[CLARKE]
Te ne sei andata.
Il freddo soffio del vento provoca un brivido al mio corpo, costringendomi alla realtà.
Non so con precisione quanto tempo sia passato da quando mi hai lasciata qui, ma ora i miei occhi osservano uno strato di neve bianca intorno a me.
È mattina, mi accorgo.
Devono essere passate ore.
Provo ad alzarmi, ma le mie ossa fredde scricchiolano lamentandosi.
Non c'è una cosa che funzioni in me, ora.
Gli occhi gonfi sono ancora annebbiati da lacrime che non hanno più nemmeno la forza per scendere a bagnare questo mio viso, ormai privo di qualsiasi espressione.
Mi metto in piedi e arranco verso la casa.
Come riuscirò a guardarti ancora in faccia?
Come riuscirò a starti ancora vicina?
Un cielo plumbeo piange le sue lacrime di ghiaccio, adagiandole silenziosamente su ogni cosa.
Forse vuole imbrogliare lo scorrere del tempo, cercando di racchiudere tutto ciò che tocca in un eterno istante di pura bellezza.
Ma i miei occhi sono cechi a tanta poesia.
Non riescono a vedere nulla di diverso dalla tua schiena, che si allontana.
Da me.
Sospiro mentre cerco di trovare le forze per aprire quella dannata porta che mi separa dal tuo sguardo. Non sono pronta ad affrontarti.
Non dopo quello che mi hai fatto assaporare per qualche secondo.
Non sono pronta a te.
La mia mano spinge verso il basso la maniglia, e con lo sguardo inchiodato a terra, entro nel caldo della casa.
Non mi accorgo delle mani svelte di Anya che mi afferrano la maglia, e spingendomi con la schiena contro il muro, mi puntano un coltello alla gola.
"Dov'è Lexa?", ringhia.
La guardo inerme.
Non capisco cosa stia succedendo.
"Cosa le hai fatto?", insiste.
"Io.. credevo fosse qui..", dico distrattamente mentre le lacrime tornano a rigarmi il viso.
"Menti..", una rabbia cieca le illumina gli occhi color nocciola.
Sento i suoi muscoli tendersi e so che presto lascerà che il suo coltello penetri nel mio collo.
Mi ritrovo a chiedermi se non sarebbe meglio che lo facesse davvero.
Almeno smetterei di soffrire.
Sono stanca di sentirmi così.
Sono incompleta da troppo tempo, e non ce la faccio più.
La guardo fissa negli occhi, e la imploro con lo sguardo, di affondare la sua lama nella mia carne, una volta per tutte.
Gustus cerca d'intervenire, quando la porta si spalanca di colpo.
"Dovete venire a vede..", ti blocchi.
Guardi Anya.
Guardi me.
Poi i tuoi occhi si posano sul pugnale che spinge contro il mio collo e cerchi di capire cosa stia succedendo.
"Dove ti eri cacciata?", sibila Anya.
"Stavo per ucciderla..".
Abbassa il coltello, e senza degnarmi di uno sguardo si volta e ripone l'arma nel fodero caduto a terra qualche istante fa.
"Tu stavi cosa?" le chiedi incredula, mentre ti precipiti ad asciugare una goccia di sangue che scivola giù dal punto in cui la lama ha incontrato il mio collo.
Un brivido mi percorre il corpo non appena le tue dita mi sfiorano.
Una rabbia inspiegabile m'invade ogni fibra.
Di colpo l'immagine di te che mi allontani e te ne vai ritorna ad annebbiarmi la mente ed il cuore, e per una volta, lavorano insieme cercando di limitare i danni che puoi ancora farmi.
"Non mi toccare..", sibilo mentre allontano la tua mano con poco riguardo.
Nei tuoi occhi cade la tristezza a causa di questa mia reazione.
Riesco a vederla chiaramente.
Ma ogni volta che mi guardi, ogni volta che mi tocchi, accendi una speranza dentro di me, che subito dopo uccidi, allontanandoti ancora una volta. Ed io non ce la faccio più a sopportare tutto questo dolore Lexa.
"Clarke..", sussurri.
Ti spingo via e mi getto a raccogliere le poche cose ho.
Devo allontanarmi da tutto questo.
Devo allontanarmi da te.
"Che stai facendo?", mi chiedi.
Non rispondo.
"Clarke.. cosa diavolo pensi di fare?", insisti nel domandare, ed io insisto nel non rispondere.
La porta sbatte violentemente.
Gustus è davanti.
Lo sguardo severo si posa su tutte e tre.
"Nessuna si muove da qui..", intima.
"Levati..", lo sfido.
Mi prendi la bisaccia e cerchi di sfilarla dalla mia spalla.
"Clarke cerca di ragionare..".
Il mio sguardo è di nuovo su di te.
"Mollami..".
"Si mollala, Lexa.. lascia che la dolce ed innocente principessina vaghi per questa merda di posto, scatenando un'altra guerra per poi bruciare tutti di nuovo..", ironizza Anya.
"Sta zitta..", ringhio.
"Cosa c'è? La verità fa male biondina?" Anya si diverte a stuzzicare, ma stavolta non ho voglia di stare al gioco.
"Ti ho detto di stare zitta!" urlo, mentre mi fiondo sulla terrestre.
