XXV

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JIMIN

«Ti amo infinitamente e pazzamente, sarai sempre l'amore della mia vita».

«Jimin, ehy».
Mi alzo di scatto dal letto. Sono sudato e sto respirando pesantemente. Guardo Jin, che è accanto a me con un'espressione preoccupata sul volto.
Sulla porta, ci sono gli altri che mi sta guardando senza proferire parole.

Sospiro tremante e stringo le coperte.
«Non ce la farò mai» dico, con le lacrime che scorrono sulle mie guance. Come ormai fanno da giorni, senza tregua e senza smettere di ricordarmi che ho perso l'unica persona che abbia amato.
«Sì che ce la farai, tu sei forte» mi spiega, mettendo una mano sulla mia spalla.
Scuoto la testa. «No - sussurro - era lui che mi rendeva forte».

Alzo lo sguardo sui miei amici che entrano e si siedono sul letto.
Mi lascio uscire un singhiozzo e sospiro.
«È d-da pazzi, ma continuo a sperare di vederlo a-aprire la porta di casa, anche se so che non è possibile».
«Jimin, non è da pazzi. Hai perso qualcuno che amavi tantissimo, è normale» mi spiega Hobi, cercando di sforzare un piccolo sorriso.

Sposto gli occhi sulla foto che c'è sul comodino. La prendo e la osservo, ritrae me e Yoongi durante il suo compleanno. Non sorrideva quasi mai, ma quando lo faceva, il suo sorriso era il più bello che avessi mai visto.
Sfioro la sua faccia e deglutisco.

«Perchè mi hai lasciato da solo, Yoon?» chiedo in un sussurro.
«Credo che andrò di sotto a farmi una camomilla, tanto non riesco a dormire» dico, rimettendo la foto al suo posto e alzandomi.
____________

Chiudo l'armadietto, dopo aver preso il libro di letteratura.
I miei amici, mi stanno guardando come per controllare che stia bene; è ovvio che non stia bene.

La mia vita, sta sprofondando senza di lui. Le mie giornate non hanno più colore, non hanno più emozioni, tranne il dolore che sento ogni giorno e che non mi abbandona mai. Neanche quando urlo contro al cuscino, piangendo da solo, nella mia stanza.
Il dolore della perdita.

La mia famiglia è morta, il mio ragazzo è morto e ora non ho più nessuno da amare.
Sono fortunato ad avere i miei amici, certo, senza di loro sarei perso.

«Jimin» la voce di Jungkook, mi risveglia dai miei pensieri. Forse, lui più di tutti può capirmi in quanto entrambi i suoi fratelli sono morti, soprattutto la sorella, a cui voleva un mondo di bene. «So che è un momento brutto, lo è per tutti ma tu devi riuscire ad andare avanti, prima che il dolore ti inghiottisca».
Più di tutti, lui mi è stato vicino. Dal quel giorno, mi è sempre stato accanto facendomi piangere sulla sua spalla e consolandomi.

«Non ce la faccio» sussurro. Guardo il suo armadietto. I ragazzi della squadra, hanno messo dei fiori, ma io sono sicuro che lui li avrebbe odiati. Odiava le smancerie, eppure me le diceva anche lui.

Quando sono tornato a scuola, lunedì, tutti mi hanno fatto le condoglianze ma loro non c'erano, credono che sia morto in un incidente quando in realtà l'hanno ucciso, colpendolo alle spalle come vigliacchi.

«Ora vado in classe» spiego, sforzando un piccolo sorriso finto.
Raggiungo il primo piano e vado nell'aula di letteratura, per poi sedermi nell'ultimo banco disponibile. Vicino a me si siede una ragazza, che guardo.

«Tu sei Jimin, giusto?» chiede. Annuisco.
«Mi dispiace per il tuo ragazzo» mi dice, con un'espressione davvero dispiaciuta. «Sì, ti ringrazio» rispondo. «Sono Nayeon, sono nel clan di Jisoo. Domino il fuoco» mi spiega, con voce bassa.
«Sei una dominatrice?» chiedo sorpreso.
«Sì, mi fa strano che non ci siamo incrociati. Abbiamo la stessa età» fa spallucce. «Ehy, sono seria, quei bastardi che hanno ucciso il tuo ragazzo sarebbero dovuti morire nel peggio dei modi».

THOS || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora