Capitolo IV

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In una panchina fredda
due cuori si sono incontrati

In una panchina fredda due cuori si sono incontrati

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Sono una persona molto tranquilla. Sì, a volte però ...

Vorrei davvero prendere il computer tra le mie mani per poi spaccarglielo su quel suo bel faccino che si ritrova.

Guardo Go Won e cerco di controllarmi.

Se qualcuno vedesse cosa c'è adesso dentro la mia testa sicuramente mi porterebbe in un ospedale psichiatrico, oppure dritta in prigione.

È Dahyeun che riesce a salvare la situazione per la milionesima volta in due ore. "Troveremo sicuramente una soluzione." Sorride e la sua mano delicata e calda finisce sulla mia per rassicurarmi. Solo a guardarla ritorno tranquilla.

Dahyeun ha i capelli lisci tinti di un rame che è abbinato con le sue sopracciglia. Tutto nella sua figura è aggraziato, così come il suo comportamento. Eppure continua a seguire Go Won che di buono ha solo l'altezza e la bellezza.

"Direi che quindi abbiamo perso gli ultimi soldi che ci restavano." Dico facendo un sorriso forzato.

"Credi che sia stato facile trovarne uno libero?"

"Magari dovevi pagarlo dopo aver fatto il lavoro, Go Won." Dico cercando di tenere la calma.

"Era piuttosto bello e pure educato, mi sono fidata." Dice lei guardandosi indifferente le unghie appena fatte.

So per certo che le mie sopracciglia sono arrivate fino alla attaccatura dei miei capelli. "Facciamo così: lo trovo io il modello." Dico rompendo la promessa fatta a Seora.

"E i soldi?" Chiede innocente Dahyeun.

Sono così irritata che senza pensarci mi giro verso di lei e la fulmino con lo sguardo. "Volete che paghi io?" Per la prima volta nella mia vita la mia voce esce roca e la mia gola trema.

"Pago io. È stata colpa mia infondo." Dice Go Won cercando di sistemare il casino che ha appena fatto. Il problema è che continua a tenere quel sorriso irritante sul suo faccino perfetto e io ...

Mi alzo dalla sedia e sospiro. "Ora vado." Affermo. Raccolgo tutte le mie cose e prima di allontanarmi dal tavolo stringo la spalla da ballerina di Dahyeun, infine esco dal locale.

Cammino per la strada stretta nel mio cappotto, nel frattempo mando un messaggio a Seora chiedendole come sta. Lei mi risponde che ha appena discusso con il professore di arte contemporanea e io non posso fare a meno di scuotere la testa e corrugare ancora di più la fronte.

Cammino fino al plesso principale dell'università di architettura e mi siedo su una panchina un po' isolata. Guardo l'orario e noto che mancano ancora un po' di minuti prima che Chanyeol possa uscire dall'edificio, così mi do la libertà di sfogarmi.

Abbasso la testa e mi tolgo gli occhiali, per poi singhiozzare dal nervoso. Delle piccole lacrime scendono dai miei occhi e singhiozzo ancora più forte. "Maledetta, mi fa pure piangere ..." Mormoro.

Qualcuno per cui morireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora