Capitolo 16 - Sei tu?

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Ieri sera tornammo alla camera dall'albergo sbronzissime.
Una volta finito il concerto ci spostammo in altri 3 locali diversi, a bere come spugne drink strani americani che ci venivano consigliati.
Una serata assurda.

Quella mattina il sole che filtrava dalle tende sembrava ancora più fastidioso, la testa batteva e faceva male.

Era il 24 dicembre, essendo festa e tutto chiuso in giro per New York, decidemmo di dedicarci una giornata intera di relax nella spa dell'Hotel.

Munite di accappatoi e ciabatte che ci avevano fatto trovare in camera, fornite dalla struttura, ci avviammo verso la nostra zona di relax.

Immensa, un po' come tutto l'Hotel.

Quel giorno avevano permesso, oltre agli ospiti dell'albergo, anche ad un gruppo ristretto di clienti esterni che non soggiornavano lì di pagare una tariffa giornaliera e potersi godere un po' di benessere.

——

Tra un piscina e l'altra la fame iniziava a farsi sentire.

"Ragazze volete qualcosa da mangiare? Un panino, un toast? O andiamo al ristorante?"

"No Lilì, fai toast. Non voglio abbandonare per nulla al mondo questa piscina" disse Emma immergendosi sempre di più.

Scoppiai a ridere
"Ari per te uguale immagino"

"Esatto Annalisa, tu si che hai capito"

Presi l'accappatoio con il logo dell'Hotel, me lo legai in vita con il laccetto e mi diressi verso il bar della spa.

Arrivai al bancone, ordinai 3 toast e mi misi a scorrere la pagina di Instagram sul cellulare.

"Ciao" sobbalzai

Alzai lo sguardo....
Non potevo crederci.
Pensavo che il destino nella vita non esistesse, eppure in quella frazione di secondo cambiai idea.

"Cos'ho che non va?" continuò il ragazzo di fronte a me sorridendo

Mi risvegliai dai miei pensieri.
"Ei, ciao"

"Ti ricordi di me? Si?"

"S-S-si" risposi balbettando

"Italiana?"

"Si...aspetta, perché mi stai parlando in italiano? Tu non sei di qui?"

"Sono di New York, ho vissuto tanti anni a Milano per fare musica, quindi di conseguenza ho imparato bene la lingua"

Certo che era veramente bello.
Ancora più bello sotto la luce e non al buio...

"Umh senti ti va se beviamo qualcosa al volo, qui" disse girandosi e indicando i tavolini del bar

"Volentieri, mi piacerebbe. Ma sto aspettando i toast per me e le mie amiche"

"Oh non fa niente, vi lascio mangiare tranquille. Possiamo rimandare a questa sera dopo cena?

Diventai un po' rossa, l'imbarazzo stava prendendo il sopravvento.
"Si potrebbe andare bene"

"Ottimo, mi faccio trovare all'ingresso dell'hotel per le 21.30 se per te è ok"

"Si è super ok..." dissi guardandolo e scrutandolo.
Analizzai la risposta che gli avevo dato vedendo il suo sorriso farsi largo sul viso.
Scossi la testa.
"Volevo dire si, per le 21.30 è perfetto"

"Ottimo, a stasera allora"

Disse allontanandosi, nel frattempo arrivarono i toast.
I toast più lunghi della mia vita oserei dire.

Li presi e tornai al mio lettino, richiamai le ragazze e pranzammo parlando del più e del meno.

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