Mi sussurri
di non temere ciò che sarà
che tu abile principe azzurro dell'inganno,
resterai agile eternamente per combattere al mio fianco.
Eppure ti nascondi
dietro spalle ricurve,
nel momento sconsolato
in cui io sento di dovermi aggrappare
ad un illusione evanescente di sicurezza al sapore di zucchero filante.
E no, tu scompari,
ritiri i tuoi artigli e coprendoti gli occhi,
fingi di non essere complice del
mio obbrobrio disgustoso
rigurgitante alimenti ammuffiti
e sensazioni peccatrici.
Celi le tue prerogative
e non ti interroghi neppure
sulla paura che cupa
che sbatte contro finestre
all'una di notte il vento violentatore.
E come chiedi, ti verrà elargito
ma non sarà che un amaro dono
disprezzato da ogni mio singolo
capello arruffato
da questo incrocio di sguardi
stufato.