Capitolo 15 - Valzer

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Erano passati due giorni da quando Louis si era improvvisato per lui come guida turistica.

Si girò sul letto per guardare la sveglia.

11.39

"Strano" pensò "perché non ha suonato?"
Non ricordava di averla disattivata quindi non aveva idea di cosa fosse successo. Decise che ci avrebbe pensato in un'altro momento.

Si alzò e andò a fare una doccia augurandosi che lì non ci fossero bollette da pagare, perché ultimamente stava usando davvero tanta, tanta acqua calda.

Prese lo shampoo e inizio a lavarsi i capelli.

Louis gli aveva fatto vedere gran parte dell'isola e neanche una volta Harry era riuscito a rimanere indifferente a tutte le meraviglie che trovava avanti a sé.

Sciacquò via lo shampoo e applicò il balsamo. Ehy, i suoi coppelli saranno anche stati stupendi, ma ogni tanto bisognava pur aiutarli e rinforzarli.

Ricapitolando, Harry più o meno era riuscito a fare un quadro generale della situazione.

Una volta all'anno Louis sognava una persona terrestre che più ha bisogno di fuggire dalla terra per vivere bene. Anzi, per vivere in generale.
Louis scendeva dall'Isola e andava dalla persona che aveva sognato e le offriva di andare a Neverland, dopo di che il ragazzo o la ragazza avrebbero potuto decidere se rimanere o tornare sulla Terra, a seguito di un mese di prova.

Sciacquò via il balsamo e iniziò a insaponarsi il copro.

Gli abitanti di Neverland erano divisi in gruppo: umani, fate, gnomi, folletti, spiriti della foresta, e nani.
Si pranzava e si cenava tutti insieme nella Sala Sotto Terra e poi durante la giornata ognuno si dedicava alla propria attività.
Alcuni avevano un bar, altri erano artisti, altri ancora davano una mano alla cuoca per la preparazione della Sala e così via.
Ognuno sceglieva cosa fare per conto proprio alla fine del mese di prova.
Non sembrava male.

Harry si sciacquò sotto il getto dell'acqua e uscì.

Orami aveva rinunciato al credere che quella fosse tutta una fantasia. Era tutto troppo realistico, non poteva essere frutto dell'immaginazione.

Quando due giorni fa lo aveva detto a Louis, durante la cena, il ragazzo aveva esultato e poi, alzandosi, aveva proposto un brindisi con il bicchiere in alto:«A Harry, che finalmente ha capito che esistiamo!». E tutti avevano risposto «A Harry!» facendo poi scontrare i loro bicchieri che si erano trasformati in eleganti calici stretti e lunghi, pieni di champagne.

Quello di Louis era stato un gesto carino. Si era sentito parte di qualcosa.

Già, Louis.

Ormai era il suo pensiero fisso.

Passava la maggior parte del tempo con lui e solo a cena si univano agli altri.

Quando non era con lui iniziavano le domande. Cosa starà facendo? Con chi starà? Quando verrà a bussare alla porta del mio appartamento?

Prima che potesse anche solo aprire l'armadio, qualcuno bussò alla porta.

Era Louis.

«Wow» si lasciò sfuggire il più grande quando Harry aprì.
Il riccio portava in vita un'asciugamano (che fortunatamente copriva in maniera decente), la pelle era ancora bagnata e i capelli facevano cadere piccole gocce d'acqua sul petto del ragazzo.
Louis guardò una gocciolina staccarsi da una ciocca di capelli, arrivare sulla pelle del petto e poi scendere più giù, più giù e poi... Louis arrossì e portò nuovamente lo sguardo su.

«Mi cercavi?» chiese finalmente Harry, sorridendo con un solo lato della bocca all'insù.
«Umh, sì. Credo di sì.» rispose l'altro «volevo assicurarmi che fossi sveglio, oggi mangiamo un po' prima così che poi abbiamo tutto il pomeriggio per imparare a volare».
Gli occhi di Harry si illuminarono «Davvero Lou?». Il più grande annuì e Harry lo abbraccio di slancio sollevandolo da terra.

Somewhere in NeverlandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora