Capitolo XVII: The rules are change

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Vittoria

La spalla le doleva a causa del colpo che aveva preso sbattendo sulle tegole del tetto.

Vi appoggiò sopra la mano, stringendo i denti quando il dolore cominciò a irradiarsi nel suo braccio destro, stringendo anche il petto in una morsa stretta.

Sospirò lasciando andare la prese mentre usciva dal vicolo scuro in cui si era rifugiata per osservare i danni.

Sapeva che Jonathan era sulle sue tracce, sapeva che la stava cercando e probabilmente aveva già mandato qualcuno in quel piccolo villaggio situato appena al di fuori del confine del branco.

Spostò i capelli sulla sinistra, mostrando la cute destra rasata, che l'avrebbe resa meno riconoscibile, il ciuffo era talmente vaporoso che le cadeva leggermente davanti agli occhi, mascherandole la visuale.

Il paesino era parecchi affollato, pieno come era di banchetti pieni di cibo e cianfrusaglie varie che riempivano la piazza.

Si fece largo quasi spingendo la gente che si era radunata nel piazzale davanti alla chiesa.

A fatica riuscì ad arrivare davanti al piccolo bar, nascosto in mezzo a tutto quel trambusto.

Sospirò, facendosi forza ed aprendo la porta, rilasciando un sospiro di sollievo quando il tepore del locale la colse facendola sudare nel suo giacchetto di ecopelle.

Si avvicinò al bancone, ignorando gli sguardi delle persone che instintivamente si erano girati verso la porta quando il campanello in alto aveva suonato, si sedette su uno di quegli sgabelli alti, ricoperti di pelle finta e ordinò un bicchiere di birra.

Tanto valeva fare qualcosa durante quell'attesa.
Il sapore aspro della bevanda le scivoló in gola, bruciando lievemente al suo passaggio.

Il tatuaggio sul suo avambraccio faceva a pugni con la pelle lattea, quasi cadaverica, lei sapeva che solo così loro l'avrebbero riconosciuta.

Tu che avvolgi tutti nelle tue spire e li uccidi con il tuo veleno.
Ho bisogno di passarti delle informazioni.
Ci troviamo a est, poco distante da dove sei adesso.
Non preoccuparti ti troverò io.
Come sempre.

Il Falco.

Si sostenne la testa con la mano sinistra mentre con la destra faceva ruotare leggermente il bicchiere, osservando come rapita il liquido ambrato che si muoveva all'interno, mentre quelle parole si ripetevano nella sua testa come una litania.

Tu che avvolgi tutti nelle tue spire

Le sue spire, ossia i suoi arti dato la sua predilezione per il corpo a corpo.

E li uccidi con il tuo veleno

Il suo veleno, quello che solitamente usava sulla sua frusta e suoi suoi coltelli e che gli era costato quello stupido soprannome.

Ho bisogno di passarti delle informazioni

Min era morto, lei l'aveva sentito, e allora cosa poteva essere cambiato? Cosa poteva essere successo di così grave da fare venire loro sino lì, in Australia?

Ci troviamo a est, poco distante da dove sei adesso

Il fatto che non l'avessero mai persa d'occhio la rincuorava, la faceva sentire apprezzata.

Non preoccuparti ti troverò io

Sapevano sempre dove era, nonostante gli anni, nonostante tutti gli altri loro l'avevano tenuta d'occhio.

𝑨𝒏𝒊𝒎𝒂 𝒅𝒊 𝒑𝒊𝒆𝒕𝒓𝒂✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora