Jonathan
I suoi passi furiosi erano l'unica cosa che riusciva a sentire nel corridoio silenzioso.
Era arrabbiato, furioso, sentiva il suo lupo fremere sotto la sua epidermide, il sangue pompare velocemente nelle sue vene, che mai gli erano sembrate più spesse.
Arrivò davanti alla sua stanza, aprendo con forza la porta, quasi scardinandola prima di sbatterla con ancora più violenza chiudendola.
Vittoria non si era nemmeno girato alla sua entrata, continuando a pettinare i capelli ricci a causa dell'umidità, tirando con forza il pettine come a voler strappare i capelli.
Incrociò le braccia sotto al petto, fissandola aggrottando leggermente le sopracciglia, aspettando che lei parlasse, che gli dicesse qualsiasi cosa per farlo calmare anche se di poco.
Lei continuò nella sua azione quasi indisturbata, sbuffando leggermente quando il pettine incrociava qualche nodo e lei doveva tirare più forte.
-Allora che si fa non ne parliamo?-
Lei alzò le spalle, mettendo giù la spazzola e recuperando un laccio dal ripiano davanti allo specchio, cominciando distrattamente a farsi una treccia continuando a fissare il suo riflesso nel vetro dello specchio.
-Non vedo di cosa dovremo parlare. Più volte tu hai chiarito che non sono una prigioniera e che posso girare libera, non hai mai detto che non posso uscire dal branco, che è quello che semplicemente ho fatto-
Finì la sua treccia, alzandosi dalla sedia e girandosi ad affrontarlo, incrociando a sua volta le braccia sotto al seno, guardandolo con occhi pieni di sfida.
-O forse ho capito male io?-
Jonathan socchiuse gli occhi, serrando la mascella e digrignando leggermente i denti, sentendo i canini premere contro le sue gengive, desiderosi di uscire.
Cercò di ridarsi un contegno, imponendo al proprio lupo la calma, voleva solo provocarlo, fargli perdere le staffe per riuscire a girare la situazione a suo favore.
Riaprì gli occhi, facendo un passo indietro e appoggiandosi allo stipite della porta, continuandola a guardare attraverso le ciglia, con gli occhi socchiusi.
-No, non hai capito male. Ti ho detto che potevi uscire come e quando vuoi ma mi aspettavo che in una famiglia come noi siamo, tu avresti almeno avuto la decenza di lasciar scritto dove andavi, cosa che evidentemente non hai fatto-
Vittoria alzò gli occhi al cielo aprendo l'anta dell'armadio e recuperando un maglione nero e dei pantaloni militari, Katherine si era premurata di riempirgli l'armadio, lei non ci aveva nemmeno pensato anche perchè non aveva intenzione di rimanere a lungo lì dentro.
-Non ci ho pensato va bene? è cosi difficile immaginare che io possa essermi semplicemente dimenticata?-
Si, era parecchio difficile pensarlo, Vittoria tuttavia non gli diede il tempo di rispondere e si richiuse in bagno, chiudendosi dentro a chiave.
Jonathan avanzò nella stanza, coricandosi sul letto e incrociando i piedi l'uno sull'altro.
-La conversazione non è finita qui lo sai vero?-
Urlò, ben consapevole che lei poteva sentirlo anche con il rumore dell'acqua che cadeva dal soffione della doccia.
La sua risposta fu il silenzio, poco dopo Vittoria uscì dal bagno, i capelli ancora legati nella treccia, i vestiti cambiati.
Jonathan si tirò su a sedere, guardandola mentre girava per la stanza spostando la sua attenzione verso dei libri che Tristan le aveva mandato sulle usanze del branco, e altri libri su piante e sui loro utilizzi.
STAI LEGGENDO
𝑨𝒏𝒊𝒎𝒂 𝒅𝒊 𝒑𝒊𝒆𝒕𝒓𝒂✓
WerwolfTerzo libro della serie "Sangue di Lupo" "Non ho tempo di preoccuparmi di cosa pensino gli altri. Un tempo lo facevo e mi trovavo sempre con un coltello conficcato in mezzo alla schiena" Jonathan é l'alpha indiscusso dell'Australia, leader dalla nas...