Capitolo 44: Festa di compleanno

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«Jimin-ah, ma a te da fastidio avere Jin hyung in casa con noi?» chiese Namjoon, prendendo il coinquilino in disparte per porgli quella domanda.

In realtà, glielo aveva chiesto Seokjin: non voleva essere lui stesso a parlarne con Jimin perché credeva che la sua presenza lo avrebbe messo a disagio nel dare una risposta sincera e diretta.

Effettivamente erano ormai due settimane che era andato a vivere dai due coinquilini, e si sentiva in colpa per rubargli costantemente il soggiorno e, forse, temeva di dare fastidio al rosa.

«Assolutamente no! Jin hyung è un mio amico, non disturba mai e mi sento sempre libero di parlare tranquillamente in sua presenza. Per me, può rimanere per sempre. Mi chiedo soltanto perché non dormiate ancora nella stessa stanza… voglio dire, ormai state insieme da quasi due mesi!» esclamò Jimin, spalancando gli occhi.

«V-volevamo prima sapere se ti desse fastidio… grazie, Jimin-ie. Comunque, oggi vieni vestito in quel modo da Taehyung?» Namjoon cercò di cambiare argomento il più in fretta possibile, indicando con un cenno del capo l’abbigliamento che Jimin aveva buttato sul suo letto. Ancora lo imbarazzava ammettere pubblicamente di avere una relazione con Seokjin, ma era solo questione di tempo.

«Pensavo di sì… secondo te gli piacerà?» domandò a sua volta il rosa, guardando con dubbio i vestiti scelti: una maglietta molto lunga a righe orizzontali rosse e nere, un’enorme felpa rossa sopra, dei jeans strappati neri e delle scarpe del medesimo colore.

«Sei stupendo, Jimin-ie.» rispose sorridendo Namjoon, che invece si era messo una maglietta lilla con un giacchetto di un intenso blu scuro sopra che insieme risaltavano il colore dei suoi capelli, anche lui con dei jeans neri.

Jimin ridacchiò in imbarazzo, poi Namjoon se ne andò per lasciarlo cambiarsi in pace.

Il viola si era accorto di quanto Jimin tenesse alla propria privacy, e l’aveva rispettata da sempre. Se c’era una cosa che i due avevano in comune, era proprio quella: Jimin si vergognava ad esporre il suo corpo, Namjoon ancora tentennava ad avere contatti fisici. Entrambi però, un passo alla volta, stavano imparando ad affrontare le loro paure.

In ogni caso, Jimin si cambiò velocemente, si mise diversi bracciali e collane, e poi uscì dalla stanza. Namjoon lo stava aspettando, pronto ad andare.

Il più piccolo aprì la porta dell’appartamento ed uscì fuori, frenetico, ma non appena si accorse che l’altro fosse ancora dentro si girò di scatto e lo guardò con confusione. Namjoon rise, per poi incrociare le braccia.

«Jimin… non dimentichi niente?» chiese retoricamente, scuotendo la testa con divertimento.

«Giusto! Oddio, grazie mille hyung! Pensa che figura che avrei fatto… ti sono debitore, davvero.» esclamò Jimin, tornando velocemente dentro l’appartamento e prendendo la busta che aveva dimenticato sul divano.

«Non mi hai ancora detto cosa hai comprato.» disse Namjoon, guardando con curiosità la piccola busta mentre usciva e chiudeva la porta.

«Domani è il compleanno di Taehyung… io odio festeggiare quando il compleanno è il mio, non degli altri. E poi so che Tae ci tiene tanto a divertirsi e rilassarsi, soprattutto ora che Dayeon è in prigione e non ha più nulla di cui preoccuparsi… così ho voluto regalargli un ciondolo fatto da me. È un regalo molto semplice, ma a Taehyung non sono mai piaciuti i regali sofisticati senza un significato dietro. Questo ciondolo… abbiamo raccolto la pietra che ho incastonato dentro insieme, ormai quasi un mese fa. Gli avevo detto che perfino una pietra, se regalata da lui, era speciale. Lui, ovviamente scherzando, aveva risposto di aver sempre desiderato una pietra e me ne aveva regalata una. Perciò eccola qui.» spiegò Jimin, ridendo e contagiando il coinquilino.

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