»

Maleigha apparve all'improvviso alla sua sinistra. Camminava accanto ad un ragazzo. Ad ogni passo scomparivano per un istante, e riapparivano pochi metri dopo, o pochi metri prima.

«Jurgen, che cos'ha questo ricordo che non va?»

«Non lo so. Non mi era mai successo prima.» ammise lui.

Si avvicinarono quanto bastava per sentirli parlare. Anche le loro voci erano ovattate e distorte e si interrompevano di continuo.

«Mi dispiace, non posso.» stava dicendo Maleigha. «È troppo presto per me, non me la sento ancora. Mi capisci, vero?»

«Sì, lo capisco.» rispose il ragazzo.

«Ti prego, non prenderla sul personale. Non sei tu il problema. Sono io.»

«Non fa niente, Maleigha. Lo accetto. Aspetterò che tu sia pronta, non ho niente da perdere.»

Il ragazzo sparì, e lei rimase immobile, a fissare un punto nel vuoto.

«Ci siamo, il ricordo cardine è vicino.» dedusse Ambra. «Non è riuscita nemmeno a cominciare una nuova relazione, perché non si sente pronta. L'evento traumatico deve essere avvenuto da poche settimane.»

«Sì, concordo.»

«È il momento. Il prossimo ricordo sarà quello giusto.»

Jurgen prese la pietra e chiuse gli occhi, come al solito. Dopo qualche secondo li riaprì. Non era successo niente.

«Che ti prende?»

«Non ci riesco. A tornare più indietro di così.»

«Perché?»

«È strano. È come se Stone Heart mi respingesse. Credo che non voglia che io lo faccia.»

«Ma che stai dicendo? Non era mai successa prima una cosa del genere.»

«Lo so.»

«La pietra non fa tutto quello che vuoi?»

«Infatti è così. Stavolta però è diverso. Qualcosa non funziona.»

«Beh, riprovaci.»

«No, è inutile. Finiamola qui.»

«Scusami?» chiese Ambra incredula. «Ti vuoi arrendere?»

«Questa cosa mi spaventa, Ambra. Non mi sono mai sentito respinto da Stone Heart. Temo che se insistessi potrebbe accadere qualcosa di brutto.»

«E cosa diremo a Maleigha? Come le spiegheremo che ci siamo arresi?»

«Le diremo che la sua mente ci ha bloccato l'accesso ai ricordi più remoti e che non possiamo risolvere il suo caso.»

«Tutto qui?»

«Non c'è altro che possiamo fare.»

«Credevo che a questo caso ci tenessi.»

«E infatti ci tengo, Ambra. Ma questo va oltre le mie possibilità.»

«Aspetta, proviamo a ragionare. Magari c'è un'altra soluzione, magari non è necessario tornare ancora indietro. Riproviamo con l'ultima relazione, quella a 945 giorni.»

«Sarebbe inutile, abbiamo già tentato. Mi dispiace, io esco.»

La figura di Jurgen cominciò a farsi più sbiadita.

«Aspetta, Jurgen! Non puoi arrenderti!»

Ambra si trovò solo prima di finire di parlare. Un istante dopo si sentì strattonare con forza verso l'alto.

Quella notte.

Ambra si sedette di fronte alla finestra. Da quel palazzo si vedeva soltanto una distesa opprimente di abitazioni, disposte con foga e irruenza su quella che un tempo era una regione ricca di laghi e fiumi. Erano così tante da non poterne vedere la fine. Jurgen aveva proposto ad Ambra di trasferirsi lì, lontano dalla vita monotona e spenta dei Grandi Grattacieli.

Si voltò verso l'interno della stanza. La madre di Maleigha aveva insistito perché si fermassero a dormire a casa loro, nella vecchia camera da letto della sorella. Jurgen giocava con il cellulare, sdraiato a pancia in giù. Sembrava che non gli importasse granché del loro fallimento. Scoprì di detestare la sua apparente freddezza.

«Non riesco proprio a capire.» sbottò. «Stava andando tutto così bene, perché la pietra ti si è rivoltata contro?»

«Soltanto Maleigha può aiutarci a scavare più a fondo nel suo passato.» rispose lui.

«Hai già parlato con lei?»

«Non ancora. Adesso sta dormendo, lo faremo domattina. Tu intanto riposa un po'. Ne avremo bisogno.»

«D'accordo. Non parlare con lei senza di me, eh.»

«Certo che no.»

Il mattino dopo.

Ambra si svegliò quando la luce fastidiosa del Sole le colpì le palpebre. Jurgen non era accanto a lei. Si vestì ed entrò timidamente in cucina.

«Buongiorno, cara.» disse la madre.

«Buongiorno. Dove sono Jurgen e Maleigha?»

«Sono appena usciti.»

«Dove sono andati?»

«Maleigha a quest'ora va al parco, a correre. Jurgen invece non ha detto dove andava. Quel ragazzo è sempre stato introverso.»

«È sempre stato, ha detto?»

«Sì, è così. Vuoi che ti prepari un thè?»

«No, grazie, vado a cercare Maleigha. Ho bisogno di parlarle.»

«Come preferisci. Tornate pure per pranzo, saremo felici di avervi ancora qui.»

«Lo faremo, grazie mille.»

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