Sento le tue mani che cercano di afferrarmi e di allontanarmi da Anya, ma non voglio mollare la presa.
"Ora basta!", tuona Gustus.
Si piazza tra me e la terrestre, mentre tu mi trattieni da dietro.
Sento le tue mani stringersi intorno al mio ventre, cercando di calmarmi.
"Nessuno uscirà da questa casa fino a che non avremo chiarito una volta per tutte ciò che va chiarito.." il suo sguardo si ferma su di me, come a volere la conferma che le sue parole siano arrivate alle mie orecchie.
"Clarke, vuoi iniziare tu?", chiede.
Rimango in silenzio.
"Anya?", domanda.
Silenzio.
"Lexa?", si volta a guardarti.
"Io.." non sai cosa dire, e ti fermi subito.
"Ok, inizierò io.. Ho odiato Clarke.. e la sua gente.. la odiavo perché la incolpavo della mia morte..", racconta.
"Cosa?", sibila Anya con tutto l'odio che ha in corpo.
"Silenzio!", tuona Gustus.
Poi torna a guardarmi.
"L'ho odiata perché la ritenevo responsabile di un gesto che ho compiuto io.. ho avvelenato una coppa di vino, affinché tu Lexa, credessi che gli Skaikru ti volessero morta..".
"Perché?", chiedi.
Non ricordi nemmeno questo, ovviamente.
"Perché vedevo il modo in cui la guardavi.. hai messo in discussione le nostre usanze per lei.. e non potevo permettere che succedesse di nuovo.. non potevo permettere che tu soffrissi ancora per un'amore pericoloso..", ammette.
"Costia..", sussurri.
"Ma in qualche modo ci è stata data una seconda possibilità in questo posto.. e non la voglio sprecare.. vedo ancora il modo in cui la guardi.. ma vedo anche il modo in cui lei guarda te.. e credo ci sia un motivo se vi è stato concesso di ritrovarvi..".
Il silenzio cala in mezzo a noi.
Ho lo sguardo fisso a terra, e ringrazio il cielo che tu sia dietro di me.
Le tue mani schiudono l'abbraccio nel quale ancora mi tenevi.
Ma rimani immobile.
Gustus si volta a guardare Anya, esortandola a parlare.
"Non mi fido..", ammette infine.
La guardo.
Ha lo sguardo fisso su di me.
"Non ci hai ancora detto come fai ad essere qui.. noi tre siamo tutti morti, e ci siamo risvegliati qui.. ma tu sostieni di non essere morta.. come fai allora ad essere qui?".
La guardo e per un attimo ho il desiderio di sputarle in faccia.
"Clarke?", domanda Gustus.
Lo guardo.
Sta cercando di farci ragionare.
Glielo devo.
"Non so dirti di preciso come sono arrivata qui, ma posso dirti il perché..".
"Certo, dì piuttosto che non lo vuoi dire..", mi accusa Anya.
Gustus la zittisce con lo sguardo, e poi mi fa cenno di continuare.
"Sono in missione.. devo trovare l'ultima Nightblood rimasta in vita..".
"Per la mia successione?", mi chiedi.
"Si..", ammetto.
"Per quello c'è il conclave..", sibila Anya.
Sembra divertirsi nel ribattere a tutto ciò che dico.
"Non c'è stato nessun conclave.. Ontari ha sterminato gli indiziati durante il sonno..".
"Ontari..", ripeti.
"Cosa ha fatto?", ringhia Anya.
La guardo.
Lei e Gustus sono indignati da ciò che sto rivelando loro.
"Titus mi ha affidato il compito di trovare l'ultima Nightblood.. colei che fuggì dal conclave quando Lexa fu scelta..", spiego.
"Luna..", sussurri.
Mi volto di scatto.
"Ti ricordi di lei?", ti chiedo.
Qualcosa si muove dentro di me.
Un fastidio latente alla bocca dello stomaco.
Come puoi ricordarti di lei e non di me?
Annuisci distratta, inconsapevole di dare libero sfogo al fuoco che mi sta divorando le viscere.
"Ma che importanza ha se la trovi? Ontari è stata scelta, non si discute il volere dello spirito del comandante..", riflette Gustus.
"Ontari non è stata scelta..", affermo risoluta.
"Cosa vuoi dire?", Anya mi fissa con gli occhi ridotti a due fessure.
"Ontari non ha mai ricevuto la Fiamma.. non ha mai completato il rituale..".
"Come fai a saperlo?", mi chiede la terrestre.
"Perché ho io la Fiamma.. Titus me l'ha data affinché io trovassi Luna e ne facessi la nuova Heda..".
"Dimostralo..", mi sfida Anya.
Sospiro.
Porto la mia mano alla tasca interna della mia giacca, e tiro fuori la scatola contenente il chip.
Vi avvicinate per guardare curiosi all'interno della scatola, ma quando ti avvicini qualcosa non va.
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Can you love me, again?
FanfictionQuesta storia l'ho scritta nel 2016 ed inizia dove tutto il nostro mondo clexa va a morire, ovvero dopo gli avvenimenti della 3x09.. La pubblico anche qui su Wattpad, dopo averla pubblicata tempo addietro su altre piattaforme. Riuscirà Clarke a sopp...