Sogno

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[CLARKE]

"Forse un giorno, tu ed io non saremo più in debito con la nostra gente" ti dico sottovoce, quasi ad aver paura che qualcuno possa sentire questo desiderio custodito in fondo al mio cuore e distruggerlo.
"Lo spero".
I tuoi occhi verdi s'inchiodano nei miei mentre sospiri la tua risposta.
Posso leggerci dentro più di quanto ti limiti a dire con le parole, e quella frase interrotta a metà poco fa, è ancora lì, da qualche parte.
Riesco a sentirla e qualcosa nel mio petto si è rotto. Sento un calore improvviso fuoriuscire e invadere ogni fibra del mio corpo.
Allunghi il tuo braccio per salutarmi come è tradizione fare tra la tua gente.
Il mio si ancora saldamente al tuo.
È come se ti toccassi per la prima volta.
È come se la tua disperazione per la mia imminente partenza, potesse attraversare le nostre braccia intrecciate e arrivarmi fino al cuore.
Ho l'istinto di baciarti.
Sospiro e cerco di darmi un contegno.
Non posso farti questo ora.
Non lo meriti.
Rialzo lo sguardo solo per riperdermi nei tuoi occhi quando sento la tua voce sussurrare.
"May we meet again", mi dici alzando leggermente il tuo sopracciglio.
È la fine.
È il segnale che il mio cuore aspettava per avere definitivamente il controllo sul mio cervello, per metterlo a tacere una volta per tutte, e per dare un senso a tutto.
Ti metto la mano dietro alla testa e in una frazione di secondo ti avvicino a me, baciandoti.
Le tue labbra sono così soffici.
Sento il tuo corpo tremare, nonostante la tua mano si appoggi sul mio collo.
Ci stacchiamo per qualche secondo.
A quanto pare dobbiamo respirare per sopravvivere.
Ti guardo, già disperata per la mancanza delle tue labbra sulle mie, e dai tuoi occhi vedo scendere una lacrima.
Appoggio la mia fronte alla tua e cerco di tranquillizzarti prima di cercare nuovamente le tue labbra.
Questa volta la tua sorpresa lascia il posto a qualcos'altro.
Riesco a sentire attraverso la tua bocca tutto il desiderio e l'amore che hai represso per troppo tempo.
Non riesci a controllare la tua sete di me, e ora sei tu a mettere la mano dietro al mio collo per spingermi, semmai fosse possibile, ancora più vicina a te.
Ormai la nostra è una danza, ci muoviamo insieme e dove ti fermi tu, arrivo io.
La mia lingua s'insinua dentro la tua bocca e tu l'accogli con tale trasporto che non capisco più nulla.
Abbassi le tue mani sui miei fianchi, liberando così le mie braccia che, libere di muoversi, si ancorano al tuo collo.
Le mie mani cercano il nodo della tua maglia e in una frazione di secondo ti sto levando quell'inutile indumento.
Siamo ancora intente a baciarci e a scambiarci brividi con il solo tocco delle nostre labbra, quando mi prendi per le braccia per attirarmi a te, ed arretri fino al tuo letto.
Ti lasci cadere sul materasso staccandoti da me. Una sorta di incompletezza si insinua dentro di me. Perché ti vuoi allontanare da me?
Mi guardi con occhi pieni di speranza e di desiderio. Riesco a percepire la tua insicurezza.
Hai paura di aver fatto un passo troppo audace portandomi così vicina al tuo letto, e hai paura che io possa tirarmi indietro.
Inchiodo il mio sguardo al tuo prima di riprendermi ciò che mi hai levato poco fa.
Mi getto sulle tue labbra e tu ti sdrai sul tuo letto portandomi giù con te.
Le mie mani avide iniziano ad esplorare il tuo corpo. Questa stramaledetta maglia non si è ancora levata del tutto.
La prendo e inizio a strattonarla.
Forse riuscirò a romperla.
Sorridi e mi costringi di nuovo a staccarmi da te.
"Ti aiuto io", mi dici.
Ci alziamo.
Tu sei seduta ed io sono a cavalcioni sopra di te.
Non so come fai, ma finalmente ti levi quello straccio di dosso.
