Just a coward

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Salveeee ho fatto il più presto possibile. Ho appena finito di studiare una trentina di pagine di biologia e nada, mi scoppia la testa, ma per voi che attendete con ansia i miei capitoli questo e altro

*esce fuori tema* avete sentito dei Metallica in Italia a giugno? Ewew io sì, ma tanto fino a Milano i miei col cavolo che mi mandano quindi sì, posso solo sclerare nei miei sogni (so che non vi interessa, tranqui)

Nulla, volevo solo rivelare al mondo intero la mia identità, tanto ormai: su twitter sono @ghostvofme e no, non mi sto facendo pubblicità, rido. Solo se avete qualcosa da chiedere o magari volete minacciarmi di morte per le cazzate che scrivo qui beh, potete farlo lol

A presto, baci

M.

CAPITOLO 14 - JUST A COWARD

GERARD

Sono andato una sola volta al mare, quando ero davvero piccolo. Erano i primi anni in cui si era sviluppata la consuetudine di stare in spiaggia seminudi e farsi il bagno in pubblico, ma mio padre decise che ci avrebbe portato me e Mikey, semplicemente perché gli andava, e perché lui era fatto così.

Ripensandoci, forse gli andava anche di abbandonarci, quando l'ha fatto. Forse era l'unico, vero, insensato motivo.

Ricordo che Mikey era ancora quasi neonato, e che papà lo portava in braccio mentre mi incitava a tuffarmi. Ricordo che avevo una paura terribile, avevo paura che lì sotto in profondità ci fosse qualcuno pronto ad afferrarmi le caviglie non appena avessi messo piede in acqua.

Eppure, dopo varie esitazioni lo feci. Mi tuffai di pancia, inesperto com'ero, e non appena portai la testa sotto strizzai gli occhi e l'acqua mi entrò immediatamente nelle orecchie, tappandomele ed estraniandomi dal mondo esterno. Non sentivo più nulla, solo un leggero fischio quasi impercettibile ed un silenzio assordante, tutto all'improvviso.

Ed è proprio quello che succede quando la prima bomba cade a pochi metri da me.

Non ho nemmeno il tempo di accorgermene. Un attimo prima seguivo il resto dei soldati su per la collina per raggiungere il campo, un attimo dopo veniamo sbalzati letteralmente fuori dal mondo, io e qualche altro mio compagno.

Si sente un boato assordante e mi sento spingere violentemente, fino a quando non crollo a terra qualche metro più indietro. Mi fischiano le orecchie, non sento più alcun suono, vedo i miei compagni d'armi muoversi freneticamente da una parte all'altra della collina, cercando di scappare, cercando di trovare un rifugio dalle bombe che hanno improvvisamente iniziato a cadere dal cielo.

Rimango qui. Ho una specie di indolenzimento alle gambe che mi impedisce di muovermi. Ruoto la testa da una parte all'altra, incontrando gli steli d'erba sotto di me che mi solleticano le guance. Contraggo e stiro le dita, controllando che siano tutte intere e ancora funzionanti.

Alzo la testa verso il cielo. Vedo gli aerei passarmi sopra veloci, mollando bombe che cadono in lontananza sollevando grandi zolle di terra e mietendo vittime, e il tutto scorre in silenzio come in un film muto, e so che se non mi alzo in fretta un'altra bomba mi cadrà vicino, e stavolta molto molto più vicino.

Dopo un tempo imprecisato mi costringo a tirarmi su, lentamente, faticosamente. Pian piano l'udito sta ritornando, e gradualmente ricomincio a sentire i vari boati delle bombe e le grida dei soldati e dei comandanti che strillano ordini a destra e manca.

Comincio a correre verso il cespuglio più vicino e mi ci nascondo dietro, unendomi ad altri due soldati. Uno di loro è Ray, il tizio che ho conosciuto in elicottero prima di atterrare in questo inferno.

Sono passati tre giorni. Tre giorni di puro terrore.

Vorrei potervi dire che sono stato forte. Vorrei potervi dire che non ho vomitato ogni santa sera quando ingerivo anche soltanto un cucchiaio della mia porzione di cibo. Vorrei potervi dire che non ho pianto pensando a casa, ogni notte nella mia tenda. Vorrei potervi dire che è stato tutto facile, che non ho desiderato di mollare e ficcarmi la pistola in bocca ogni volta che vedevo un corpo crollare a terra accanto a me, ogni volta che vedevo in lontananza un soldato nemico e sollevavo l'arma per sparargli dritto sul petto.

Destroy MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora