Josephine
«Buongiorno George» dico con voce assonata sedendomi a tavola affianco a lui.
Wow, la tavola è ben apparecchiata e c'è un sacco di cibo: Cornetti, uova, ciambelloni... Di tutto!
«Buongiorno JoJo. Accomodati pure, mangia tutto ciò che vuoi» mi dice.
Ridacchio. «Ma tutta questa roba? Insomma, sembra di stare alla colazione Pasquale!» Ridiamo entrambi.
«Ma non ci stiamo» risponde una voce... Quella voce.
Hero entra in cucina e si siede di fronte a noi. «Lo so che non ci stiamo a Pasqua, ma volevo fare una battuta mattutina per iniziare la giornata con il sorriso, permetti? Ora capisco perché sei sempre così acido.»
Lui ride e si porta un cornetto in bocca. «Io acido? Ma ti sei guardata? Ho detto solo che non stiamo a Pasqua e hai cominciato ad insultarmi dicendo cose a caso!»
George continua a mangiare facendo finta di niente. Mi viene da ridere.
«Bè, grazie per la colazione George ma è ora che torni a casa» mi alzo e guardo male Hero prima di abbandonare la cucina.
Mentre prendo la mia roba sento George bisbigliare qualcosa ad Hero. Credo che gli abbia detto di venirmi almeno ad accompagnare alla porta, perché me lo ritrovo dietro quando mi giro.
«Che vuoi?» gli chiedo. Lui alza gli occhi al cielo «voglio solo che tu te ne vada perché mi stai facendo saltare i nervi già di prima mattina, quindi se permetti ti accompagno alla porta.»
So benissimo che non lo sta facendo di sua spontanea volontà. Sta solamente cercando di fare l'indifferente per non farmi capire che glielo ha detto George. E quando George chiede una cosa, non gli puoi dire di no.
«Ah, ma che gentile» ironizzo portandomi una mano sul petto. «Lo so, sono un vero gentiluomo» mi dice lui facendomi scoppiare a ridere.
Gentiluomo? Lui?
«Mm, certo certo. Ci vediamo lunedì!» Esco fuori e inizio a correre perché... Non lo so perché. Hero resta impalato alla porta. «Hai le scarpe slacciate!» lo sento urlare.
Impaurita di cadere, mi guardo le scarpe e mi accorgo che sono allacciate perfettamente. Stronzo.
Senza neanche girarmi a guardarlo ridere perché ci sono cascata, alzo il braccio e gli faccio il dito medio.
***
«Ti sei decisa a tornare.» Mi dice mio padre quando chiudo la porta di casa. Sono fradicia e sto morendo di freddo. Mentre correvo verso casa ha iniziato a grandinare e a piovere molto forte.
Lo raggiungo in cucina e lui mi squadra da capo a piedi. «Perché sei bagnata?»
«Sono venuta a piedi e ha iniziato a piovere» gli spiego.Mio padre sospira. Ma che ha? «Spiegami perché sei rimasta a dormire a casa di George» mi dice. «Perchè tu e mamma non c'eravate a casa e io mi sono dimenticata di mettere le chiavi nello zaino.»
Si alza e viene verso di me. «Perchè stai diventando così sbadata? Prima eri la ragazzina perfetta che si preoccupava di tutto e non si scordava mai di nulla e ora invece guardati!» Allunga le mani verso di me.
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Soulmates |Herophine|
FanfictionAvete presente quando amate alla follia uno sport ma non riuscite a metterlo in pratica? Ecco. Josephine è una ragazza di diciotto anni ed è innamorata della pallavolo. Pratica questo sport da quando aveva dieci anni ma non ha mai ottenuto buoni ris...