Ti guardo.
Il tuo corpo scolpito è perfetto, e i tuoi seni sono paradisiaci.
Mi guardi.
Mi baci.
La tua lingua scende sul mio collo e sei così dannatamente brava a farmi perdere la testa che non mi accorgo nemmeno che le tue mani sono già all'opera per liberarmi dalla mia maglia.
Ci metti decisamente meno tempo di me, e la tua bocca è già sul mio seno.
Inarco leggermente la schiena affondando la mani tra i tuoi capelli.
Le tue mani scivolano lungo la mia schiena e un brivido mi percorre lungo tutto il corpo.
Arrivata all'inizio dei miei pantaloni ti soffermi con una mano sul mio sedere, mentre con l'altra cerchi di aprire il bottone.
Riprendo per un secondo il pieno controllo delle mie facoltà fisiche e ti spingo leggermente via in modo da potermi liberare dai miei pantaloni.
Sorridi di nuovo.
Quel tuo sorriso che mi fa perdere la testa da quanto è carico di desiderio, e con un movimento che non mi so spiegare ribalti le nostre posizioni facendomi sdraiare sul tuo letto e tu, sopra di me. "Clarke.." sospiri.
Come a verificare che sia realmente io, come a verificare che non sia l'ennesimo sogno.
Poi riprendi a baciarmi finalmente, ma questa volta non c'è frenesia.
Fai tutto con più calma, quasi a volerti gustare ogni istante di questo nostro amore.
La tua mano scende sul mio seno e comincia a giocarci prima di essere raggiunta anche dalla tua bocca.
Il mio corpo è in una sorta di stato febbrile. Percepisce tutto in maniera amplificata e i sussurri di piacere che si liberano dalla mia bocca sono il tuo incentivo a continuare.
La tua mano decide di continuare ad esplorare il mio corpo e la sento mentre mi accarezza la coscia. Piano risale fino ad arrivare sul mio ventre.
Sosta per qualche istante vicina al laccio dei miei slip, prima di sentirla sulla mia femminilità.
Il calore che si sprigiona nel mio corpo a quel contatto è come un cortocircuito al quale non ero preparata.
Non ho mai provato con nessuno quello che sto provando con te.
In men che non si dica ti sei liberata anche del mio ultimo indumento e ora sono completamente nuda nel tuo letto.
Ti fermi.
Mi guardi compiaciuta e slacciandoti i pantaloni mi fai alzare e mi porti sopra di te.
"Aiutami", mi dici e ti tolgo pantaloni e slip in un solo colpo.
Ora sono sopra di te e comincio a giocare col tuo seno.
Voglio ripagare il piacere che mi hai provocato poco fa.
Sento le tue mani dietro le spalle che graffiandomi scendono fino al mio fondoschiena.
Di nuovo quel brivido caldo.
Spingi le tue mani sul mio sedere, costringendolo a muoversi seguendo il ritmo del tuo corpo.
Sono in estasi.
Ti sento ansimare e quando ti scappa un gemito mi sento la ragazza più fortunata del mondo.
"Aspetta..", ansimi.
Cosa? Perché? No, non mi voglio fermare.
Mi sollevi un poco fino a quando non sento di nuovo la tua mano tra le nostre intimità.
Due dita scorrono avanti e indietro vicino al centro del mio piacere.
"Sei pronta?" mi chiedi.
Annuisco sorridendoti e ti sento entrare dentro di me.
Sento di nuovo il calore di prima.
Sono di nuovo in cortocircuito e sei tu che mi conduci nei movimenti.
Dopo pochi affondi però non resisto più e sento il bisogno di dare sfogo a tutto il desiderio che mi sta divorando.
Mi alzo e prendo a muovermi più in fretta e tu mi assecondi.
Con l'altra mano mi stuzzichi il seno e ora non so più a cosa dare retta.
Il mio corpo è un concentrato di piacere.
Sento un grido crescermi dentro, e più aumento la velocità dei movimenti e più lo sento espandersi, fino a quando non lo sento esplodere in un culmine di piacere mai provato.
Mi sdraio sopra di te in modo da arrivare nuovamente alle tue labbra soffici.
Il fiato corto e il cuore che mi batte all'impazzata non mi danno tregua.
