Cap10: Come l'impero romano

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I ghetti a New York fruttavano molti soldi e sembrava che la mafia non fosse interessata a cacciarci.

Le altre gang di Los Angeles ci rispettavano e tranne i messicani, nessuno osava attaccarci.

Il mio impero criminale mi rese il negro più rispettato d' America, anche se in realtà non era un grande traguardo, visto che noi neri eravamo comunque disprezzati dai bianchi.

Il mio prossimo traguardo era ottenere il rispetto, con la mia musica oppure un rispetto fondato sulla paura.

Tuttavia anche se ero rispettato dalle altre gang di Los Angeles, la città non era ancora mia. Ora avevo abbastanza gangsta per attaccare i Monsters, poi mi sarei sbarazzato dei Lockers.

Per organizzare l' assalto decisivo ci vollero quattro mesi, era nel giugno del 1996.

Avevo sotto il mio comando più di cento uomini, senza contare quelli di New York, dove ogni giorno reclutavamo numerosi negri.

Decisi di utilizzare tutti i gangsta dei Clainds per attacare i Monsters, in oltre la polizia con la scusa di effettuare un blitz, aveva già arrestato molti gangsta avversari; sconfiggerli sarebbe stato un gioco da ragazzi.

Ci andammo pesante, la nostra prima mossa fu far saltare in aria il loro locale, con dell' esplosivo che i miei uomini migliori piazzarono.

Sfortunatamente la maggior parte dei gangsta nemici non era al locale, sicuramente li avremmo trovato nel loro ghetto. Andammo con delle bici e un paio di macchine. Sparammo all' impazzata ai presenti. Siccome diveva essere l' attacco che li avrebbe spazzati via non ci limitammo ad attaccare e poi scappare, ma scendemmo a piedi a perlustrare l' area; nessuno doveva sopravvivere.

La battaglia fu sanguinosa, ci furono numerosi morti e feriti anche dalla mia parte. I Monsters riuscirono dopo un po' a prendere in mano la situazione, ma sapevo che ce l' avremmo fatta comunque. Costringemmo i sopravvissuti a nascondersi in un edificio. Entrammo per terminare il lavoro che avevamo iniziato. Nell' edificio la battaglia continuò, fino a quando ci fu un' esplosione. Non fummo noi a farlo salrare in aria, poiche c ' erano anche dei nostri uomini all' interno, fortunatamente io non ero ancora entrato, ma persi numerosi uomini. Non evevamo tempo per piangere i morti, decidemmo di ripulire interamente il ghetto, casa per casa.

Finito il lavoro noi sopravvissuti tornammo bel ghetto di Watts, eravamo felici poichè avevamo distrutto i Monsters, ma pregammo per le anime dei nostri morti.

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