Capitolo 28

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Hero

«Bè, buon pomeriggio anche a te» dico alla mia atleta preferita che si è intrufolata in casa mia e non so neanche come abbia fatto ad entrare.
Forse perché prima che tornassi dalla scuola c'era mio padre e le ha aperto prima di andare in palestra.

«Brava, ti stai già riscaldando. Che c'è? Hai paura che ti rifaccia fare un allenamento come quello di ieri?» la prendo in giro e lei sbuffa. «Ti piacerebbe. Non ho mica paura dei tuoi allenamenti faticosi, sai? Sono abbastanza forte da poter sopportare tutto. E poi lo sai bene che non ammetterei mai di aver paura se tu già te lo aspetti. L'orgoglio è più forte di me.»

Prende l'elastico e si mette a fare esercizi con le braccia. «Quindi stai ammettendo di aver paura...» ridacchio «no, era un ipotesi. Se avessi paura, non te lo direi perché tu già te lo aspetti. Ma ripeto, non ho paura.»

Annuisco per finire questo discorso inutile, tanto so che è come dico io: ha paura. Ma no, oggi non la farò stancare tanto perché mi sono venute  idee migliori per farla allenare.

«Posso farti una domanda?» mi chiede lanciando l'elastico all'angolo della palestra e venendo verso di me a passo lento. «Non hai detto a tuo padre del mio miglioramento?» mi chiede.

Mi iniziano a sudare le mani e vado nel panico. «No, non ho avuto tempo di parlarci» le dico e lei ci crede. «Ok, perché mi ha parlato di una partita che si terrà poco prima delle vacanze di Natale, e vorrebbe avere me come titolare.»

Il mio cuore perde un battito. Perché mio padre le ha parlato della partita? Cavolo, se lei giocherà come titolare mio padre vedrà che è migliorata e...

«Allora?» continua lei, e io sbuffo. «Allora cosa? Che vuoi che ti dica? Che sei brava? Si, sei brava e sei migliorata, quindi partecipa alla partita, se vuoi» sbraito e lei mi guarda con uno sguardo sconfitto.

«Sei serio? Certo che mi devi dire che sono brava! Dovresti essere felice della proposta di tuo padre, Hero. Se sono migliorata è solo grazie a te, emerito idiota. E poi cosa ti prende? Sei entrato qui con tanta voglia di scherzare e ora mi tratti male? Che c'è, non mi vedi migliorata? No, perché se è così me ne devi parlare e....»

«Basta!» la blocco. «Cazzo, non ti ho detto niente e tu cominci a sbraitare così. E poi quello pazzo sarei io? Sai che c'è? Visto che sei migliorata, perché non te ne torni in palestra dalle tue compagne e ti alleni per questa stupida partita, eh? Tanto io non ti servo più a nulla. O sbaglio?»

Esco, lasciandola dentro alla palestra a bocca aperta. Si ok, potrei avere un tantino esagerato, ma ha iniziato lei. Io stavo parlando con calma e lei ha cominciato a parlare veloce e a darmi del pazzo. Scherziamo? È lei quella tutta matta. Perché sta ancora qui se si vede migliorata?

Lo sapevo. Sapevo che non avrei dovuto affezionarmi a lei, perché sono sicuro che se oggi lei se ne va da questa casa e torna in palestra da mio padre, io e lei non ci vedremo più. Tutto tornerà come prima, e anche noi torneremo come prima: estranei.

Era questo ciò che ho sempre voluto evitare da quella sera in cui stavo per picchiare mio padre e lei mi ha aiutato a ragionare e poi il mio istinto diceva di baciarla, e l'ho baciata. Da quel giorno ho iniziato a provare emozioni. Emozioni che non riuscivo a controllare perché non le avevo mai provate prima d'ora. Da quel giorno mi sono affezionato a lei così tanto da avere costantemente la paura di perderla. Però mi ripetevo che non volevo relazioni, ma sapevo che non era vero. Ogni volta che vedevo che migliorava la sentivo sempre più lontana da me, e ora che mi ha detto che mio padre la vuole come titolare... Bè, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Ma se provassi a far cambiare idea a mio padre?

Spazio autrice:
Sento odore di guai, ripeto, sento odore di guai.
Bè, staremo a vedere cosa combinerà Hero.
Aggiornerò presto!
Vi voglio bene❤️
~Alessia

Soulmates |Herophine| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora