Capitolo XXIX: Safe and sound

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Vittoria

Si svegliò sentendo dei bisbigli alla sua destra, provò a muovere il braccio sinistro per strofinarsi gli occhi ma sentì subito una restrizione attorno al suo polso, che subito si allentò non appena captò quel leggero movimento.

I bisbigli sparirono, lasciandola in balia del silenzio e dell'oblio prima che si decidesse di aprire gli occhi; l'istante dopo li richiuse, abbagliata dalla luce, per poi socchiuderli appena cercando di mettere a fuoco la stanza in cui si trovava.

Fu con immenso sollievo che si rese conto di non trovarsi nuovamente in una cella bensì in una stanza completamente bianca, tipica degli ospedali.

Qualcuno alla sua sinistra le posò una mano sul viso facendola sobbalzare visibilmente, Jonathan al suo fianco sorrise accarezzandole una guancia con il pollice.

-Ehy- la sua voce era leggermente rauca e le arrivò direttamente alle orecchie calmandola immediatamente -Come stai? Hai dolore da qualche parte?-

Vittoria scosse la testa, aprendo la bocca per parlare, richiudendola subito dopo quando fu scossa da un violento colpo di tosse, Jonathan staccò immediatamente la mano dal suo viso, recuperando un bicchiere pieno di acqua e aiutandola a bere.

-Sto bene, mi sento un po' debole ma non fa niente- Vittoria allungò tremante una mano, capendo le sue intenzioni lui si chinò in avanti lasciando che il suo palmo freddo toccasse la sua guancia calda, sentendo la barba insipida pungere leggermente la sua pelle -Tu come stai? Come hai fatto a trovarmi?-

-Ti ha trovato una sentinella, non so come abbia fatto sinceramente, l'importante è che ora tu sia qui, sana e salva- le lasciò un bacio all'interno del polso, cominciando poi a accarezzarle il braccio con le punte delle dita, facendole venire la pelle d'oca.

Rimasero in silenzio per qualche istante, godendosi la reciproca presenza -Posso farti una domanda?- Vittoria annuì, togliendo la mano dal suo viso per recuperare la sua e intrecciare le loro dita -Come sei riuscita ad uscire da lì?-

Vittoria si sentì ghiacciare mentre le ultime immagini di quello scontro si ripetevano nella sua mente in loop -Che stai dicendo?-

-Quando la fabbrica è esplosa ho temuto di perderti- strinse istintivamente la morsa delle loro mani  guadagnandosi un suo sguardo pieno di sentimento -Ti ha trovato Tristan poco lontano dall'ingresso, io non ero nemmeno riuscito a percepirti-

-Io sto bene-

-Potevi stare meglio-

Vittoria sospirò, sciogliendo la presa delle loro mani per portarla dietro al suo collo e avvicinare le loro teste, fino a fare toccare le loro fronti.

-Io sto bene, e da adesso in poi starò ancora meglio-

Jonathan annuì, staccandosi da lei per poi scoccarle un bacio in fronte prima di alzarsi dalla sedia su cui era rimasto per ore in attesa del suo risveglio, Vittoria allungò una mano, non ancora del tutto lucida, prendendogli un polso per bloccarlo.

-Dove vai?-

-Sono rimasto qui sin da quando siamo tornati, Tristan si sta occupando di tutto ma adesso ha bisogno di me, tornerò prima di quanti immagini-

Lentamente si districò da quella presa avanzando verso la porta, quando però arrivò davanti ad essa si girò a fissarla con sguardo incerto.

-Vittoria- lei aprì gli occhi, che in quei secondi aveva chiuso -Ti amo- poi se ne andò senza lasciarle il tempo di dire nulla.

Vittoria continuò a fissare la porta per diversi minuti dopo quell'uscita, nella mente quelle parole si ripetevano in continuazione.

Si lasciò cadere indietro nel letto mentre continuava a sorridere, portando le coperte sopra la sua testa prima di lasciarsi andare ad una risata liberatoria.

*******


Era uscita da quella stanza solo diverse ore dopo, rimproverata dai vari medici che invece insistevano nel volerla tenere sotto controllo per una notte almeno.

Aveva camminato per il bosco e per il villaggio, sorridendo e rispondendo alle domande dei vari membri che le chiedevano come stasse.

Verso l'ora di cena aveva poi raggiunto Jonathan nel suo studio, lasciando aperta la mente così che lui potesse percepire la sua presenza ancora prima che lei aprisse la porta con un sorriso in volto; lui era seduto dietro la sua scrivania con in mano dei fogli che mise giù non appena la vide entrare.

-Ehy, non pensavo di vederti già in piedi-

-Non sono poi così debole- si avvicinò mettendosi alle sue spalle, accarezzandogli i muscoli contratti del collo, nel tentativo di rilassarlo; riusciva a sentire che qualcosa non andava.

-Cosa ti prende?-

Lui si girò, guardandola intensamente, Vittoria capì che qualcosa davvero non quadrava, si sedette sulla scrivania, mentre Jonathan afferrava la sua mano e cominciava a giocare con le sue dita.

-Altri branchi sono stati attaccati come noi, mi hanno proposto un meeting ma è dall'altra parte della Terra e non so se andare o meno-

-Perchè non dovresti andare? Qui ci sono Tristan e Katherine potranno badare loro al branco-

-E tu?-

-Io?- Vittoria sorrise alzandosi e andando davanti a lui, circondando il suo viso con le mani -Io aspetterò con ansia il tuo ritorno-

Si chinò in avanti, appoggiando dolcemente le labbra sulle sue, per poi staccarsi l'istante dopo sorridendogli -Anch'io ti amo- 

Jonathan si alzò e prima ancora che Vittoria potesse rendersene conto, si trovò coinvolta in un altro bacio.

Angolo Autrice

Rieccomi qua più presto del previsto, oggi qualcosa di più romantico, spero che il capitolo vi piaccia, come sempre scusate eventuali errori grammaticali. Mancano solo 4 capitoli all'epilogo, e con questo piccolo rammarico vi saluto, ci vedremo domani con un nuovo capitolo.

Mony


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