Capitolo 16

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Josephine

La mattina seguente mi sveglio con un mal di testa atroce. Mi viene da vomitare.

Apro gli occhi e mi guardo intorno. Ci metto un po' a capire dove mi trovo.

Scatto in piedi. Perché sono qui?
Ieri sono andata alla festa, ho litigato con Felix e non ricordo più nulla del resto. Di sicuro la mia intenzione non era rimanere qui a dormire... Non ho neanche chiesto il permesso ad Hero!

Se scendo e mi vede, quello mi ammazza.

Mi alzo in piedi e mi guardo allo specchio. Gemo quando mi accorgo che sembro uno straccio. Anzi, sono uno straccio. Ho le occhiaie, le labbra gonfie e i capelli spettinati.

Bussano alla porta e io sobbalzo. Oh cazzo.

Cerco invano di sistemarmi i capelli con le mani e faccio un bel respiro prima di aprire.

Hero mi guarda infuriato. Ecco, lo sapevo...

«Hero, mi dispiace se sono rimasta a dormire qui senza permesso è solo che neanche io so...» Lui entra in camera e inizia ad urlare: «Si può sapere cosa ti è preso?!»

Chiudo la porta e lo guardo confusa. «Ti stavo appunto dicendo che...» inizio a dire ma lui mi interrompe di nuovo: «Innanzitutto ti avevo avvertita di non venire alla festa. Invece cosa fai? Vieni. Ti diverti proprio a farmi incazzare, eh? Inoltre non è che magari ti vedo seduta su un divano a parlare con qualche tua amica anzi: Ti trovo in piedi su un tavolo a ballare come una matta! Mancava poco e facevi pure uno spogliarello davanti a tutti.»

Ho il fiato pesante, non riesco neanche più a respirare. Mi siedo sul letto e abbasso lo sguardo.

Lo sento sedersi affianco a me. «È davvero questo che stavo facendo?» gli chiedo. «Si.»

Scuoto la testa. «Non ero lucida in quel momento. Avevo bevuto», gli spiego.

«Quello che non capisco è perché? Cosa ti ha portato a bere? Insomma, da quel poco che conosco di te so che non sei quel tipo di persona.»

Sbuffo. «Non ti ci mettere anche tu. Mi è bastato il commento di Felix.»

A quella mia affermazione alza lo sguardo di scatto. «In che senso? Cosa ti ha detto Felix?» mi chiede a denti stretti e con gli occhi socchiusi.

«Mi ha solo detto che per lui sono venuta alla festa solo per dimostrarti che non sono una santarellina. Poi mi ha detto di andarmene solo perché non sono salita in camera con lui e che tanto nessuno mi voleva a quella festa. Nemmeno tu. Infatti mi ha detto che stavi al piano di sopra a scoparti Loren.»

Il respiro di Hero accelera. «Bè, partiamo dal presupposto che io stavo in cucina a bere con Morgan. Ti ha chiesto di salire in camera con lui?» mi chiede e io annuisco.

«Hero, ti ho detto che delle opinioni di chi per me non è niente non mi fanno ne caldo ne freddo, ma non mi faccio trattare in questo modo. Non posso fare l'indifferente ad ogni cattiveria che mi dicono, capisci?» gli spiego e lui mi guarda aspettando che continui a parlare.

«Se ero venuta a quella festa è perché volevo provare qualcosa di nuovo. E il fatto che tutti mi prendiate come una santarellina mi fa ribollire il sangue. Io posso essere stronza più di te, Morgan e Felix messi insieme. Ma è questa la differenza: voi siete stronzi con tutti e state simpatici solo a quelli stronzi come voi; io sono stronza con chi è stronzo con me, ma sono gentile con chi è gentile con me. Per questo sto simpatica a persone che hanno un briciolo di dignità, persone che ti aiuterebbero quando ne hai bisogno, persone che ci tengono. Sono poche queste persone, ma preferisco avere pochi amici buoni e veri anziché amici stronzi come Felix.»

Lui resta in silenzio. «Come fai ad essere suo amico?» gli chiedo e lui scuote la testa. Si sta per alzare ma lo blocco afferrandogli il braccio.

«Io ho espresso le mie emozioni con te nonostante "non siamo amici"» gli dico.

Lui mi guarda e poi si siede di nuovo. «Prima dimmi perché ieri sera hai bevuto.»

Sospiro. «Ho bevuto perché volevo dimostrare a Felix che...»
«Ecco, vedi? Jo, tu non devi dimostrare niente a nessuno, chiaro? Tu sei te stessa: la ragazza bionda, solare, sorridente e stronza. Chi non ti vuole così e chi cerca di farti cambiare devi solo mandarlo a fanculo.»

Lo guardo intensamente per vedere se sta scherzando. No, dal suo sguardo intenso quasi quanto il mio capisco che ciò che ha detto lo ha detto perché lo pensava davvero. Questo mi rende felice.

«Era proprio ciò che volevo sentirmi dire» ridacchio. «Ora potresti dirmi qual'è il tuo problema, Hero? Insomma, io so che tu non sei così. Tu sai essere gentile a modo tuo a differenza degli amici che ti circondano. Io penso che se stessi alla larga da loro saresti gentile molto più spesso...»

Lui scuote la testa. «È questo il punto: loro sono tutto quello che ho. Senza di loro io non avrei nessuno, sarei solo.»

Mi si spezza il cuore per lui. «Ci sarei io.»

Eh?

«Eh?» sembra sorpreso. «Bè, anche io ieri ho scoperto che Sam va alle feste e si ubriaca. Lei è la sola amica che ho e mi si spezza il cuore vederla ubriacarsi. Siccome entrambi rimarremmo soli senza i nostri unici amici, potremmo provare ad esserlo anche noi due. Che ne dici?»

Lui mi guarda e annuisce. «Chi me lo ha fatto fare?» ridacchia e io gli do un pugno sul braccio «ti sentirai fortunato ad avermi come amica» mi vanto.

«Ora alza il culo da quel letto e allenami a giocare bene a pallavolo.» gli dico e lui si alza «sissignora.»

Io e Hero siamo ufficialmente amici. Bene, ci sarà da divertirsi!

Spazio autrice:
Secondo me, da qui in poi la storia si farà molto più interessante.
Aggiornerò presto!
Vi voglio bene❤️
~Alessia

Soulmates |Herophine| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora