Mi sto riflettendo allo specchio per passarmi il rossetto sulle labbra, mi sto coprendo un po' il viso rovinato dalle lacrime per non far preoccupare Emi.
Non voglio che mi veda così, soprattutto quel livido sullo zigomo.
Già, mio io padre durante la lite mi ha messo le mani addosso. Mi ha tirato un ceffone e mi ha spintonato facendomi sbattere la testa contro il muro.
Sarà stato lo stress del lavoro a farlo cambiare, o forse la rabbia gli avrà offuscato la vista. Non l'aveva mai fatto prima, questo fatto ha spaventato molto mia madre, pure mia sorella e ovviamente anche me.
Ma va bene così, per ora ci pensa un po' di correttore a coprirmi il livido.
-Mi dispiace...-
Sento la voce tremante di mia madre, aveva pianto pure lei poco fa.
La guardo e le sorrido. -Non importa mamma, farò di tutto per uscire da questa casa-
-Capisco, sono d'accordo con te Chiara. Se hai modo di trasferirti fammelo sapere...-
-Certo. E tu stai attenta, chiamami se papà dovesse esagerare...-
Annuisce e mi abbraccia ricominciando a piangere. -Così fa piangere anche me...-
-Passa una bella serata con il tuo Emiliano, è un gran bel ragazzo... e spero pure bravo-
-Lo sai che non esco con chi mi vuole solo per una notte-
Mi guarda fiera, è felice per me, felice anche se l'ho delusa profondamente. Vorrei tanto dirle che le voglio bene, ma mi limito a ricambiare il sorriso abbracciandola di nuovo.***
Siamo a cena, Emi non mi ha voluto dire il posto dove ceniamo ed ora che siamo arrivati resto sorpresa, è un ristorante di lusso. -Wow, ma dove mi hai portato?-
-Solo qualità, per la mia nanetta. Comunque fattelo dire che sei una gran topa stasera... proprio come immaginavo-
Mi da una pacca sul sedere e il cameriere alla reception ci guarda malissimo.
-Forse siamo gli unici meno eleganti di tutti qua dentro- bisbiglio sedendomi a tavola.
Emi si guarda attorno e poi ridacchiando alza le spalle. -Me ne frega ben poco, mi piace distinguermi da tutti. Siamo belli così, no?-
Si sistema la camicia con fare dignitoso ed io scuoto la testa sorridendogli come una cretina, è bello da paura.
Dopo aver ordinato da bere e da mangiare, Emi inizia a fissarmi, allora io per paura che scopra il livido, porto i capelli in avanti per nascondere un po' il volto.
-Smettila vergognina, mi piace guardarti. Togli via quei capelli-
Allunga un braccio per spostarmi i capelli e a quel gesto sussulto poiché mi ha sfiorato la guancia lesionata.
-Che hai lì?- mi chiede preoccupato.
-Niente- rispondo, togliendogli via la mano dal mio viso.
-Non mi pare. Cos'è sta cosa?-
Forse prima Emi, sbaciucchiandomi il viso, mi ha fatto sparire il correttore che copriva quel maledetto livido.
-Sei violacea qui-
Continua a spostarmi i capelli per sfiorarmi lo zigomo, ma io evito la sua mossa.
-Emi dai-
-Chiara- dice severo.
Mi arrendo e lo guardo con gli occhi colmi di tristezza.
Non ce l'ho fatta, ho dovuto dirgli la verità.
-Bastardo. Lo gonfierei di botte, ma non lo faccio... solo perché è tuo padre-
-Cerchiamo di non rovinarci la cena, mi hai portato in questo posto stupendo e vorrei passare una bella serata con te...-
Ci intrecciamo le dita e lui sorridendomi mi fa palpitare il cuore. -Siamo qui apposta, nana. Ma sappi che non succederà una seconda volta questa cosa orribile-
Sospirando gli stringo la mano, anche con questo semplice gesto riesce a farmi sentire protetta.
So di poter stare al sicuro al suo fianco.
Mentre stiamo mangiando, Emi si alza ed io lo guardo con aria interrogativa. -Dove vai?-
-Ora arrivo, vado un attimo a prendere una cosa che ho lasciato in macchina-
-Va bene...- rispondo insospettita.
Durante la sua assenza, noto che lo schermo del suo cellulare ora è illuminato. È apparsa una notifica che riesco a leggere da lontano, ma... forse era meglio che non la leggevo.Subito dopo torna Emi, continuo a mangiare facendo finta di nulla anche se vedo che ha in mano un mazzo di rose enormi.
Posa esse in centro tavola.
-Sono bellissime...-
Purtroppo ora sto fingendo di essere contenta, quel messaggio mi ha veramente scombussolata.
-Tutto qui?-
Emi ha notato che qualcosa non va.
-Scusa Emiliano, devo dirtelo...-
-Che cosa, Chiara?-
-Chi è Eva?-
Prende il cellulare e dopo aver letto il messaggio mi guarda con un'espressione quasi innocente. -È una ragazza che avevo conosciuto, ma lei si è fissata con me e ogni tanto si fa sentire. Vabbè, ma ora devi sempre pensare male di me?-
-Sicuro?-
-Ora ricominci?-
Si è infastidito, ma non posso lasciar perdere. Mi sento presa in giro, sembra che non me l'abbia raccontata giusta.
-A quale domanda non le hai risposto?-
-Che?!- mi chiede confuso.
Sorrido amara. -Fai pure finta di niente?-
-Oh, ma veramente ci mettiamo a litigare per queste cazzate?-
-E va bene. Lasciamo perdere-
-Hai un mazzo di rose di fronte a te e vai a pensare se mi sono scopato quella?-
Allora vuole mettere benzina sul fuoco, mi sta alterando sempre di più. Faccio un respiro profondo serrando gli occhi e addento la mia cena ormai fredda.
-Se vuoi proprio saperlo... ci sono andato a letto. Ma prima di conoscerti-
-Chiudiamola qua questa conversazione- rispondo imperterrita.
-Sì, meglio va-.***
-Scusa... ho rovinato la serata...- esordisco nel bel mezzo del silenzio seduti in macchina.
Dobbiamo ancora partire, siamo fermi nel parcheggio del ristorante.
-Il problema sai qual è, Chiara? Che ancora non ti sei abituata a me, sai che sono anche Emis Killa e dovrai sopportare tutta la gente che mi ronza attorno. Ma sappi che tra tutte io voglio te. Devi crederci in questa storia, punto-
Gira la chiave della sua Porsche per metterla in moto e fa una retromarcia in velocità.
-Vai piano, Emi-
-Non hai ascoltato quello che ti ho detto, vedi?-
Ha una guida spericolata, lo vedo nel suo sguardo che è arrabbiato.
-Sì, l'ho capito-.
Quando arriviamo sotto casa mia, restiamo un po' in macchina per finire la discussione, ma in un tempo molto breve, perché all'improvviso mi bacia.
-Smettiamola. Ti amo Chiara, finiscila di fare la stronza-
Riprendiamo a baciarci ed io, tra un bacio e l'altro, gli rispondo. -ti amo anch'io, ma lo stronzo qua sei tu- gli mordo il labbro inferiore e lo bacio alla francese.
-Se non la finisci giuro che abbasso i sedili e ti scopo qua-
-Emi!- gli tiro un pugno sul petto e interrompiamo il bacio.
Lui ride canzonatorio, divertito nel vedermi offesa.
-Dai, buonanotte- apro la portiera della sua Porsche e scendo.
Mi accompagna fino alla porta, non è per niente contento che io me ne vada via, ma devo per forza dormire a casa perché domattina arriverà la sua ex fidanzata con la loro figlia. Ha deciso di lasciargliela per qualche giorno.... così finalmente potrà passare del tempo con la sua piccola.
-Fammi sapere come va domani mattina, dai un bacio a Perla da parte mia-
-La vedrai al più presto. Voglio che conosci la parte migliore di me, il mio miracolo- dice riferendosi alla piccola.
Lo percepisco che ama tanto sua figlia.
Anche se non lo fa trasparire con quella sua faccia da duro, Emiliano ha un animo buono, è molto profondo con i sentimenti e spesso lo si nota nei testi delle sue canzoni.***
Prima di addormentarmi, come al solito ci scambiamo qualche messaggio. Questa volta non mi farò prendere dalle mie solite paranoie, sto imparando a crederci e ci metterò tutte le mie forze pur di portare avanti questa nostra storia.
Perché alla fine è vero, ha scelto me tra tutte le altre... e questo già mi basta.
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BIANCO E NERO - "tu il giorno, io la notte" | Emis Killa story |
Teen FictionHO SCRITTO TEMPO FA QUESTA STORIA, È SCRITTA MALE, A TRATTI RIDICOLA... SCUSATE AHAHAH Emis Killa e Chiara; Lei il giorno, lui la notte. Tra testi di canzoni, le periferie di Milano, le telefonate, le litigate, le notti insonni... Chiara vivrà Emis...