Capitolo 3 - Smeraldo

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"Harry, ti fidi di me?"
Il riccio lo guardò alzando le sopracciglia vagamente confuso "perché?" Chiese.
"Perché ora dobbiamo arrivare sull'Isola Che Non C'è. Per farlo, ti devi fidare di me"
"Ah, capisco." Disse semplicemente Harry "cosa devo fare?"
"Avvicinati a me, tra di noi deve rimanere lo spazio che serve per farti allungare le braccia" spiegò Louis aspettando che l'altro facesse ciò che gli era stato detto. "Poi, dopo aver steso le braccia verso di me - continuò il ragazzo dagli occhi blu con la voce bassa e calma - chiudi gli occhi e respira lentamente".
Harry, inizialmente un po' timoroso, fece quanto gli era stato detto. Chiuse gli occhi e dopo poco il suo respirò si regolarizzò e tutto il suo corpo si rilassò. Le punte delle converse verdi di Louis toccavano la punta delle sue scarpe. Occhi Blu gli afferrò i gomiti e rimasero così per alcuni istanti.
Infine Louis con uno scatto repentino gli toccò forte un nervo principale in un punto del braccio e Harry, in un barlume di coscienza "era proprio necessario?" Gli sussurò, per poi svenire tra le braccia di Louis che lo raccolse prontamente.
"No Riccio. Non era necessario, ma non mi perderei mai il piacere di sentire il tuo profumo sulla pelle, senza dovermi preoccupare." E con queste ultime parole spiccò il volo con Harry tra le braccia.
Quando Harry si svegliò il sole era alto bel cielo. Sentiva il suo corpo indolenzito e gli risultava difficile muoversi, così rimase fermo a guardare il cielo azzurro cosparso di nuvolette paffute e bianche, per un tempo che gli parve infinito. "Proprio come previsto, ho immaginato tutto" si disse. Passarono diversi minuti.
"Certo che ho proprio una bella fantasia - pensò sorridendo - e anche molta fortuna se ho passato la notte in un vicolo, da solo e incosciente, e sono ancora vivo".
"Riccio, sei sveglio?" Gli chiese una voce da qualche parte vicino a lui. La voce era fuori dal suo campo visivo, ma lui la riconobbe. Louis.
Si girò di scatto per vederlo, e subito un forte giramento di testa lo bloccò. Si portò le mano all'altezza delle tempie e con gli occhi chiusi appoggiò di nuovo il busto a terra. Era vagamente preoccupato. Perché Louis, frutto della sua immaginazione ubriaca, era ancora lì?
"Perché sei qui?" Chiese con la voce più roca del solito, dovuta alle diverse ore di sonno appena trascorse. Un brivido percorse la schiena dell'altro ragazzo, perché, "che diamone! Quella voce così bassa è tremendamente... Eccitante, sexy, stupenda" pensò trattenendosi, perché avrebbe potuto continuare a parlare della voce di Harry per ore.
Louis si destò dai suoi pensieri su Harry scuotendo il capo, come per allontanare definitivamente le sue fantasie "La vera domanda è: 'perché sei tu qui?' Non credi?" Dise con non-calanche. "Non sono certo io quello che è arrivato per la prima volta all'Isola Che Non C'è".
Harry scoppiò a ridere, "beh, evidentemente sono ancora ubriaco, magari sto sognando. Quindi tanto vale non pensarci e andare avanti, giusto?".
Louis tentennò un secondo chiedendosi come facesse quel bellissimo ragazzo dagli occhi verdi a non credere neanche un po' nella magia e ad essere così ottuso. Ma preferì non dirgli niente e rimanere al suo gioco. Annuì e "dai su, è ora di alzarsi e presentarti al gruppo" disse.
"Gruppo?" Chiese Harry confuso.
"Si, il gruppo. Non crederai che io viva qui tutto solo, vero?" Rispose retoricamente Louis, "non hai mai letto la storia di Peter Pan?".
"Certo che sì! Per chi mi hai preso?" Domandò Harry alzandosi di scatto dall'erba soffice. Ma ancora una volta il dolore alla testa lo fece barcollare, probabilmente sarebbe caduto se non fosse stato per le forti braccia di Louis che lo avevano afferrato prontamente.
"Calma Smeraldo, il viaggio terra-Isola Che Non C'è ti ha stordito e indebolito. Vai piano." Si raccomandò Louis.
Ma Harry di tutta la frase se aveva sentito solo le prime due parole. Smeraldo. Smeraldo. Smeraldo.
"Come mi hai chiamato?" Chiese poi.
"Smeraldo."
"Ah, capisco."
Quando Harry riuscì a stare in piedi senza l'aiuto di Louis, quest'ultimo guardò il riccio negli occhi, gli prese la mano e spiccò il volo, portando Harry con se.

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