Josephine
Sono più che sicura che questa cosa che George ha da dirmi è brutta. Lo capisco dal modo in cui mi guarda quando ci sediamo al tavolo e dal modo in cui prende le mie mani.
«Di cosa devi parlarmi, George?» gli chiedo ansiosa. Spero solo che non esca dalla sua bocca che Hero è malato o qualcosa di simile.
«Ti sarai chiesta di sicuro il perché in questa casa non c'è una donna» mi dice e io annuisco.
«Devi sapere che c'è un motivo per cui Hero si comporta così e c'è un motivo per cui è così arrogante con tutti...» smette un attimo di parlare e io aspetto che continui.
«Ha perso la mamma quando aveva dieci anni. E insieme a lei anche la sorella» mi spiega.
Cavolo.
Mi tremano le labbra e sento le lacrime farsi strada nei miei occhi. Avevo notato che non c'era nessuna donna qui, e mi chiedevo che fine avesse fatto la madre. Ma mi sembrava scortese chiederlo.
«So anche che ti starai chiedendo il come sia successo tutto ciò» mi dice cercando di trattenere le lacrime ma noto che ha le mani molto fredde e tremanti.
Mi si spezza il cuore per lui.
«Una sera io ero in palestra ad allenare la squadra maschile, quindi c'era anche Hero: faceva Minivolley. Mercy invece, che è l'altra mia figlia, faceva Danza e finiva prima di Hero quindi non potevo andarla a prendere io. Perciò ci ho mandato mia moglie Martha. A fine allenamento io e Hero siamo tornati a casa affamati perché era molto tardi, quindi ci aspettavamo di tornare e di trovare una bella cenetta pronta. Quando invece...» gli si incrina la voce e a me scende una lacrima.
Gli stringo forte una mano e lui fa un bel respiro prima di ricominciare a parlare. «Invece poi siamo tornati a casa e le luci erano tutte spente. Mi sembrava strano perché Mercy finiva un'ora prima di Hero, quindi non potevano non essere tornate. Ho chiamato i vicini, ho chiamato i nonni di Hero, ho chiamato la polizia... Non sapeva nessuno dove fossero finite. Infine mi arriva la chiamata da un poliziotto che aveva seguito la strada che avrebbe dovuto fare Martha per tornare a casa e ha trovato una macchina ribaltata in fondo ad una fossa e un'altra macchina sfasciata sul davanzale. Ovviamente la macchina ribaltata era quella di mia moglie.»
Non so cosa dire. Non ho davvero idea di cosa dire o fare in questo momento. Sono confusa, sono dispiaciuta. Non ho parole per descrivere come mi sento immaginandomi la povera donna con sua figlia di cinque anni schiantarsi e morire dentro una macchina senza neanche avere il tempo di agire o di capire cosa stesse succedendo.
«L'uomo che guidava l'altra auto era ubriaco e drogato. Stava contromano, e questo spiega perché è accaduto l'incidente. Andava a tutta velocità e mia moglie non ha fatto in tempo ad agire che in un attimo ha perso la vita insieme a mia figlia.»
Ormai ho il viso rigato di lacrime. Oltre ad immaginarmi le due povere vittime penso anche ad Hero e a George che hanno dovuto subire una perdita così atroce. Mi fa male il cuore e non riesco a respirare.
«Ti ho traumatizzata, eh? Jo, ne è passato di tempo. Il dolore resta ma con il tempo ho dovuto capire che avevo un figlio da crescere, e mia moglie non avrebbe voluto un figlio arrogante o un criminale come quello che le ha tolto la vita. Hero ci è stato male quasi quanto me. Non mangiava, non parlava, non giocava con gli altri bambini. Mi sentivo fallito. Hero era affezionato alla madre, ed era così felice di avere una sorellina. Quando ha saputo dell'accaduto sembrava come se fosse morto con loro. Ha dovuto curarsi prendendo dei medicinali che lo aiutavano a dormire e a calmarsi, altrimenti avrebbe avuto una crisi isterica ogni cinque minuti per quanto era addolorato. Ora il dolore si è dissolto ma il ricordo ancora gli fa male. Ora ho conosciuto questa donna: si chiama Karen. L'ho conosciuta durante una cena di lavoro, e mi ci trovo bene. Voglio andare avanti con la vita, Jo. So che lui non lo accetterà all'inizio ma vorrei che anche lui andasse avanti. Non voglio che dimentichi, perché non si può dimenticare una cosa del genere. Voglio solo che sia felice. Che sia forte e che vada avanti. Non voglio che sia così chiuso e triste per il resto della sua vita.»
Ad un certo punto non riesco a pensare ad altro che ad Hero. Il povero bambino di dieci anni che ha perso all'improvviso una madre e una sorellina. Ora lo capisco un po' di più, e mi piange il cuore per lui.
«No, non mi hai traumatizzata. È solo che io mi sono comportata così male con Hero perché ero partita dal presupposto che fosse stronzo come gli amici che frequenta.»
Mi porto le mani sul viso e George me le toglie. «Non sono suoi amici. Hero li chiama amici solo perché si comportano come lui. Ma la differenza è che loro sono così di carattere; Hero è così per scelta. Per rabbia.»
«Io so che Hero è gentile. A volte gli prendono dei momenti di simpatia che mi fanno ridere e che mi fanno capire che lui è una brava persona. Voglio solo provare a conoscerlo meglio. Gli ho già proposto di diventare amici e lui ha accettato. Se solo si aprisse un po' di più...» Gli dico.
Lui mi guarda ammirato. «Sei così dolce, Josephine. Sono sicuro che se Hero avesse al suo fianco una ragazza come te vivrebbe più sereno.»
Il mio cuore perde un colpo e mi pulisco con le mani il viso che era ancora rigato di lacrime.
***
Quando finiamo di mangiare io mi alzo. «Vado a dormire. Notte George.»
Lui mi abbraccia. «Notte JoJo» mi posa un bacio sulla testa e io esco dalla cucina.
Arrivata al piano di sopra guardo la porta chiusa della camera di Hero.
Voglio parlargli.
Mi avvicino e busso. «No.» Mi dice.
«Hero per favore. Voglio solo parlare.» Gli dico e lui dopo un po' viene ad aprirmi.Quando mi vede abbassa lo sguardo e si sdraia sul letto. Ha le guance e gli occhi rossi.
Ha pianto?
«Non mi va di sentirti anche stasera, ok? So che per te ho sbagliato a comportarmi così con mio padre ma tu non sai niente.»
Mi siedo affianco a lui. «Tuo padre mi ha detto tutto.»
Spazio autrice:
Oh oh, e ora? Come la prenderà Hero? Poveretto: ne ha passate tante. Ma come dice George anche lui dovrebbe andare avanti con la vita, no? George ha trovato una donna. Ma Hero? Bè, può darsi che Jo sia la risposta... Lo scopriremo!
Aggiornerò presto!
Vi voglio bene❤️
~Alessia✨
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Soulmates |Herophine|
FanfictionAvete presente quando amate alla follia uno sport ma non riuscite a metterlo in pratica? Ecco. Josephine è una ragazza di diciotto anni ed è innamorata della pallavolo. Pratica questo sport da quando aveva dieci anni ma non ha mai ottenuto buoni ris...