C a p i t o l o •q u i n d i c i•

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-Perché non mi fai vedere i messaggi?-
-E va bene, tieni qua-
È da più di mezz'ora che Emi continua ad insistere per fargli leggere i messaggi tra me e Cosimo, purtroppo mi ha scoperta ed ora leggerà anche quei messaggi... Quei messaggi dove Cosimo palesemente ci stava provando ed io stavo al gioco. Ancora non riesco a uscirne fuori con un motivo, ma so di aver fatto una grandissima cazzata, sapendo che Emiliano è estremamente geloso.
-Che cazzo significano questi messaggi, oh?!- mi chiede incazzato.
-Emi, non...-
-Emi una minchia!!!- m'interrompe alzando al voce. -Che cos'hai combinato Chiara?! Avevo ragione, sei proprio una bambina!-
Vorrei scappare dalla vergogna, non riesco nemmeno a guardarlo negli occhi.
-"Sono d'accordo per berci una cosa"... "no tranquillo non mi dispiace affatto"... "sì, forse un bacio"... Chiara non ho parole, mi viene da vomitare, vaffanculo va. Tieni sto telefono di merda!- lancia il cellulare e cade a terra.
Sta scendendo giù nel suo studio ed io lo rincorro, mi viene da piangere. -Emiliano so cosa pensi, ma credimi io stavo solo reggendo il gioco-
Si volta di scatto e vedo i suoi occhi cupi, pieni di rabbia. -Reggere il gioco? Senti, va' via. Vai dai tuoi, sparisci subito... non mi va di guardarti e nemmeno di parlarti ora-
-Stai... scherzando?- dico con voce flebile, spezzata dal pianto.
-Sì Chiara. Mi hai preso per il culo, proprio tu, che volevi una vita insieme a me. Proprio ora che c'è il nostro bambino dentro di te-
-Lo so, lo so. Ma credimi, non era mia intenzione, è che...-
-Basta. Ho chiuso con te-
-Emi ma che dici...- resto davanti a lui, cercando il suo sguardo disperata.
-Sono serio- sentenzia guardandomi fisso negli occhi. -Abbiamo chiuso, per me il matrimonio è andato a puttane da oggi-
-No...- mormoro scuotendo la testa e stringendogli le mani. -Ti prego Emi, io ti amo davvero...-
-Anch'io, è questo il problema. Ma non ci riesco, questo proprio lo non dovevi fare Chiara. Dai, togli 'ste mani- scrolla le braccia per farmi sciogliere le mani ed io stanca persino di respirare mollo la presa.
Sto facendo una crisi di pianto, nemmeno riesco a reggermi in piedi, le mie gambe tremano e per sorreggermi poso i palmi sulla scrivania.
-Smettiamola ora, ricordati che sei in gravidanza. Non puoi agitarti...- si avvicina, forse preoccupato per le mie condizioni. -Che ti prende?- mi chiede, ora con voce più calma.
-N...Niente. Penso siano solo delle lievi contrazioni...- respiro affannosa digrignando i denti per resistere al dolore.
-Devi un attimo calmarti- mi prende entrambe le mani e mi accompagna fino al salotto per farmi sedere sul divano.
-Vuoi dell'acqua?- mi chiede premuroso, restando inginocchiato davanti a me.
-No. Ora... ora va meglio- inspiro ed espiro lentamente per qualche istante e poco dopo i dolori diminuiscono fino a sparire.
-Scusa... ho reagito di merda-
-Non importa Emi. Me lo merito...-
Sospira e mi accarezza il ventre, restando sempre in ginocchio. -No, non in questa maniera. Penso sia lo stress che mi abbia ridotto così... ho mille cose da fare, non dormo quasi mai...-
Annuisco. -Lo so. Spero che tu mi possa perdonare, un giorno...-
Resta in silenzio e continua ad accarezzare il pancione.
-Sarò sempre qui ad aspettarti...-
Alza lo sguardo per indirizzarlo verso i miei occhi. -Quando qualcuno mi ferisce io divento di ghiaccio... e faccio una fatica enorme a perdonare... tutto perché ci credevo e perché ci ho messo il cuore, altrimenti se non me ne fregava un cazzo nemmeno ti chiedevo di farmi vedere quel telefono di merda-
-Emiliano... mi sono comportata male e come hai detto tu abbiamo un figlio che sto per mettere al mondo, è imperdonabile...-
Tira un sospiro. -No. Non è imperdonabile... solo perché ti amo...-
Sorrido leggermente e gli accarezzo, come sempre mi piace fare, il suo ciuffo moro. -Anch'io ti amo-
-Solo che... per esempio adesso che ti sto guardando negli occhi è come se fosse cambiato qualcosa-
Deglutisco. -In che senso?- chiedo trepida.
-Come se ti amassi meno del solito, non lo so...-
Quella sua affermazione mi ha trafitto il cuore, distruggendone metà. -Emiliano... mi fai stare male così...-
Annuisce. -Lo so. Ma se non fosse successo, non mi sentirei così ora. Ti ricordo che lui per me era come un fratello...- si rialza. -Adesso, se ti senti meglio, torno giù a continuare il mio lavoro...-
-Vai pure... sto bene ora...-
-Va bene. Se hai bisogno, chiama-.
Quanta freddezza, sembra essere tornati alle prime volte, dove eravamo dei sconosciuti.
Mi fa male, molto male vederlo così.

***

Stamattina non sono riuscita ad andare al lavoro poiché ho passato la notte in bianco, avevo una forte nausea e mi piegavo dai dolori che mi provocavano le contrazioni. Nonostante Emiliano fosse ancora arrabbiato per quello che è successo, mi è rimasto vicino tutta la notte, accompagnandomi su e giù dal letto al bagno.
Ora mi sento meglio e pare che il piccolo stia dormendo, ormai ho capito che è notturno e chiude occhio solo all'alba.
-Dove vai?- chiedo a Emi, vedendolo tutto frettoloso nel vestirsi.
-Vado da Jake, devo registrare con lui un pezzo. Vuoi che ti aiuto ad alzarti dal letto?- mi chiede vedendomi in difficoltà ad alzarmi.
-Sì- rispondo facendomi aiutare. -A che ora torni?-
-Presto. Poi ti scrivo qualche messaggio, non sparisco, tranquilla-
Mi manca già il mio Emiliano, mi mancano pure le sue battutine sconce, la sua risata contagiosa, il suo modo di accarezzarmi e di sorridermi.
Ma me lo ripeto ancora, me lo merito.
-Allora a dopo...-
-Sì, a dopo-.
Nemmeno mi ha dato un bacio, è uscito di corsa senza degnarmi uno sguardo. Chissà quanto ci vorrà per far ritornare tutto come prima, nel frattempo cercherò di distrarmi con le pulizie di casa...

***

È mezzanotte e ancora non è tornato, non ho osato a chiamarlo, magari lo disturbavo mentre lavorava. Sono troppo stanca per pensare, meglio che mi metto a dormire.
Mi distendo e il piccolo mi fa compagnia, come al solito lui non dorme a quest'ora. -Stai giocando a calcio, per caso?- dico al mio piccolo amore, anche se non può capirmi.
Sussulto sentendo dei rumori provenire dal salotto, penso sia Emiliano che è tornato a casa.
-Emi, sei tu?-
-Sì- entra nella stanza e si leva la giacca. -State bene? Lui dorme?-
-No, guarda, sta giocando a calcio-
Sorride tenero. -Aspetta, mi faccio una doccia e arrivo-.
Poco dopo torna nella camera da letto e si distende per coccolare un po' il pancione.
-Non ti vesti?- dico vedendolo ancora in accappatoio.
-Non è che ora perché io e te siamo in un momento no allora non posso farmi vedere mezzo nudo-
-No, però...-
-Cosa? Lo so che ti piaccio, vuoi che mi tolgo l'accappatoio?-
Riecco le sue battute.
-Non sarebbe male come idea...- rispondo per punzecchiarlo un po'.
-Sai che non ti dico di no. Vuoi scopare per caso?-
-Non possiamo, qualsiasi movimento faccio mi affatica e lo sai. E poi... non è carino da parte tua-
-Te l'ho chiesto perché quando scopo mi sento in pace-
-Quindi tu ora vorresti dirmi che lo vuoi fare solo per... svuotarti?- chiedo offesa.
-Sì-
-Non ci credo. Lo stai dicendo solo perché sei incazzato con me...-
Mi guarda e sorride spiritoso. -Dai, vieni qua...- allunga un braccio per farmi avvicinare a lui, così poso la testa sul suo petto tatuato ed accarezzo esso.
-Certo che sei proprio lunatico...-
Restiamo ad accarezzarci ed a parlare un altro po', fino a chiudere gli occhi per dormire.
Ed è solo così, dormendo su di lui, che mi sento di nuovo a casa.

BIANCO E NERO - "tu il giorno, io la notte" | Emis Killa story |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora