Safe and sound

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Ok, devo ammettere che ho fangirlato molto anche io per il capitolo precedente. Spero di avergli dato la stessa intensità che intendevo dargli, perché sì, io non riesco a pensare a un ipotetico rapporto tra Gerard e Frank se non come intenso. Non ci sono vie di mezzo, solo tanti tanti feels ew

E, come al solito, spero di non spoilerarvi un po' le cose anticipandovi già che non tutto finirà come tutti(compreso me), speriamo. Perciò con questo e il prossimo capitolo le cose inizieranno a complicarsi ulteriormente, eh già SORRY

Buona lettura

M.

CAPITOLO 9 - SAFE AND SOUND

FRANK

"Mi stai dicendo che hai passato tutto questo tempo a drogarti, fumare e a litigare con i professori?"

Oh porca miseria. La voce incazzata di Gerard si sente già dal vialetto di ingresso, e quando sono arrivato alla porta le urla di lui e suo fratello sono praticamente assordanti. Fortunatamente qualche tempo fa Mikey mi ha dato una chiave di riserva, così posso entrare senza essere notato.

Mi dirigo di sopra, verso la camera del minore. Li trovo lì, a urlarsi l'un l'altro, Mikey con il broncio e le braccia incrociate e Gerard con un pacchetto sospetto di sigarette in mano (evidentemente lo ha sorpreso a fumarle) e l'aria furiosa.

"Tornatene dalla tua puttanella e smettila di venire a rompermi le palle, ok?" urla infine Mikey, e sono scioccato perché non l'ho mai sentito usare parolacce in presenza di suo fratello. Mikey. Il ragazzino più dolce su questa terra.

Gerard infatti rimane più sbalordito di me, apre bocca per parlare ma non ne esce alcun suono. Il fratello sbuffa e scoppia a ridere. "Cosa hai da dire ora?"

"Non chiamare mai più Lindsey puttanella."

"Perché, non lo è? La sfrutti come una prostituta qualunque!"

È evidente che a quest'ultima frase, Gerard non avrebbe retto. Lo conosco troppo bene, e più qualcosa colpisce nel segno per la sua verità, più lui si infuria e nega tutto.

Va verso il fratello e lo afferra rudemente per il bavero della camicia azzurra, fissandolo dritto negli occhi. Rimangono entrambi in silenzio per alcuni secondi, e la tensione è così palpabile che si può quasi toccare. Lo sguardo di Mikey è una sfida, una sfida a parlare, a negare ciò che tutti sappiamo. E Gerard la perde.

Sospira e allenta piano la presa, fino a mollarlo del tutto. Abbassa gli occhi e fissa un punto imprecisato nel pavimento, stringendo i pugni. "Mikey, io..."

Poi Gerard alza lo sguardo, e vede me sulla soglia della camera.

La sua espressione cambia repentinamente, e passa dal puro dolore a una specie di calma glaciale e innaturale. "Bene" dice, rivolto al fratello ma continuando a fissare me. "Non uscirai di casa per una settimana. Sei in punizione."

Mikey emette un verso di disgusto misto a sbalordimento. "Cosa? Ma che diavolo...? Tu non puoi comandarmi Gerard, non puoi decidere cosa posso fare o non posso fare, tu non sei nessuno!"

Gerard mantiene a stento la calma, lo noto dalle vene pulsanti che gli percorrono la gola. "Io sono il tuo fottuto fratello. E tu farai quello che dico io, o chiamo gli assistenti sociali e ti faccio sloggiare da questa casa. Chiaro?"

E a quel punto non c'è proprio nulla da replicare, perché lui si volta e lascia la stanza, passandomi accanto senza neanche guardarmi.

Rimango solo con Mikey, fermo al centro della camera con una sorta di espressione di orrore sul viso.

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