Sentiva ancora freddo, gli parve di percepire ancora quell'aria ghiacciata e quella terribile sensazione che aveva vissuto quando a poco a poco perdeva coscienza, mentre i suoi ricordi più belli gli passavano nella mente come tanti flash: ecco come si era sentito Harry quando alle sei del mattino del giorno successivo aveva tentato di aprire gli occhi.
L'unica immagine che si stagliava nella sua mente era quella dei due Dissennatori, fin troppo vicini al suo volto, che l'unica cosa che volevano era nutrirsi di tutto ciò che Harry avesse in corpo, fino a quando non si fossero saziati della sua anima. Non riusciva a togliersi quell'immagine dalla testa, si sentiva del tutto scombussolato e il fatto che la stanza in cui si trovasse fosse ancora buia, lo rese ancora più confuso. Dischiuse gli occhi, tentando piano piano di riprendere coscienza.
Sentì una forte fitta alla tempia, che lo fece appena gemere di dolore, ma fu un lamento così flebile che a mala pena lui stesso riuscì a sentirlo. Aveva avuto paura la sera precedente, iniziò a ricordare il momento in cui credette che sarebbe morto e per quel motivo si sentì dentro di sè piuttosto felice in quell'istante perchè aveva capito che quelle due creature non erano arrivate a raggiungere il loro intento.
Iniziò a chiedersi cosa o piuttosto chi le avesse cacciate via e in quel preciso istante ripensò a Louis, chiedendosi dove fosse. Aprì completamente gli occhi e la stanza buia parve essere l'infermeria di Hogwarts. Si guardò intorno fino a quando non si accorse di avere la mano sudata, malgrado sentisse molto freddo: abbassò lo sguardo e poggiato con la testa sul letto, seduto su uno sgabello, c'era Louis Tomlinson che gli stringeva forte le dita e lui ebbe persino la forza di abbozzare un sorriso vedendolo lì. Dormiva, con la bocca dischiusa e i capelli che gli ricadevano sul viso. Il suo petto si muoveva lentamente e Harry lo guardò lì, bello e perfetto anche con i capelli arruffati e la visibile stanchezza sul suo volto: niente avrebbe potuto farlo sentire meglio in quel momento, se non svegliarsi con la mano intrecciata con quella di Louis, sentendo il dolce tocco delle sue dita.
La presa di Louis era abbastanza salda il che gli parve strano perchè di solito quando ci si addormenta il corpo si indebolisce, ma non era il caso di Louis. Teneva stretta la sua mano, come se avesse paura che da un momento all'altro potesse andare via.
Harry emise nuovamente un gemito, questa volta molto più sonoro e si agitò un attimo nel letto per il forte dolore alle tempie e in quel momento, si accorse che in fondo all'enorme stanza, c'era qualcun altro che stava dormendo, probabilmente Madama Chips. Il gesto di Harry fu istintivo: mollò subito la presa dalla mano di Louis e quello si svegliò immediatamente, mugugnando qualcosa.
Alzò la testa e in quel momento Harry si era reso conto che i Dissennatori non gli avevano assolutamente concesso di dimenticare quanto felice si sentisse ogni volta che gli occhi di Louis si incontravano con i propri.
Si domandò se fosse stato proprio lui a salvarlo la sera precedente.
- Harry - sussurrò poi interrompendo ogni suo pensiero. Il suo tono di voce era incredibilmente basso, probabilmente per evitare di svegliare Madama Chips che stava in fondo all'infermeria. Harry non seppe che pensare, gli ritornò alla mente la lite della sera precedente e il motivo per cui era scappato via dal castello e desiderò non guardarlo più in faccia: ma poi si ricordò di come dall'inizio dell'anno Louis Tomlinson lo avesse reso la persona più felice del mondo malgrado i litigi, malgrado le promesse infrante, malgrado i momenti di tristezza e soprattutto si ricordò che quella persona con quegli occhi azzurri brillanti che si riuscivano a scorgere anche nella penombra della stanza, era il suo fidanzato.
- Lou - riuscì appena a sussurrare, con la voce rauca.
Quello sorrise e gli prese di nuovo la mano, stringendogliela più forte di prima e tornando a guardarlo negli occhi - C'è Mad... ama Chips - balbettò Harry con un filo di voce, sentendosi più impacciato che mai.
- Oh - fece Louis, voltandosi e scorgendo la donna che dormiva in un letto - Scusa - disse poi, sciogliendo la presa. Harry deglutì, per poi coprirsi maggiormente con le lenzuola a causa di quella sensazione che continuava a sentire. Sì, sembrava strano, ma per quanto sapesse che quella stanza fosse una delle più calde del castello, lui riusciva ancora a sentire il freddo violento che aveva sentito la sera precedente con i Dissennatori.
- No, scusami tu - disse poi il riccio.
- Per cosa? -
- Per esser scappato stanotte - Harry abbassò lo sguardo. Si sentiva effettivamente in colpa, ma di certo non era stata colpa sua o almeno non completamente e sperava che Louis avesse capito anche solo minimamente quanto male le sue parole gli avessero fatto.
