【PROLOGO】

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Febbraio 2005, Michigan

Se n'era andata come le stagioni.
Come le foglie verdi d'autunno, ma non sarebbe mai tornata da lui. Ricordava i suoi occhi grigi come il cielo annebbiato del Canada, ogni giorno più spenti, le iridi risucchiate dalle oscure pupille, mostri famelici. La sua pelle sempre più grigia e squamata. Mamma era irriconoscibile e, anche se non le sentiva affatto la febbre con la manina posata sulla fronte, sapeva che era malata come mai lo era stata in vita sua. Anche se dormiva quasi sempre, anche se le giornate erano tiepide e fresche, Hannah era ogni giorno più stanca e fredda. Pallida come la neve, ma di Maggio. E Orion le chiedeva continuamente di giocare, di raccontargli una storia, di dargli il bacio della buonanotte... eppure quelle labbra sulla sua guancia non erano di mamma, perché gelate e marmoree. E in fondo anche se era ancora lì, sapeva di aver perso sua madre. La donna che gli sorrideva con la stessa gioia di vivere di una fanciulla delle storia che leggeva, la donna che preparava infusi dalla fragranza selvatica e dal profumo di casa, lei con le sue vesti bianche e leggiadre, quasi fragili, come le sue gambe, come il suo animo. Lei che nemmeno suo figlio aveva potuto salvarla, troppo pura, troppo delicata per qualunque cosa. Non abbastanza nemmeno per suo figlio e per il suo compagno. Troppo e troppo poco per chiunque. Si era dissolta come una polvere, ma aveva lasciato scottature e abrasioni.

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