Dopo qualche istante ricambi le nostre posizioni e una volta sopra di me, ti fai strada tra le mie gambe.
Sento di nuovo le nostre femminilità a contatto e sussulto appena.
Mi guardi come a verificare che vada tutto bene, e quando ti accarezzo la guancia, incominci la tua danza.
Siamo una cosa sola in questo momento.
Non capisco più dove finisco io e dove inizi tu.
Ti sento ansimare.
Hai il respiro affannato.
Chiudi i tuoi occhi e ti concedi al piacere che ci stai procurando.
Quando sei al limite mi guardi.
Ti lasci sfuggire un gemito ed inchiodi i tuoi occhi ai miei mentre il tuo corpo è attraversato da spasmi di piacere.
Rimaniamo così per qualche istante.
Ansimanti e colme di piacere.
Poi ti sdrai accanto a me e ti rifugi tra le mie braccia.

Un tuono rimbomba all'interno della grotta, svegliandomi.
Non mi sono nemmeno accorta di essermi addormentata.
Indra è seduta davanti all'entrata, vicina al tuo cavallo.
Credo che ti stia dicendo addio a suo modo.
Meglio lasciarla stare.
E poi voglio solo girarmi dall'altra parte e continuare il sogno che stavo facendo.
È l'unico modo che ho per sentirti ancora accanto.
Ti sogno spesso.
Praticamente sempre in realtà, in quelle rare volte in cui riesco ad addormentarmi.
Ma ormai mi sono svegliata, e il dolore costante che ho nel cuore non mi permetterà di riaddormentarmi così facilmente.
Mi alzo.
Prendo la tua spada ed inizio ad affilarla.
Non perché ne abbia necessità, potrei tagliare un tronco per quanto tagliente sia la lama.
È più un rituale per me.
L'ennesimo modo che ho per sentirti ancora in vita.
Il gesto meccanico diventa ben presto quasi ipnotico e la mia mente comincia a vagare tra i mille pensieri che mi riempiono la testa.
Uno in particolare mi provoca sconforto.
Lincoln è morto.. ora come farò a trovare Luna? Come faccio a trovare qualcuno che non ho mai visto?
Non so se sia perché, avendo dormito, la mia mente ora è più riposata, o se è per qualcos'altro.
Ma l'unica soluzione che mi viene in mente, è anche la più ovvia.
Come ho fatto a non pensarci subito?
Devo trovare Octavia!
Ho di nuovo la netta sensazione che sia stata tu ad indicarmi la soluzione.
Sai guidarmi anche ora.. allora stai cercando di mantenere la tua promessa.. non mi hai abbandonata.. non mi hai dimenticata!
"Indra!", urlo per sovrastare il brontolio del temporale.
Si volta.
Mi guarda come si guarderebbe una pazza.
"Ti aiuterò a cercare Octavia", la informo.
Se sia sorpresa dalla mia decisione non lo da a vedere.
Annuisce leggermente, poi guarda verso l'esterno. "Dobbiamo aspettare che finisca di piovere prima.. La via è chiusa".
Indica poco più avanti, leggermente verso il basso.
Osservo.
Non ricordavo di aver visto un fiume ieri sera.
"Come diavolo..", impreco.
"È la pioggia.. questa grotta si trova tra due scarpate.. l'acqua fluisce tutta qui..", spiega.
"Stupido cavallo" dico, pentendomi subito dopo.
Indra mi guarda con la coda dell'occhio mentre mi avvicino all'animale per chiedergli scusa accarezzandolo.
"Cosa c'entra ora il cavallo?".
"Mi ci ha portata lui qui.. non sapevo nemmeno che esistesse questa grotta", spiego.
Ritorna a guardare verso l'esterno.
Ha un'aria risoluta. Estremamente enigmatica.
Se non avesse voluto uccidermi dal primo giorno che mi ha vista, credo che saremmo potute diventare amiche.
Mi piace questa sua compostezza.
In qualche modo mi tranquillizza.
Mi siedo tra il tuo cavallo e Indra.
Guardiamo tutti e tre la pioggia cadere.
Pensiamo tutti e tre a te.

Can you love me, again?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora