Prologo

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Avete presente quando amate alla follia uno sport ma non vi riesce bene? Ecco. Io ho sempre amato la pallavolo, ma non sono capace a giocarci. È da quando avevo dieci anni che mi alleno in una palestra vicino casa con il mio allenatore George che, essendo il migliore amico di mio padre, si è offerto di farmi da allenatore e mi ha ospitata nella sua squadra.

In tutti questi anni sono stata sempre la più scarsa del gruppo. Lo so, è strano, ma è così: non mi riesce, eppure voglio farlo. Il campo è l'unico posto in cui sono libera di sfogarmi... La pallavolo per me è importantissima.

«Alza!» urla George a Sarah, che è la palleggiatrice della squadra. Lei mi alza la palla e io schiaccio.

Indovinate un po'? La palla va fuori.

George sospira «va bene ragazze, per oggi basta così. Ci vediamo lunedì.»

Vado a sedermi sulla panchina. Mi asciugo il viso con l'asciugamano e bevo un sorso d'acqua. Tutte le altre ragazze della squadra parlano tra di loro, io invece resto seduta.
Purtroppo, essendo abbastanza scarsa, le altre mi ignorano perché non mi vogliono in squadra con loro. Ma a me non mi importa nulla, perché vengo qui per allenarmi, non per fare la gallina e cercare di attirare l'attenzione dei ragazzi della squadra maschile che si allenano subito dopo noi.

«JoJo» George si siede affianco a me e fa un sospiro «cosa devo fare con te?» ridacchia e io mi alzo e metto la bottiglia dentro la borsa con un gesto rabbioso. «Non mi riesce, George. Non sono capace.»

Lui mi fulmina con lo sguardo «ricordati di non dire mai "non sono capace." Nessuno è nato imparato, piano piano ci riuscirai se davvero lo vuoi» mi dice. «Io lo voglio, George. Lo voglio davvero tanto, ma non sono...» Guardo la sua espressione e capisco che devo correggermi «...Non mi riesce.»

Sbuffo e mi siedo di nuovo con la borsa sulla spalla «continueremo ad allenarci. L'allenamento serve a questo, no? Serve a sbagliare e ad imparare da quello stesso sbaglio. Qui non ci sono campioni ma ci sono atleti che si impegnano per migliorare sempre di più. Vedrai che migliorerai anche tu..»

Mi sento davvero fortunata ad averlo come allenatore. Mi aiuta ad andare avanti nonostante io sia ad un passo dal rinunciare a provarci. Gli voglio un bene dell'anima: è come un secondo padre. Mio padre e George da piccoli vivevano nello stesso palazzo e scendevano sempre in giardino a giocare insieme. Sono felice che i rapporti tra loro siano rimasti intatti.

Gli sorrido «grazie, George» lo abbraccio. «Potresti togliermi una curiosità?» mi chiede mentre mi porto la borsa in spalla e mi alzo. Annuisco e lui indica le ragazze alle mie spalle che scherzano tra di loro «non stai mai con loro?» mi chiede e io sorrido «non mi stanno molto simpatiche. Sono forti a differenza mia, e mi considerano la più scarsa della squadra. Ma mi sta bene così.»

Lo saluto di nuovo e esco fuori.

Chissà se è vero quello che dice George. Riuscirò mai ad impararmi a giocare a pallavolo?

Spazio autrice:
Ecco il primo capitolo di questa nuova storia! Spero con tutta me stessa che andando avanti con i capitoli vi piacerà.
Vi voglio bene!
~Alessia

Soulmates |Herophine| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora