23; Che stiamo facendo?

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Jimin seguì Jungkook fino a casa sua, senza dire una parola.

Il più piccolo non aveva la forza di continuare il discorso, voleva soltanto chiudersi nella sua camera e fare scorta di cibo e acqua, perché ci sarebbe rimasto per molto tempo.

Erano davanti alla porta dell'appartamento del corvino, che inserì la chiave e senza neanche salutare Jimin entrò per chiudercisi dentro.

Il biondo non sapeva che fare, le parole del suo migliore amico erano state di sicuro inaspettate.

Ma mentre il cervello gli diceva di rifletterci su prima dirgli qualunque cosa, il suo cuore strillava di bussare insistentemente alla porta, farsi aprire e saltare tra le braccia di Jungkook.

Prima che potesse rendersi conto di aver preso una decisione, stava già picchiettando il pugno contro la superficie dura della porta.

Continuò per qualche minuto, e quando fu sul punto di arrendersi, il corvino gli apparve davanti.

"Cosa vuoi ades-"

Non fece in tempo a finire la sua domanda alquanto retorica, che il più basso gli saltò addosso ed entrambi caddero al suolo.
Posò le labbra sulle sue, baciandolo goffamente e trasmettendogli così tutte le emozioni che stava provando in quel momento.

Jungkook invece, rimase immobile e con gli occhi che per poco non gli uscivano fuori dalle orbite.
Poi prese coraggio e ricambiò il bacio impacciato.

Avevano entrambi avuto diverse esperienze nelle loro vite, ma sentivano come se quello fosse il loro primo vero bacio.

Jungkook fu veloce a calciare la porta, che si chiuse istantaneamente, e poi ribaltò le posizioni, sovrastando il corpo di Jimin col suo.

"Che stiamo facendo?"

Gli chiese, sussurrando contro la sua pelle accaldata.

Jimin scosse la testa, passando a reggersi sui gomiti e con una mano portò il volto del suo migliore amico più vicino al suo, e lo baciò di nuovo, stavolta con più coraggio.

Un bacio vero e proprio, dove le loro bocche si muovevano e le lingue danzavano, cercandosi l'un l'altra.
Una vera e propria esplosione di emozioni, che forse rispondeva alla domanda del più piccolo.

Quando Jimin si staccò, guardò negli occhi quello che aveva sempre e soltanto ritenuto il suo migliore amico e si morse il labbro.

"Non lo so, ma continuiamo, per favore"



















-G.G.

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