The return of titans

Capitolo 1: Gli dei sono dei veri egoisti

Onestamente non so nemmeno cosa mi passò per la testa quando urlai contro gli dei dell'Olimpo nella loro stessa dimora.

Una volta terminata la battaglia, la prima cosa che feci fu capire cosa era realmente successo attorno a me.

Piper era morta al mio fianco, tra le mie braccia e Leo era esploso assieme a Festus.

Il mio cervello era offuscato dal dolore, quindi quando mi ritrovai nella Sala del Trono degli dei, non ero chissà quanto felice di sentirmi fare il discorso "Siete stati degli eroi e nonostante le piccole perdite siete ancora in piedi"...

E chi potrebbe essere stato se non il mio "mitico" papà a dire tali parole? 

Per lui non era niente, era immortale e non gli importava di Piper, Leo o chiunque altro. 
A nessuno degli dei importava.

Più ci pensavo e più ero dell'idea che non gli sarebbe importato nulla se fossi morto. 

"Fin dalla nascita, sei stato destinato a... placare l'ira di Era. Perfino il tuo nome, Jason, lo ha scelto lei. Questa è una cosa che tu non hai chiesto. E che io non volevo. Ma quando ti ho ceduto a lei... non avevo idea di che uomo in gamba saresti diventato. Il tuo viaggio ti ha plasmato, rendendoti gentile e forte al tempo stesso".

Con queste parole aveva ben inteso che prima mi aveva buttato come una fetta di carne nelle mani di Era e poi se ne era pentito.

Fatto sta, che ero nervoso di mio e molto.

Avevo perso i miei amici e la mia ragazza, come potevo stare?

Durante la mia permanenza, assieme a Percy, all'Olimpo cercai di rimanere il più calmo possibile. Davvero le provai tutte!

Mi morsi l'interno labbra, mi morsi il mio labbro inferiore fino a far uscire il sangue, sbattei piano un piede a terra così da non fare rumore.

Eppure appena sentii le parole "nonostante le piccole perdite" persi del tutto la calma che il mio corpo e la mia mente stava cercando di mantenere.

<<Piccole perdite?>> ringhiai contro Zeus dimenticando per pochi ma importanti istanti chi fosse.

Percy mi mise una mano sulla spalla cercando di calmarmi, anche se dalla sua presa fin troppo forte sapevo che era tutto tranne che calmo anche lui.

<<Jason Grace!>> esclamò sottovoce la dea Artemide cercando di avvertirmi senza essere udita dagli altri dei.

Non le diedi retta, non perché mi avesse fatto qualcosa, ma perché la mia mente— come detto in precedenza — non era lucida a causa delle troppe perdite che avevo subito.

<<Cosa ti porta a rispondermi con tanto odio, Jason Grace?>> chiese gelido e duro come il ghiaccio mio padre senza preoccuparsi troppo di quel mio intervento senza preavviso.

Stavo per parlare ma Percy mi fermò grazie agli dei, perché non so proprio cosa avrei detto se non ci fosse stato lui.

<<Jason non ha niente, signore. Possiamo solo chiederle la cortesia di andare dritto al punto? Abbiamo dei morti da... onorare e non vorremmo fare tardi>> mormorò gelido e a fatica Percy che mi strinse ancora di più la spalla, sentii le sue unghie in quest'ultima.

Gemetti piano dal dolore e per fortuna nessuno mi sentì.

<<Bene>> mormorò a fatica Zeus.
<<Ditemi cosa volete in cambio dei vostri servigi? L'immortalità? Oro? Quello che volete, ovviamente solo a patto che sia una condizione fattibile>>.

Dentro di me mi feci beffe di lui e la mia bocca si aprì facendo uscire quelle parole che da tanto volevano essere pronunciate.

<<Non voglio mai più sentire o vedere gli dei. Non voglio essere più controllato da loro e non voglio dover onorarli con i pasti o sacrifici>> pronunciai irremovibile mentre Percy spalancava gli occhi guardandomi allucinato.

Chi si sarebbe mai aspettato che io, Jason Grace vero figlio di Roma e portatore del rispetto per gli dei, pronunciasse quelle esatte parole?

Io la risposta la so: ero stanco di soffrire per gli dei.

Angolo me
Cosa ne pensate?
~Annie🍁