Meeting.

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Un abito lungo e nero fasciava il mio corpo perfettamente mentre con Louis andavo al suo meeting di lavoro.
Stavolta in una Ferrari nera e non nella solita Range Rover.

"Ehm,Signor.Tomlinson devo darti del lei in pubblico?"chiesi.
"No piccola,e puoi chiamarmi Louis quando siamo con gli altri."
"Va bene Louis."sorrisi.

Arrivati alla grande villa del padre di Louis scendemmo e entrammo dentro la casa.
Gente che beveva champagne e rideva elegantemente.
Altra che sedeva nei tavolini disposti nella sala centrale a mangiare le pietanze del ricco buffet che mi si presentava dinnanzi.
Dolci di tutti i tipi e di tutti i colori,insalate miste,carne,pesce e tanto altro cibo.

"Piccola prendi quello che vuoi."mi disse Louis con un sorriso.
"Ok."risposi semplicemente.

Cominciai ad avventarmi sui dolci e prendere tutto quello che mi capitava sotto il naso.
Mi sedetti ad un tavolo e iniziai ad ingozzarmi come se non ci fosse un domani.

"Arabella lui è mio padre."sentii la voce familiare di Louis da dietro le mie spalle.
Mi girai e vidi un bellissimo uomo sulla quarantina con occhi azzurri come il figlio e corti capelli neri,con qualche accenno di capelli bianchi.
"Ehm,falve fignor tomvlinson."deglutii dall'imbarazzo e ricominciai a parlare.
"Volevo dire,salve Signor.Tomlinson mi scusi per la mia goffaggine."sorrisi istericamente e imbarazzata.
"Tranquilla,è un piacere conoscerti e chiamami Mark."
"Il piacere è mio Mark."
"Dunque quanti anni hai Arabella?"
"Ne ho 16."
"Cioè,santo cielo non sei un po' piccola per Louis?"chiese stupito.
"In realtà si ma.."

Non feci in tempo a finire che Louis mi interruppe dicendo che dovevamo andare a casa di fretta.
Appena usciti di fuori lo fermai.

"Ehi ma che cavolo ti prende?"chiesi infastidita.
"Uno non parlarmi così,e due mio padre non deve sapere niente sulla nostra "relazione"."
"E perché?"
"Perché sennò mi caccerebbe dall'azienda e non avrò più soldi."

Entrammo in macchina in silenzio e il resto del viaggio fu tutto così.
Appena arrivati scesi e aspettai che Louis aprisse la porta di casa,ma non lo fece.

"Beh vuoi rimanere tutta la notte qui o apri la porta?"domandai.
"Non aprirò la porta."
"E perché sentiamo."lo sfidai.
"Voglio un bacio."

Sorrisi e mi alzai sulle punte circondando il collo del mio uomo e subito lo baciai sulle sue labbra morbidi e sottili.
Infilò la lingua nella mia bocca e il bacio diventò sempre più passionale e violento.
Mi staccai e gli sorrisi.

"Mi piaci così tanto papino."arrossii pensando che le mie parole uscirono troppo di fretta dalla mia bocca ed abbassai lo sguardo.
"Anche tu mi piaci piccola."
Rialzai il viso e sorrisi ancora una volta per poi baciarlo di nuovo.

I'm your Daddy. [l.t]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora