16 | Colpa

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"Il sole può tramontare e risorgere, per noi quando la breve luce si spegne resta un'unica eterna notte da dormire"

-Catullo



Anna fissava da minuti le crepe nel muro. Le sembrava di vivere un'esperienza fuori dal suo corpo. Sapeva che era lì, nel giardino, ad osservare la rugiada che colava nelle spaccature del muro, ma le sembrava di essere una spettatrice.

Il dolore era così grande che in certi momenti si doveva estraniare, per sentire di meno, come un'anestesia a pochi spiccioli.

Strinse le braccia intorno al corpo, non perchè avesse freddo benchè fuori ci fosse un vento non indifferente. Il freddo non lo sentiva fuori, ma dentro.

Matthew non c'era più.

La colpa era solo sua.

L'aveva fatto agitare.

La colpa era solo sua.

Feriva tutti quelli che amava.

La colpa era solo sua.

Ora Marilla sarebbe stata sola.

La colpa era solo sua.

Pianse ancora, ma non se ne rese nemmeno conto. Il suo viso era una maschera di lacrime incrostate e non ricordava nemmeno l'ultima volta che aveva dormito. Non riusciva a pensare liberamente.

Marilla, invece, era rimasta così forte. Dopo un primo momento di disperazione e sconforto aveva preso in mano le redini di Green Gables e, tutto sommato Anna pensò, la vita sembrava continuare normalmente.

Quella era sicuramente la parte più crudele della morte. È una cosa talmente grande, talmente profonda, talmente feroce, che vedere il mondo andare avanti, indaffarato e sereno come sempre, era una ferita che non si sarebbe mai emarginata bene. Come un brutto scherzo tirato proprio da madre natura.

Anna lo sapeva, avrebbe continuato a mangiare, a dormire, a vivere, ma non sarebbe mai più stato lo stesso.

Le sarebbe piaciuto impazzire, fare come quelle vecchie signore che dal dolore troppo grande iniziavano a dare di matto, urlando. 

Oh quanto le sarebbe piaciuto urlare dal tetto di Green Gables con tutta l'aria che aveva nei polmoni, disperandosi

Ma non l'avrebbe fatto. Non avrebbe dato questo dispiacere a Marilla.

«Oh eccoti qui» disse Jerry, scovandola dietro una balla di fieno con lo sguardo fisso sul muro. «Marilla ti sta cercando»

Anna non rispose. Non era cattiveria, non ce la faceva. Ogni parola sembrava essere di pietra o peggio. Rischiava di dire cose che l'avrebbero condannata.

La colpa è solo mia.

«Dille che arrivo» sussurrò.

Jerry si avvicinò e le poggiò una mano sulla spalla. Quel caro ragazzo era diventato così responsabile e così buono con loro. Dopo che Matthew era stato male la prima volta, Jerry era tornato a lavorare a Green Gables, spesso senza compenso. Negli ultimi tempi aveva dovuto lasciare e passava sempre meno spesso a trovarli, ma i Cuthbert avevano capito. In fondo con una figlia in arrivo era quasi impossibile non comprendere il perchè delle sue scelte. Ma appena aveva sentito della notizia era tornato a Green Gables, aveva stretto tra le braccia una singhiozzante Marilla e le aveva detto «Lunedì sarò qui»

Adesso, pareva, oltre alle funzioni solite gli toccava fare anche da baby sitter ad Anna.

«Manchi solo tu»

Anna sospirò. Non era cattiveria, non ce la faceva. Era scappata dalla salotto affollato di persone che le continuavano a strizzare le guance e a dirle cose come "Oh povera piccina, chissà quanto soffri".

Sopravvivere alla funzione in chiesa poi, era stata una tortura. C'era qualcosa nella solennità delle parole del pastore e nel silenzio rigido che le facevano venir voglia di strapparsi i capelli.

«È colpa mia» disse infine. Un sussurro leggero, tanto che Jerry si dovette avvicinare ancora. «È colpa mia» ripetè, guardandolo negli occhi.

Jerry cercò di non dare segno di aver capito, o alcuna reazione, ma si spaventò. Quella non era Anna, quegli occhi stralunati non li riconosceva.

«Non è così, ma chère» provò. Ma lei lo fulminò.

«Tu non c'eri Jerry non lo sai! È stata tutta colpa mia, tutta colpa mia» mise le mani tra le gambe e poi iniziò a singhiozzare.

Jerry non seppe cosa fare, né rispondere. Il suono del pianto era qualcosa di struggente, come il rumore di un animale ferito e in pericolo. Cercò di toccarla per abbracciarla ma Anna lo spinse via. C'era solo una cosa da fare, anche se non le sarebbe piaciuta.

La resilienza del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora