Capitolo 6

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"Tell me all I know now
Shout it from the roof tops
write it on the skiyline
All we had is gone now
Tell them I was happy
And my heart is broken
All my scars are open
Tell them all I hoped would be impossible."
(James Arthur, Impossible)


Il vento soffiava forte contro i visi stanchi dei ragazzi, spostando la sabbia facendogliela respirare, creando un certo disturbo alla gola di Winston e un paio di imprecazioni di Niall.
Il tempo era davvero pessimo, il cielo era scuro, molto più scuro di quanto potesse essere in una notte normale, e senza stelle. Metteva un certa ansia a Harry che ancora non aveva pienamente recuperato le forze.

Gli sembrava di essere in una giostra dopo un post sbornia. Il tassello mancante era solo la nausea.

Louis provò numerose volte ad aprire la bocca mentre s'allontanavano rapidamente dalla base della Stranger, ma senza successo. Parlare era sinonimo di riempirsi la bocca di sabbia, cenere e piccoli insetti trasportati dal vento impetuoso. 
Cercò di dare le spalle al maltempo per farsi sentire dai compagni.

"Credo di aver visto un capannone da quella parte, non credo fosse troppo lontano, se siete d'accordo io propongo di raggiungerlo." disse guardando soprattutto in direzione di Harry, consapevole di non essere ancora del tutto in forze. "Ovviamente se siete tutti d'accordo."

Niall non esitò ad aprire bocca, annuendo velocemente con il capo seguito dall'amico Winston. Christopher seguì gli altri due mentre Thomas cercò di aiutare Harry, ricevendo solo un violento schiaffo nel braccio. Un modo di Harry per dire che se la sarebbe cavato da solo, così, Thomas superò Louis lasciando entrambi i ragazzi alle proprie spalle.

"Non fare il testardo proprio in questo momento." disse Louis con notevole difficoltà. "Non c'è niente di male nel dimostrarsi deboli, fatti aiutare." aggiunse raddrizzando il busto di Harry.

Il riccio lo lasciò fare senza fiatare, cercando sempre di non appoggiare il peso totale sul corpo esile di Louis in modo da non affaticarlo troppo. 
Louis sorrise quando Harry strinse la mano sulla sua spalla, contento di ricevere quel piccolo gesto di fiducia.

Raggiunsero il capannone, attraversarono il buco della parte laterale, qualche minuto dopo di loro con uno sguardo fulminante da parte di Thomas di cui il castano non se ne preoccupò minimamente. "Bene, e ora cosa facciamo Louis?"

Il castano guardò prima il viso dei suoi compagni e poi intorno a lui. 
Il capannone era buio e al tempo stesso molto spazioso, con le finestre posizionate nella parte più alta alcune totalmente rotte mentre altre solo crepare e danneggiate dal vento. Si sentiva perfettamente la condizione climatica all'esterno, un rumore simile ad un fischio e dei forti colpi proveniente dalle finestre ancora intatte e dalle porte completamente sigillate con delle catene di ferro. Louis pensò si trattasse di una palestra, o forse di una grande fabbrica ancora prima della catastrofe che s'era imbattuta tempo prima.

"Qual è il piano? Perché tu hai un piano, non è vero?" chiese Thomas nuovamente.

"Io beh... Ecco..."

"Ci hai fatti uscire da lì senza avere un piano?" chiese quasi urlando Thomas.

"Io fossi in te non alzerei di gran lunga la voce." rispose a tono Niall. "Siamo in un posto totalmente sconosciuto, non so quanto fossi impegnato nel pensiero di portati a letto Harry ma io ho notato perfettamente quello che c'era qui fuori giorni fa e non era proprio niente di simpatico. Non so se tu abbia già dimenticato quello che ci è stato detto ma c'è una malattia anche molto contagiosa e preferirei non incontrare nessun contagiato, quindi, tutto muscoli e niente cervello, tappati quella bocca."

Welcome To The New Age |Larry Stylinson|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora