9 | Occhi chiusi

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«L'amore fugge come un'ombra l'amore reale che l'insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi l'insegue»

-William Shakespeare


Erano minuti che Anna si fissava le mani tremare di fronte allo specchio. Gilbert l'aveva baciata e lei non si era scostata, non subito almeno.

Perché non si era scostata?

Una vocina nella testa le chiese perché diamine si era spostata!

Anna si fissò nello specchio e quello che vide la sconvolse. Aveva i capelli più arruffati del solito, le labbra rosse e qualcosa negli occhi che la spaventò.

Sapeva, ormai da tempo, che provava qualcosa per Gilbert. Anche se l'aveva sempre nascosto a se stessa. Ma aveva paura, perché lui era suo amico e lei non avrebbe permesso che una cosa del genere distruggesse i suoi equilibri.

Aveva già perso troppe persone per permetterlo.



Gilbert aveva fatto tutto il viaggio di ritorno con la testa tra le nuvole. Per alcuni istanti vagava, guardando per terra o distraendosi un momento e poi le immagini di pochi minuti prima lo colpivano e lui faceva fatica a credere.

Aveva baciato Anna e lei non si era scostata.

Vide qualcosa muoversi davanti ai suoi occhi e si riscosse. «Gilbert! Ci sei?»

Il ragazzo fissò con sguardo vacuo Sebastian e poi sospirò. Aveva due opzioni davanti a sé: mentire e fare finta di niente o raccontare a Bash quello che era successo.

Ancora prima di pensarci bene si ritrovò a sorridere. «Non crederai mai cosa sto per raccontarti»

Bash accennò una risata divertita. «C'entra con la fuga di una certa ragazza?»

Gilbert abbassò lo sguardo, incapace di pensare ad altro se non al bacio. «L'ho baciata»

Sebastian fermò il cavallo e si voltò a guardarlo, come se fosse pazzo o peggio.

«E?»

«E lei non è scappata. Non subito, perlomeno» sussurrò tra i denti l'ultima parola e poi sospirò. Era in grandi casini.

«Questo è buono Gil. Significa che ricambia» Bash scoccò le redini e il carretto riprese a muoversi ma Gilbert non si azzardò a parlare. Per quanto voleva credere alle parole dell'amico non era convinto. Anne non era presa da lui.

«Non ti ha allontanato giusto? C'è stato un momento in cui poteva farlo e non l'ha fatto?»

Gilbert ripensò al bacio. Era stata lei a trattenerlo, a sfiorarlo con la mano gelida. A sospirare e chiudere gli occhi. Non poteva negarlo.

«Sì. C'è effettivamente stato un momento in cui poteva schiaffeggiarmi e non l'ha fatto»

«E quindi?» disse Bash fermando nuovamente il cavallo. «Cosa stai facendo ancora qui?»




Anne sentii il colpo sbattere sul portone di legno ed ebbe un brivido lungo la spina dorsale. Non aveva ragione di impaurirsi, poteva essere Matthew che si era dimenticato qualcosa o Marilla che l'aveva inseguita preoccupata per la sua corsa campestre.

Ma Anne lo sapeva, lo sentiva nelle viscere più profonde. Gilbert era lì fuori. Per lei.

Rifletté sul da farsi, non aveva senso fingere di non essere a casa, c'erano pochi posti dove lei sarebbe potuta correre via e quello era il primo. Ancora incerta sul da farsi si mosse per avvicinarsi alla porta in legno quando al bussare si aggiunse la voce affannata di Gilbert.

«Anne ti prego apri. Lo so che sei lì, ti riesco a sentire»

Ascoltando il suo tono ansioso, Anne provò un brivido di sollievo. Forse anche per lui quel bacio era stato un errore, forse anche lui non voleva compromettere la loro amicizia.

Anne aprì la porta con il cuore più leggero, riuscì persino ad accennare un sorriso. «Ciao»

Gilbert la fissò, tirando un sospiro e allargando il colletto della camicia. Osservò ogni angolo della sua faccia e della sua espressione per capire cosa stesse accadendo.

«Anne...»

«Oh Gilbert, dimmi che anche tu sei sconvolto! Dimmi che non sai cosa sia successo, un errore madornale, madornale» sussurrò entrando dentro e facendo strada anche al ragazzo.

Ma lui non la seguì, restò pietrificato sull'uscio.

Anne si voltò e lo fissò. Per un attimo il silenzio fu tale che si sentì il nitrito di un cavallo in lontananza.

Qualcosa nell'espressione di Gilbert le fece gelare il sangue e rivoltare lo stomaco. La fissava, con rabbia e qualcos'altro che non seppe identificare. Sembrava essere incapace di riuscire a parlare.

«Gilbert io non voglio che la nostra amicizia si rovini. Lo so che per te è nulla forse, ma per me significa molto. Possiamo cercare di andare avanti e pensare a questo come un errore da cancellare?»

L'espressione di pietra di Gilbert scattò. La guardò con un dolore ed una rabbia così cieca che Anne si spaventò. Porto la mano sul ventre e trattenne il fiato.

«Un errore? Da cancellare?» non sembrava nemmeno la sua voce. «Anne, tu non capisci. Questo per me non è un errore da cancellare. Non potrei cancellarlo dalla mente nemmeno se volessi. Quando sarò anziano, circondato dai miei nipoti, ricorderò questo giorno. Sei impressa nel mio cuore e nella mia mente e non farò più finta che non è così. Non voglio più essere codardo, non voglio più guardarti e distogliere lo sguardo per non farti preoccupare. Anne io sono innamorato di te. Sono innamorato di te dal momento in cui hai guardato la prima volta, dal momento in cui mi hai spaccato una tavoletta di legno in testa, dal momento in cui ho pianto sulla tua spalla. Non riesci a capirlo? Non capisci la portata del mio sentimento?»

Anne vacillò, precipitò sul tavolo in legno facendo vibrare tutti gli utensili sopra. Non riuscì a fermarsi e cadde sulla panca. Era senza fiato e con la testa vuota. Riusciva solo a pensare: no...no....no...

Si poggiò una mano sul volto e si accorse di star piangendo. Gilbert a quel punto si avvicinò per consolarla, o baciarla di nuovo forse, ma lei scattò in piedi mettendo quanta più distanza tra di loro.

«No...» disse infine ad alta voce. «No...» ripeté, fissandolo.

Gilbert si sentì morire. Si sentì come quando aveva sotterrato suo padre. Gli venne da vomitare e piangere insieme. La fissò un altro secondo, ma l'espressione della rossa era tornata vacua, lontana. Si accomodò di nuovo sulla panca e si strinse le gambe al petto, poi alzò lo sguardo per fissarlo di nuovo, questa volta convinta. «No»

E fu chiara la sua decisione. Non avrebbe lasciato che qualcos'altro cambiasse. Non avrebbe lasciato che degli stupidi sentimenti lo portassero via da lei. Con il tempo avrebbe capito. Anne era sicura, che con il tempo Gilbert avrebbe capito.

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Che dire follettini e follettine, secondo voi Gilbert capirà? Sono aperte le votazioni!

Scherzi a parte, questo capitolo è di cruciale importanza per la storia e per i capitoli successivi che saranno ambientati alcuni anni dopo. Ricordo che la storia è progettata per avere circa 15 capitoli.

Detto questo, volevo ringraziare tutte le belle anime che commentano e votano la storia. Vi apprezzo veramente tanto e vi mando un abbraccio grande.

Vanessa

La resilienza del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora