Cap23:stato critico

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Arrivò il giorno atteso, un' auto si avvicinò al locale, scesere in cinque e iniziarono a spararci contro.
Uscimmo per difenderci, non ci volle molto per liberarci della prima ondata, ma subito ne seguirono delle altre. I nemici aumentavano sempre; mentre ci difendevamo dall' attacco frontale, arrivarono da dietro ed entrarono nel locale dal retro, dove uccisero molti innocenti e fecero prigionieri alcuni compagni, dopodichè incendiarono il locale.
Solo dopo riuscimmo però ad accorgerci dell' incendio e mandai alcuni uomini all' interno, mentre io ed altri gangsta continuammo la difesa dell'entrata principale.
Non avevamo abbastanza uomini per difenderci, sembravano non finire mai.
La maggior parte dei membri della gang erano stati uccisi o feriti, come se non bastasse il nostro locale stava andando a fuoco.
Nel frattempo i Legios erano arrivati anche al nostro ghetto, uccidendo le famiglie dei miei uomini, fummo così costretti ad indietreggiare verso le nostre case per non permettergli di uccidere le nostre donne e i nostri bambini, eravamo alle strette. Fortunatamente al nostro arrivo nel ghetto, non c'erano state vittime, ma scovammo dei messicani intenti nel piazzare una bomba, riuscimmo ad ucciderli in tempo.
Improvvisamente sentimmo una voce al megafono che ci ordinava di cessare il fuoco e di deporre le armi, era la polizia, capimmo così di essere veramente fottuti.
Un elicottero iniziò a sorvolare l'isolato e il ghetto fu circondato dalle volanti.
I Legios furono i primi ad attaccare i poliziotti che risposero al fuoco, temevamo il peggio.

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