Louis però non rispose alla sua affermazione - Come ti senti? - chiese alla fine.
- Non lo so - Harry non riusciva a trovare un aggettivo che potesse davvero descrivere quale sensazione provasse in quel momento. Dentro di lui si confondevano e si mischiavano un milione di emozioni, forse anche emozioni che mai in vita sua aveva provato, ma probabilmente questo era soltanto l'effetto dovuto al tremendo trauma della sera precedente.
- Lo capisco - sussurrò poi Louis.
- Già - sembrò esserci tra di loro un grande imbarazzo, dovuto al fatto che la loro ultima conversazione si era conclusa con Harry che gli urlava in faccia, tentando di fargli capire quanto dolore avrebbe provato se solo Louis se ne fosse andato, e dovuto anche al fatto che Madama Chips continuava ad essere nella stessa stanza con loro.
- Hai dormito qua? - chiese poi Harry.
- Dormire è un eufemismo - rispose quello, facendo spallucce - Mi sono addormentato all'incirca una decina di minuti prima che tu ti svegliassi -
- Non c'era motivo di rimanere qui... per me. Tanto te ne andrai comunque - Harry disse quella frase istintivamente: in realtà forse non voleva nemmeno dirla, ma non era nelle capacità di poter frenare le sue emozioni. Louis tentò di parlare, aprì la bocca, ma non uscì nessun suono.
- Harry, io... - nello stesso momento in cui era riuscito finalmente a dire qualcosa, la voce di Madama Chips riecheggiò nella stanza ed entrambi sobbalzarono sentendo l'anziana donna urlare il nome di Harry.
- Oddio ragazzo, finalmente ti sei svegliato! - si avvicinò al letto in cui Harry era disteso e sentire quel tono di voce così alto, non fece altro che aumentare il suo mal di testa - Come ti senti? - e la risposta di Harry fu analoga a quella data a Louis qualche minuto prima. L'infermiera si allontanò aprendo uno stipetto con una serie di boccette che contenevano probabilmente delle pozioni che gli sarebbero tornate utili. Harry però si stupì perchè vide che Madama Chips non aveva tirato fuori nessuna delle sue pozioni disgustose ma bensì una barretta di cioccolato.
- Tieni - disse - Ti farà bene! - sorrise e gli porse il dolce. Harry lo afferrò ma si chiese come potesse il cioccolato farlo sentire meglio dopo quello che aveva passato e per questo guardò Louis incredulo che sicuramente ne sapeva molto più di lui - Fa davvero bene, mangia Harry - disse appunto il suo professore.
Harry addentò la barretta e mangiò lentamente, come se ancora non ne avesse le forze. Madama Chips si avvicinò a lui e iniziò a carezzargli i capelli ricci, come faceva di solito una mamma e proprio quel pensiero gli fece pensare ai suoi genitori, che per poco non avevano rischiato di perdere un figlio. Scacciò quel pensiero addentando di nuovo la barretta. Sia Louis che Madama Chips lo guardarono con un sorriso, entrambi contenti che Harry si fosse svegliato e che fosse sano e salvo.
- Sono così felice che tu stia bene, ci siamo presi tutti un enorme spavento - disse la donna, scambiandosi uno sguardo d'intesa con Louis e continuando a carezzargli i capelli. Harry non seppe dire nulla, continuò a mangiare e a guardare la sua barretta che era sul punto di finire.
- Bene, vado a prenderti una pozione nell'altra stanza... professore, ci sta attento lei? - disse Madama Chips e Louis annuì, senza proferire parola, mentre Harry guardava la donna allontanarsi dalla stanza.
- E' premurosa - disse poi il riccio.
- Molto -
- Come può... una barretta di cioccolato farmi stare meglio dopo quello che ho passato? - domandò curioso.
- Me lo sono sempre chiesto, però fa davvero bene - risero entrambi, scambiandosi un'occhiata e Harry desiderò con tutto se stesso dimenticare le parole che gli aveva detto la sera prima e andare avanti con la consapevolezza che sarebbe stato capace di guardare quegli occhi per sempre.
Tornò subito dopo Madama Chips, con passo veloce e con un contenitore nelle mani.
- Dopo il dolce, l'amaro - disse versando un po' di quel liquido in un bicchiere di vetro e porgendolo a Harry - Bevi anche questo - il riccio sbuffò: era già abbastanza difficile tutta quella situazione, doveva anche bere una di quelle pozioni terribili anche solo dall'odore? Non fece storie, perchè non era assolutamente la situazione adatta anche perchè Louis lo avrebbe costretto comunque a berla, così chiuse gli occhi e decise di sforzarsi.
- Bleh - disse subito dopo, sentendo ancora un forte dolore alla testa. Si rintanò di nuovo sotto le coperte con una gran voglia di stare lì e non alzarsi mai più, sentendosi ancora debole e senza forze.
STAI LEGGENDO
take the memories away and I'll be better
FanfictionI crediti della copertina vanno a: @ileniaScipioni Trama:Harry Styles si prepara ad affrontare il sesto anno nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, durante il quale incontrerà Louis Tomlinson, il nuovo temutissimo insegnante di Difesa Cont...