Capitolo 10

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Alice POV

Sia chiaro non avevo alcuna intenzione di baciarlo, anche se la voglia ovviamente c'era. Volevo solo sentirlo vicino. Azzerare la distanza e fargli capire che non ha mai capito nulla di lui. Mi ha ovviamente allontanata. Cosa potevo aspettarmi?

Dopo una giornata assurda in cui ho passato più tempo in bagno a piangere che a lavorare cercando di sfuggire a qualsiasi rapporto umano, torno a casa distrutta pensando alle sue parole e ovviamente alle sue espressioni. Mi voleva davvero e io non ci avevo capito nulla. Penso a quella collanina...Claudio Conforti che compra una collana con le stelline. Ma avete capito? Claudio Conforti che conserva questa collanina per anni nel cassetto della sua scrivania. Ero cosciente che non si sarebbe risolto nulla subito né ovviamente che sarei stata accolta con gli striscioni ma non avevo la minima idea di quello che ha passato in tutti questi anni. Pensavo avrebbe provato una sorta di indifferenza nei miei confronti o, peggio, si sarebbe mostrato vendicativo per esser stato rifiutato con un bigliettino come se fossimo due liceali. Invece, prova i miei stessi sentimenti. Non pensate che io non sia delusa. Io sono delusa da me stessa. Sono delusa per esser scappata proprio come una liceale alle prese con la prima cotta. E sono incazzata, molto. Incazzata per non essermi fidata di quello che sentivo e per non essermi fidata di lui, lui che per me c'è sempre stato.

Arrivo così a casa. Ho voglia di fare un bagno lunghissimo e di sprofondare a letto, sono stanchissima. Ad attendermi c'è Juliet con un manuale di storia dell'arte classica sul divano.

-Ma petit, che succede?

L'abbraccio.

-Ho rovinato tutto, July. Ti rendi conto che mi amava? Che quel giorno mi aveva portato un regalo, una collanina, bellissima devi vederla. Che gli ho spezzato il cuore con quel cazzo di biglietto. Ma ti rendi conto?

Inizio a parlare senza sosta al punto da risultare confusionaria.

-Attends, (aspetta). Non capisco bene Ali, calmement, (con calma)

E così le racconto tutto: dall'atteggiamento che Claudio ha avuto nei miei confronti nell'ultimo mese fino alla discussione di oggi, il tutto tra le lacrime. Le racconto la sua delusione, la tristezza dei suoi occhi, il rancore nel suo sguardo, tutto il mio stupore, il nostro abbraccio, il nostro primo contatto, la voglia di abbandonarsi e la forza di resistere. Tutto fino al famoso "vattene".

-Juliet ho sbagliato tutto...

-Non saresti quello che sei ora, però.

-Lo so, magari non avrei avuto tutte le soddisfazioni lavorative però magari ora sarei felice, felice con lui.

-Non puoi saperlo. Non dico che magari vi sareste lasciati però che ne sai Ali. Hai passato, nonostante la sua mancanza, cinque anni bellissimi a Parigi. Sei diventata quello che sei ora: un bravissimo medico legale e, soprattutto, una meravigliosa donna.

Mi dice dolcemente accarezzandomi la faccia.

-Sei davvero così pentita della tua scelta?

-Juliet, la verità è che io ero innamorata di Claudio ma, forse, non ero pronta per lui. Mi sarei allarmata al primo segnale che ai miei occhi poteva essere negativo. Non mi sarei mai fidata completamente di lui. Mi sentivo "piccola".

-Vedi alla fine non è così negativo... ricorda che non c'è tempo, non c'è distanza per due ames (anime) che si appartengono.

-Claudio non crede a queste cose, non è così sentimentale è molto più pragmatico e razionale.

-Beh, ma petit, per uno che conserva per cinque anni un pendentif (un ciondolo) nello stesso cassetto non mi stupirei se un giorno parlasse di anime.

L'allieva connessi indissolubilmenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora