C a p i t o l o •q u a t t r o•

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È notte fonda e non riesco a dormire, questa sera è stata pesante, in più domattina devo svegliarmi all'alba per andare al lavoro. Sto per scoppiare, mi sta facendo impazzire Emis.
Già, proprio lui, ancora.
Ci stiamo scrivendo per messaggio, sembra uno scherzo ma è così. Da due ore e mezza sono distesa con il cellulare che illumina il mio viso, ogni tanto ammetto di sorridere a qualche suo messaggio.
Sto "conoscendo" Emiliano e sto cominciando ad accettare che tutto quello che sta accadendo è reale.
Sono sorpresa per il messaggio che sto leggendo proprio ora, dice che vuole venire qui, adesso.
Dice che non... che non mi resiste.
Mi vibra il petto, il cuore sta battendo così forte ora.
Devo fare un respiro profondo e calmarmi.
Prima stavamo scherzando un po', gli avevo scritto che era un gran figo e che sicuro un bacio gliel'avrei dato. Ma... era tutta ironia, anche se in realtà mi piacerebbe che accadesse.
Forse l'ho stuzzicato troppo.
Infatti ecco qui che mi sta chiamando, rispondo parlando a bassa voce, senza rischiare di svegliare tutti.
-Perché non rispondi al messaggio?-
Sorrido. -Non saprei cosa rispondere...-
-Non vuoi che vengo lì?-
Silenzio.
-E dai non fare così, so che hai le guance tutte rosse-
Mi prende in giro, sento la sua risata che... vabbè. Mi piace pure la sua risata.
-Smettila! Non puoi ora, è troppo tardi, qua tutti dormono e tra qualche ora mi devo svegliare-
-Sto prendendo le chiavi della macchina, giuro che in dieci minuti sono lì-
-Ma...-
-Dieci minuti. Ora nove, sono già in macchina-
Sento che ha acceso il motore. -Fai presto...-
Chiudiamo la chiamata entrambi nello stesso momento.
Posso dire che sono i dieci minuti più eterni della mia vita, sono troppo tesa come se fosse il mio primo giorno di scuola media.
Mi alzo dal letto quando vedo un suo messaggio, è arrivato e non mi sono ancora cambiata.
Decido quindi di scendere così come sono, in pigiama.
In realtà sto indossando maglia lunga fino alle ginocchia, ma quello lo chiamo pigiama.
A passo duomo esco di casa, sono uscita con le scarpe slacciate per fare il più presto possibile.
I fari della sua auto mi acciecano, appena mi vede uscire dal portone di casa li spegne e... lo vedo scendere dall'auto.
Noto che indossa un giubbotto di pelle.
È bellissimo, ve lo giuro.
-Chiara!- esclama, come se fosse così entusiasta nel vedermi.
-Scusa l'aspetto, ma...-
Ammicca un sorriso, facendo penzolare la sigaretta tra le labbra. -È la cosa più bella che ho visto questa sera. Stai benissimo in versione casa-
Mi gratto la nuca imbarazzata. -Non dire fesserie, Emiliano-
-Chiamami Emi, ti prego. Comunque sali in macchina, fa freddino a quest'ora-
-Dove vuoi andare?- dico salendo in macchina.
-Da nessuna parte in realtà, volevo solo vederti per un po'-
Siamo in una strada interna, le sue solite scorciatoie buie e ghiaiose.
-Perché stiamo andando verso di qui?-
-Sono sicuro che qui non può romperci i coglioni nessuno-
-Ti ricordo che posso stare pochi minuti in giro...-
-E allora? Dai scendi, qui c'è la possibilità di vedere meglio il cielo. Ma non ti montare troppo la testa, non sono poi così romantico-
Sbuffo e scendo dall'auto, seguo i suoi passi, lui è più avanti di me mentre io mi perdo ad allacciarmi le scarpe.
-Sei sempre così lenta?-
-No!- borbotto. -Non riesco ad allacciarmi le scarpe-
Ok, questo è imbarazzante, non ho ancora imparato ad allacciarmi le scarpe come si deve, infatti mi faccio fare la ciocca sempre da mia madre. È ridicolo, lo so.
-Aspetta, lasciami fare-
Si inginocchia per allacciarmi le scarpe, restò immobile perché wow... non so che dire.
-Per caso bevi ancora il latte dal biberon?- dice in tono canzonatorio.
-Te sei sempre così stronzo?- proseguo la camminata a braccia conserte.
-Te sei troppo permalosa!- mi avvolge un braccio attorno alla schiena e sento i brividi, ma non è stata l'aria fredda a provocarmeli.
È stata la mano di Emis.
Sento nell'aria il suo profumo, mi piace così tanto.
-Che profumo indossi?-
Sono troppo curiosa.
-Versace. Buono, eh?-
-Sì, ma non tirartela-
-Posso permettermi di farlo-
Roteo gli occhi. -Che stupido-
Resta a guardare il cielo stellato e maculato da qualche nuvola grigia.
-Senti un po' , ti piace tanto la musica?- spezza il silenzio.
Annuisco. -Certo, perché?-
-Ti va se ti porto nel mio studio segreto? A casa mia, dove lì ho fatto tanti miei progetti notturni-
-A casa tua?-
Sogghigna. -Tranquilla, se dovevo scoparti l'avrei già fatto in macchina-
Gli tiro una pacca sul braccio. -Che squallido!-
-Allora, accetti?-
-Sì, ma... è davvero troppo...-
-Chiara, ma perché dici così?-
Si ferma davanti a me e mi guarda negli occhi.
Mi prende il viso con entrambe le mani, in maniera così delicata e dolce che sembrano quasi due piume che mi sollevano il volto.
Ha un potere su di me. Quando mi guarda, io non capisco più nulla.
Purtroppo mi ha fottuto, ma cerco sempre di nascondere ciò che sto provando. -Perché... non mi conosci bene, non lo so...- abbasso lo sguardo.
-Smettila di non guardarmi negli occhi quando parlo. Ecco brava, guardami che mi piace-
-Che cosa ti piace?-
Silenzio.
Sorride e si avvicina di più con il volto, mi sfiora le labbra ed il mio corpo diventa caldo come l'inferno.
Aiutatemi.
-Baciami ora- sussurra.
-Cosa..-
Senza farmi parlare più, mi bacia. Mi bacia veramente forte.
Ci impegniamo così tanto che questo bacio dura una vita, mi accarezza i capelli, i fianchi, mi stringe sul suo corpo.
Vi prego, svegliatevi da questo sogno.
-Giuro che lo farei qui con te, adesso- mormora sospirando.
Mi stacco dal bacio, sono troppo imbarazzata. -Devo... andare ora-
-Sì- risponde serio.
Senza dire una parola torniamo in macchina, ancora il cuore si deve calmare, i miei battiti sono impazziti.
-Quel bacio lo volevo davvero- esordisce spezzando il silenzio.
Io non rispondo, mi lascio accarezzare l'interno coscia mentre osservo la sua mano tatuata.
Continua così ad accarezzarmi, ogni tanto sento i suoi polpastrelli sull'inguine, ma lo fermo tirandomi la maglietta fino alle ginocchia. Senza accorgermene me l'aveva alzata, quasi si vedevano le mie mutande... che imbarazzo.
Sfido qualsiasi ragazza: sono sicura che anche voi, se foste nella mia situazione, dovreste andare a cambiarvi le mutandine.
E sapete di che cosa sto parlando.
Siamo entrambi eccitati, lo sento.
Ma mi devo contenere, perché non ci conosciamo infine, non posso dargli così tanto in così poco tempo.
Non posso, ma... mi sta facendo dannare tanto.
Vedo che siamo arrivati a casa mia, mi slaccio la cintura di sicurezza e anche lui fa lo stesso.
-Buonanotte...-
Non riesco più a guardarlo ora, sul serio.
-Chiara, so cosa pensi adesso. Ma sappi che mi piaci-
-Sei folle...- scendo dall'auto.
-Sono folle, ma so quello che dico-
Mi accompagna fino alla porta.
-Ora non me ne frega un cazzo, possono vederci tutti, tanto la gente non sa far altro che incuriosirsi della vita privata altrui. E se conosci un po' me, sai quanto odio chi viola la mia privacy-
-Sì, lo so...-
-Però non lo so, in te vedo qualcosa-
-E che cosa?-
-Speranza-
Mi bacia ancora una volta, questa volta c'è di mezzo pure la lingua, ci accarezziamo le labbra con esse, facendoci capire l'un l'altra quanto è alto il desiderio.
-Basta, Emi...- bisbiglio sudaticcia.
-Perché se no?-
Mi stuzzica soffiandomi sul collo, io sogghigno spingendolo via. -Devo sul serio andare a letto ora-
-Domani quando stacchi dal lavoro ci penso io a te-
Sto zitta. Non so come interpretare questa sua affermazione, suona molto male, forse perché in questo momento sono particolarmente accesa.
-A che ora stacchi?-
-Alle 15-
-Perfetto, mandami l'indirizzo del posto ed io sarò la-
-Ma Emi...-
-E basta, non dire altro. A domani-
Mi lascia così, senza dirmi altro.
Mi mordo le labbra ed entro in velocità a casa, tiro un sospiro cercando di levare via tutta la tensione.
-Ma che diavolo sta succedendo...- sussurro al silenzio.
Sono ormai sulla linea del limite, mi avete scoperto.
Ebbene sì, Emis mi ha intortato il cervello. Saranno i suoi occhi enormi, sarà il suo sorriso da furbetto, sarà la sua voce, sarà qual che è... ma mi ha fregato, ed ora sono fottuta sul serio.
Guardo l'ora, è veramente tardi, mi corico con il suo profumo addosso e ancora sento la sua saliva, ci siamo baciati fino a farci indolenzire i muscoli della mascella.
Non è tutto così assurdo?
Sì, lo è.
Ma vedremo quanto potrà durare questa storia...

BIANCO E NERO - "tu il giorno, io la notte" | Emis Killa story |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora