XIV

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JUNGKOOK

Non avrei mai pensato, che delle parole potessero avere un peso così grande su di me e invece, pare che sia così.
Quel "mi sto innamorando di te", mi è rimasto impresso nella mente come marchio, quasi quanto quello sul mio collo.
Sento la tempesta nello stomaco, ogni volta che penso a quelle parole. Mi sento come se fossi sulle montagne russe e stessi per scendere a tutta velocità.
Una sensazione che sta pian piano maturando, tenendomi stretto e senza lasciarmi capire cosa mi sta succedendo.

Forse, lo so. Forse quel "quasi bacio" negli spogliatoi, è stato l'inizio di tutto. O forse, dopo, nella casetta in mezzo al bosco, dove sono ora, quando ci siamo baciati davanti al fuoco e lui mi ha dato la sua maglietta.

Lui. Non riesco neanche a chiamarlo per nome, non perchè mi faccia qualcosa ma semplicemente ogni volta che ci provo dalla mia bocca esce una T smorzata, accompagnata da un suono scarso di una E.
Non lo chiamo con il nome completo, mi limito a pronunciare quelle due lettere, nella mia testa che sono scolpite come una statua: Tae.

Tae. Il casino che sento dentro di me, è dovuto a Tae, al suo modo di guardarmi, al suo modo di sorridere come un coglione e anche ai suoi giochetti idioti.

Ora che ci penso, se dovessi parlargli di persona non riuscirei mai a chiamarlo Tae, userei il suo nome completo.

Sono un casino per colpa tua, Tae, come la mettiamo?
Vorrei ucciderti, per confondermi e non darmi risposte.

Sospiro, alzandomi dal pavimento polveroso della casetta. Recupero il mio arco e la faretra con le frecce.
Esco, chiudendo la porta alle spalle e mi posiziono davanti a un albero.

Prendo una freccia e la incocco, per poi tirare l'arco ed espirare. Scocco la freccia che colpisce l'albero.
Sospiro ancora, prendendo un altro dardo. Lo incocco e lo scocco.
Sto cercando di calmarmi, ma pare che stavolta, neanche questo metodo funzioni.

«Jungkook!»
Mi giro di scatto, scoccando la freccia contro al proprietario di quella voce.
«Ehy!» si lamenta, evitandola.

«Oddio Jimin, scusami, ma mi hai fatto prendere un colpo» spiego, avvicinandomi a lui che incrocia le braccia al petto.
«Non volevi uccidermi, vero?»
«Assolutamente no, te lo giuro» dico, con un sorriso sforzato con i denti.

Sospira annuendo.

«Cosa ci facevi qui?» chiede, guardandosi intorno mentre si stringe nel giubotto.
Sospiro, togliendo i guanti e mettendoli nel borsone.
«Pensavo» rispondo. Metto via l'arco e le frecce, per poi prendere il borsone e tenerlo in spalla.

«Pensi colpendo un povero albero?» domanda ridendo. «Quello mi serve per calmarmi».
Prende una sigaretta dai suoi jeans e la porta tra le labbra, per poi accenderla e fare un tiro.

«Tu invece? Perchè sei qui?» domando, avvicinandomi a lui.
«Sto facendo un sopralluogo» spiega.

Inclino la testa di lato confuso.
«Un sopralluogo?»
«Si, pare che ci sia un pericoloso alfa che uccide le persone».
Sussulto per un secondo. «Scherzi?»
«Oddio no, l'ho visto».

«Era diverso da noi, aveva l'aspetto di una bestia» spiega, facendo un altro tiro con la sigaretta. «Tipo quello della Bella e la Bestia».
«O tipo la Bestia del Gévaudan?» gli chiedo.
«La Bestia del Ge che?»

THOS || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora