Capitolo 4

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Una musica assordante investì Ambra, facendola sussultare. Non era mai capitata prima in un ambiente rumoroso all'interno di un ricordo. Si guardò intorno. Erano circondati da persone che ballavano, con in testa un visore di realtà virtuale. Ridevano, urlavano, facevano scivolare le mani e le labbra sui corpi altrui, senza sapere chi stessero toccando. Fasci di luce bianca illuminavano le pareti, dove venivano proiettati paesaggi naturali risalenti al passato della civiltà umana. Ambra aveva sentito molto parlare di quelle serate, ma non ne aveva mai vista una dal vivo. Vide con sollievo che Jurgen era a disagio quanto lei.

«Eccola.» disse lui. «Laggiù. Sta salendo le scale.»

Seguirono Maleigha tra la folla, fino al piano di sopra, in un piccolo sgabuzzino. Quando arrivarono stava parlando con un ragazzo. L'incontro finì esattamente come quello sul tetto.

«È assurdo.» disse Ambra. «Ha interrotto una relazione che stava andando bene senza un motivo. Non riesco a capire.»

«Nemmeno io. Stone Heart dice che sono stati insieme due anni.»

«Puoi tornare al loro primo avversario?»

«Credo di sì.»

Ambra si sentì strattonare con forza verso l'alto, e chiuse istintivamente gli occhi. Quando li riaprì scoprì di non essersi mossa di un millimetro.

«Eccoci. È questo il momento.»

«Siamo ancora qui? È la stessa stanza di prima.»

«Che ne so, è qui che mi ha portato la pietra.»

Un istante dopo Maleigha comparve insieme al ragazzo. Raggiunsero un angolo della stanza e si baciarono, intensamente, a lungo.

«Jurgen, guardala bene. Sono felici, eppure c'è qualcosa che non va in lei. Ha uno sguardo malinconico.»

«Andiamo qualche minuto avanti.» suggerì Jurgen.

Maleigha era ancora nella stanza, ma il ragazzo era sparito. Guardava il suo riflesso in uno specchio. Prese dalla borsa un piccolo oggetto luccicante. Era una coccarda decorata in oro, con due lettere incise. M e D. Raccolse un rossetto usato che trovò vicino allo specchio e scrisse qualcosa sul vetro.

«D - 945.» lesse Ambra. «Nel biglietto aveva scritto "D – 1800 giorni". E se questi numeri fossero legati allo stesso ricordo? Se la lettera D fosse l'iniziale di un nome?»

Il ragazzo ritornò nella stanza, con due cocktail nelle mani. Guardò la coccarda e la scritta e il suo sorriso sparì. Scagliò con rabbia i bicchieri contro il muro.

«È questo il problema, Jurgen. Lei è legata per qualche motivo a un ricordo del suo passato e a lui non sta bene. Se provassimo a rimuovere dalla sua mente tutti i ricordi legati alla coccarda?»

«Sì, potrebbe bastare. Ci penso io, aspettami qui.»

Jurgen riapparve accanto a lei soltanto un'ora più tardi.

«Ma che diavolo è successo? Perché ci hai messo così tanto? Mi hai fatto preoccupare.»

«Ho dovuto viaggiare parecchio per trovare il suo primo ricordo della coccarda. Adesso non dovrebbe più averne memoria.»

Osservarono la scena ripetersi, fino al momento in cui Maleigha si avvicinò allo specchio. Mise una mano nella borsa. Ambra trattenne il respiro. Maleigha estrasse il cellulare.

«Sì, ce l'abbiamo fatta! Il momento è cambiato!»

Ripose il cellulare nella borsa e raccolse lo stesso rossetto. Stavolta sullo specchio disegnò una coccarda stilizzata.

«No! Non è possibile. Ma non l'aveva dimenticata?»

«Infatti è così.» confermò Jurgen. «Non ne ha memoria, ne sono sicuro.»

«Allora come è possibile?»

«L'unica spiegazione è che ci siano dei ricordi di Maleigha a cui non abbiamo accesso.»

«Ma certo, ha perfettamente senso. Se un ricordo è troppo doloroso il nostro cervello lo distorce o lo rimuove del tutto, come meccanismo di difesa. Quando ha lasciato quel ragazzo sul tetto erano passati 1800 giorni da qualcosa, un evento che deve essere stato traumatico per lei. Poi siamo tornati indietro, e adesso siamo a 945 giorni di distanza. Dobbiamo trovare quell'episodio. È quello il ricordo cardine.»

«Sì, credo tu abbia ragione.» rispose titubante Jurgen.

Ambra lo guardò. Si mordeva le labbra ed evitava il suo sguardo.

«Ehi, che c'è? Ti senti bene?»

«Sì, sto bene. È che ci stiamo avvicinando a scoprire la verità sulla sua storia. Mi rende un po' nervoso.»

«Ti capisco. A Maleigha deve essere successo qualcosa di orribile. Anche io ho un po' paura di scoprirlo. Se non mi sbaglio, non puoi decidere un numero esatto di giorni in cui muoverti, vero?»

«Vero, posso solo muovermi attraverso i ricordi.»

«Beh, cerca di avvicinarti il più possibile. Non c'è fretta, sento che ci stiamo riuscendo.»
Jurgen prese la pietra. La mano gli tremava visibilmente. Ambra si strinse al suo petto.

«Non avere paura, troveremo il modo di aiutarla. Non importa quanto sia stato terribile il suo passato, o quanto sarà brutto quello che vedremo. Tu ed io ce la faremo. Ne sono sicura.»

Gli accarezzò i capelli e lo baciò. Jurgen assecondò il bacio con molta più intensità del normale, quasi con foga. Sentì una lacrima sgorgargli da un occhio. Riuscì ad asciugarla prima che lei la notasse.

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