capitolo 4 ✅

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«Dai, Marti, muoviti che perdiamo il volo», disse Nikita con tono impaziente.

«Sì, Niki, arrivo un attimo», risposi velocemente, cercando di sbrigarmi.

«Dai, sei sempre lenta!», aggiunse Avani, esasperata.

«Arrivoooo!», risposi, cercando di accelerare.

Sì, ok, sto per perdere il volo, ma che ci posso fare se sono lenta?

Sono passati due anni da quando sono partita per Los Angeles, e la mia vita è decisamente migliorata da allora. Dopo tanto impegno e soprattutto ore passate in palestra, ho finalmente ottenuto il fisico dei miei sogni. Ho molta più autostima e sono davvero fiera di me stessa. Oltre al fisico, è cambiato inevitabilmente anche il mio carattere: ora non ho più paura di essere presa in giro, anzi, riesco a fregarmene e rispondere agli insulti non mi pesa più.

Ho realizzato il mio sogno di recitare in un film che uscirà presto su Netflix, oltre a fare qualche comparsa qua e là in altri film. Devo tutto a Nikita e ad Avani, che mi hanno sempre sostenuta in qualsiasi scelta io facessi. Grazie ai film, sono anche diventata famosa sui social e ogni tanto vedo qualche like o commento da parte dei miei fratelli e dei loro amici sotto i miei post. Veramente imbarazzanti, soprattutto quelli di Payton.

Ovviamente sui social e nei film non uso mai il mio vero nome, ma un nome d'arte, per questo nessuno mi ha riconosciuta. Ora, io, Avani e Nikita abbiamo deciso di tornare a Charlotte. O meglio, loro hanno deciso di tornarci; io non ero proprio d'accordo, ma in fondo sarà piacevole far rosicare un po' tutti quando mi vedranno e scopriranno chi sono diventata.

Saliamo sul nostro aereo privato, gentilmente offerto da Netflix, e decidiamo di stappare una bottiglia di champagne.

«Al nostro ritorno a Charlotte e a tutti quelli che ci vogliono male», brindò Avani con un sorriso malizioso.

Alziamo tutte e tre i calici e brindiamo. Ognuna di noi ha qualcosa per cui brindare: Nikita è felice di rivedere alcuni familiari, Avani è entusiasta di vedere la città per la prima volta. E io? Beh, io brindo semplicemente alla vendetta.

Dopo alcuni scatti fatti dalla mia personale fotografa, Nikita, decido di postarne uno su Instagram.

@potentia:

Ciao amici, sto arrivando a Charlotte 🙂

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Ciao amici, sto arrivando a Charlotte 🙂

I commenti di mio fratello e dei suoi amici sono disgustosi, non spreco nemmeno tempo a rispondere.

Dopo circa cinque ore di viaggio, finalmente atterriamo. Chiamo il mio taxi personale e ci dirigiamo verso la nostra nuova casa che, casualmente, si trova proprio di fronte a quella dei membri della "Hype House", dove vivono anche i miei fratelli e tutta la loro combriccola. Appena arrivate, scendo dalla macchina con molta ansia e mi trovo subito davanti alla loro casa, con la scritta "Hype House" proprio sul cancello.

La loro casa è carina, ma la nostra è migliore», penso tra me e me, guardandomi intorno.

La nostra casa potrebbe sembrare grande per tre persone, e in effetti lo è, ma ci piaceva e quindi abbiamo detto: "Perché no?"

Al piano terra ci sono il salotto, la cucina e un bagno. La mia camera è al secondo piano, insieme al mio bagno, la camera di Nikita, quella di Avani e due camere per gli ospiti, che sono identiche. Salendo al terzo piano ci sono altre stanze tra cui le mie preferite: la sala cinema, la sala per giocare alla PlayStation, se mai avremo dei ragazzi, e la palestra, che non può mai mancare. Abbiamo anche una piscina interna con spa e idromassaggio e due piscine esterne.

Dopo aver sistemato le valigie nella cabina armadio, indosso dei pantaloncini di jeans e un top rosso, visto che fa caldo, e scendo per vedere cosa stanno facendo le altre due. Appena arrivo in cucina, le vedo che stanno cercando di cucinare, ma non ci riescono. Probabilmente, se non metto mano io, faranno saltare in aria tutta la casa.

«Oh Dio, ragazze, cosa state facendo?» domando, cercando di trattenere una risata.

«Stiamo cercando di cucinare, ma non ci riusciamo», ammette Nikita con un'espressione disperata.

«Ti prego, aiutaci», aggiunge Avani con un tono supplichevole.

Alla fine, decidiamo di ordinare una pizza per evitare disastri. Quando suona il campanello, vado ad aprire e con piacere vedo che è proprio il fattorino, che tra l'altro non è neanche così male.

«Pizza? Oh wow, ma tu sei Potentia?» chiede, sorpreso.

«Sì, sono proprio io. E tu come ti chiami?» rispondo, divertita.

«Io sono Nick Austin, piacere», dice con un sorriso.

«Piacere mio. Quanti anni hai?» domando incuriosita.

«20. Tu 19, giusto?» risponde lui, sicuro di sé.

«Vedo che sei informato. Comunque sì, ho 19 anni», confermo, sorridendo.

«Eh sì, sono molto informato. Io comunque vivo nella villa qua di fronte, la Hype House. Se vuoi, un giorno vieni a trovarmi», mi invita, facendomi un occhiolino.

Ecco, proprio quello che volevo: trovare una scusa per entrare in quella maledetta casa. Questo ragazzo è proprio un angelo caduto dal cielo.

«Certo, verrò di sicuro. Magari porto anche le mie migliori amiche», rispondo, cercando di non sembrare troppo entusiasta.

«Ok, allora a presto. Ah, queste pizze te le offro io», dice, lasciandomi le pizze tra le mani.

«Grazie mille, Nick, ti devo un favore. Ciao!»

«Ciao, ci vediamo», risponde prima di andarsene.

Quando torno in cucina con le pizze, racconto subito quello che è successo a Niki e Avani.

«Allora domani magari possiamo andare, che ne dici?» suggerisce Avani con un sorriso.

«Certo, per me nessun problema», rispondo, già pensando a come sfruttare l'occasione.

«Ma almeno questo fattorino era bello? Come si chiama?» chiede Nikita, curiosa.

«Si chiama Nick Austin e sì, è molto carino», ammetto con un sorriso.

«Che palle però, volevo vederlo», si lamenta Nikita.

«Aspetta, provo a cercarlo su Instagram», dico, prendendo il telefono.

Vado su Instagram e cerco il suo profilo. «Niki, l'ho trovato, vieni a vedere», le dico mostrandole il telefono.

Rimane a bocca aperta. «Wow, ma è bellissimo», esclama.

«Anche io voglio vedereee!», interviene Avani, allungando la mano.

Le passo il telefono e anche lei rimane colpita. «Oh Dio, è molto bello», concorda.

«Sì, ma non è il mio tipo, è più il tipo di Nikita», commento, osservando la foto.

«Vero, stareste molto bene insieme», aggiunge Avani con tono complice.

«Mmh, un pensierino forse lo farei», riflette Nikita, sorridendo.

Ci mettiamo tutte e tre a ridere e, tra chiacchiere e risate, finiamo la pizza per poi andare a letto presto, stanche dal viaggio.

𝙻𝚄𝙸//𝙿𝚊𝚢𝚝𝚘𝚗 𝙼𝚘𝚘𝚛𝚖𝚎𝚒𝚎𝚛Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora