☂️Nine☂️

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Io e Cinque siamo svegli da qualche ora e stiamo cercando disperatamente qualche locale che possa offrirci del cibo, siamo completamente disperati.
"Comunque questa notte ti ho sentito piangere" dice per spezzare il ghiaccio mentre continuiamo a camminare senza sosta.

"Avrò fatto un brutto sogno, tutto qui" taglio corto alzando le spalle, accelerando il passo.
Non voglio proprio parlare di questo argomento. Ovviamente ricordo ancora la paura che ho provato in quel momento, e ogni giorno cresce sempre di più, ma cerco sempre di pensare ad altre cose.

"Quando ti deciderai a dirmi che cosa ti succede?" Sbotta raggiungendomi in pochi secondi.

"Mai, dato che non ho proprio niente!" Alzo la voce, dimenticandomi per un attimo che ci troviamo per strada.
Neanche sotto tortura gli direi quello che mi ha fatto. Uno, perché si arrabbierebbe con me e finiremmo per odiarci ancora di più, due, perché sarebbe capace di ritornare nel presente solo per ammazzare quello lì. E non se ne parla.

"Credi che io non me ne sia accorto? All'improvviso vai ad ubriacarti con Klaus, sei sempre chiusa in camera tua e sei scoppiata a piangere davanti a me. Mi dici che ti prende?" Urla anche lui.
Intanto, tutte le persone intorno a noi ci stanno guardando non nel migliore dei modi, ma a me non interessa proprio nulla.

"Posso divertirmi ogni tanto con mio fratello o devo sempre e solo litigare con te? Eh?" Chiedo irritata, fermandomi nel bel mezzo della strada, portando le mani sui fianchi.

"Ti sto dicendo questo, Sette, perché io ti conosco meglio di chiunque altro e so per certo che a te, bere ed ubriacarti, non ti piace per niente!"
Abbasso lo sguardo, ha ragione. Sono strana ultimamente, e non so neanche il motivo per cui io sia andata con Klaus a bere quella sera. Certe volte mi sento proprio irresponsabile per avere diciotto anni.

"Tu non sai un bel niente di me" dico dura per poi allontanarmi da lui.
Non gli darò mai la soddisfazione di avere ragione.
Tutto quello che voglio è soltanto trovare gli altri miei fratelli e porre fine a tutta questa storia. Voglio tornare a casa.

"Pensa quello che.." ad interromperlo è uno strano rumore.
Più che un rumore, un verso.
Sento dietro di me, improvvisamente, una grande ombra. Mi giro lentamente, indietreggiando di qualche passo non appena mi accorgo di quello che ho davanti.
Tutta la gente intorno a noi scappa spaventata, ma a questo creatura non sembra importare.
Mantiene lo sguardo fermo su di me, credo.
Ha delle sembianze umane e al posto della testa ha una grossa bocca, non so bene come spiegarlo.
"Sette, vieni" mi ordina Cinque, ma io lo ignoro.
Resto a fissare la creatura di fronte a me e, mantenendo sempre lo sguardo fisso su di essa, inizio a torturarla. La vedo contorcersi e simulare dei versi di dolore davanti a me e, dopo qualche secondo, per il troppo dolore la vedo rimpicciolirsi sempre di più, fino a scappare.

Indietreggio di qualche passo barcollando, e un attimo dopo non vedo più niente.

Mi risveglio dopo qualche ora, notando che è sera. Sono svenuta per parecchio tempo.
Mi guardo intorno confusa, non mi trovo nella stessa casetta abbandonata in cui ho dormito questa notte, ma da tutt'altra parte.
"Cinque?" lo chiamo alzandomi lentamente in piedi. Sento la testa che mi gira e ho le gambe ancora un po' tremolanti.

"Come ti senti?" è la prima cosa che chiede mentre si avvicina a me.

"Meglio" sorrido rassicurandolo.
"Dove ci troviamo?" aggiungo dopo qualche altro secondo.

"Un uomo mi ha suggerito di venire qui. Aveva qualcosa di strano, come se lui sapesse già tutto quello che sarebbe successo" mi racconta.

"In ogni caso, ringrazio Dio che tu lo abbia incontrato e che lui ti abbia consigliato di venire qui. In quella casa faceva freddo e già non ne potevo più di dormire a terra" sbuffo al solo pensiero del terribile mal di schiena che poi ho avuto.

"Ma siamo in estate, è impossibile avere freddo" afferma lui quasi scioccato da quello che ho detto.

"Sai che sono freddolosa! Non guardarmi in quel modo" sorrido imbarazzata mentre gli tiro uno schiaffo leggero sul braccio.

"Come ti sto guardando?" mi chiede con tono innocente anche se sul suo viso è presente quel sorrisetto adorabile e quella fossetta così tenera.

"Come se fossi una pazza" continuo a sorridere.

"Forse perché lo sei" dice ovvio mentre alza le spalle, prendendomi in giro.
Mi accorgo solo ora della vicinanza che c'è tra di noi, e delle sue mani appoggiate sui miei fianchi. Ma nonostante questo non mi muovo neanche di un millimetro, non voglio assolutamente staccarmi.

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Di questo capitolo mi piace tanto la fine. Mi raccomando, non abituatevi troppo a questi momenti teneri tra di loro perché non ce ne saranno molti...forse hehehe.
Anywayyyy ci vediamo al prossimo capitolo ❤.
Xoxo,

-h






Il Diario Di Sette/ Number Five [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora