Entrai dopo Harry in questa enorme sala: c'erano cineprese, attrezzi di scena, persone che si muovevano freneticamente. "Un paradiso" pensai subito. Harry continuava a parlare di sé e di quanto amasse il suo lavoro, ma io non lo stavo ascoltando più da un pezzo: ero incantata dalla bellezza di quel posto, dalle vibrazioni positive che emanava. "Questa è la vita che voglio" pensai. «Eccoci arrivati» mi disse l'uomo «Stamattina gireremo delle scene qua, poi avremo una pausa e poi oggi pomeriggio lavoreremo ancora» mi disse, illustrandomi brevemente il programma della giornata.
E fu lì, in quell'istante, che lo riconobbi: avevo visto la sua foto per si e no dieci minuti, ma il suo viso mi era rimasto impresso nella mente. Si stava avvicinando a noi in compagnia di Millie, ridendo per una battuta fatta dalla ragazza. "Ammazza che bel sorriso" pensai. Inutile dire che, quando lo ebbi davanti a me, rischiavo di svenire: se già in foto era carino, dal vivo era un gran figo. «Ragazzi, o meglio Louis, visto che Millie l'ha già incontrata, sono lieto di presentarti Alexia» annunciò Harry «È la figlia di un mio carissimo amico e oggi passerà la giornata con noi. Vi prego, fatela sentire a suo agio, fatela sentire a casa» disse «Tra dieci minuti in scena, che iniziamo» concluse, prima di andarsene.
«Piacere, io sono Louis» mi disse il ragazzo, porgendomi la mano. «Alexia» sussurrai timidamente afferrandola. Non sapevo cosa dire: mi sentivo estremamente in imbarazzo di fronte a due ragazzi che non conoscevo e che sembravano lontani anni luce da me, dalla mia quotidianità. Ci furono un paio di minuti con un silenzio imbarazzante, poi Millie prese la parola. «Bene Alexia, come mai tuo padre ti ha organizzato questa giornata qui con noi?» «Sai, sogno da quando sono piccola di diventare una regista. Prenderò questa giornata come uno stage pregando di finire presto i miei studi e iniziare l'università a Milano» dissi tutto d'un fiato, sempre con un filo di voce. La loro presenza mi metteva in soggezione: d'altra parte, loro due avevano già realizzato il loro sogno di una vita, e mi facevano sentire un po' una fallita. «A Milano? Quindi sei italiana giusto? Non sei di qui?» mi domandò Louis. Il suo sguardo puntato addosso mi bruciava sulla pelle. "Che ti succede Alexia? È solo un semplice ragazzo che vedrai solo una volta nella tua vita" mi dissi. «Orami sono anni che vivo a Milano. Sono nata qui però» gli risposi, cercando di essere il più cordiale possibile. «E come mai sei finita a Milano, se posso chiedere?» Louis sembrava alquanto curioso, però non volevo impietosirli con la mia storia o altro: non so perché, ma davanti a questi due ragazzi, soprattutto davanti a Louis, volevo apparire più interessante, non la solita ragazza monotona. «Oh non è importante sai» dissi con un cenno della mano. «Oh ok ok» rispose il ragazzo poco prima che una delle truccatrici chiamasse i due. «Ora dobbiamo andare. Alexia, ci si vede durante la pausa? Se vuoi puoi passarla con noi» mi disse, guardandomi dritta negli occhi e sorridendo. "Madonna adesso svengo seriamente" pensai. Quei due occhi color nocciola, che secondo me e chiunque altro erano di un colore abbastanza banale, su di lui sembravano talmente particolari, come se fossero stati la cosa più rara dell'universo. Tutto solo grazie a uno sguardo. «Ehm si certo, se per Millie non è un problema...» dissi, cercando l'approvazione della ragazza «Ma certo figurati, in fondo non ci sono tante altre persone della nostra età su questo se»" mi disse, sorridendo. «Ah e comunque, se per voi non è un problema, preferirei essere chiamata semplicemente Ada» dissi timidamente, pensando che mi avessero preso per pazza. In fondo, loro non sapevano il mio cognome e quindi non potevano capire da dove venisse questo soprannome. «Ada? Mi piace» rise il ragazzo, che mi contagiò con la sua risata. Mi ero completamente dimenticata della presenza di Millie, fino a quando lei non parlò «Ora noi andiamo, Harry è qualche metro più in là» disse indicando un punto indefinito della stanza. Poi prese sottobraccio Louis e si diressero verso la truccatrice. Erano davvero carini insieme e, non so per quale motivo, provai una strana sensazione, che non avevo mai provato. "Oh madonna cosa mi sta succedendo? Sono a Londra da neanche un giorno e già mi sento strana" sospirai.
Andai verso il mio mentore, che mi sorrise e mi indicò una sedia vicino a lui «Siediti pure qui. Tra poco iniziamo». Diede le ultime dritte alle comparse e agli attori e, dopo poco, urlò quelle poche parole che avrei voluto urlare pure io in futuro: "motore e azione!" Stavano girando la scena del treno: Louis, che interpretava il conte Tewksbury, stava per essere spinto giù da esso dal suo inseguitore, ma Enola, ovvero Millie, lo aiutava a fuggire dall'uomo saltando giù dal treno. Rimasi incantata dalla bravura dei ragazzi: così giovani, così bravi. Però, nulla da togliere a Millie, ma Louis mi aveva incantata: ogni suo movimento, ogni sua espressione, ogni suo gesto e parola mi catturava sempre di più. Ero talmente concentrata a osservarlo che presi un colpo quando Harry urlò "stop!" dopo che i due attori si lanciarono dal treno su un materasso. I due ragazzi si misero a ridere per non so cosa, e io fissai più intensamente Louis: non so perché, non so come, ma quel ragazzo mi attraeva sempre di più.
🧩spazio autrice🧩
Signor* mi scuso per eventuali errori grammaticali/lessicali e per avervi fatto attendere tanto per questo nuovo capitolo.
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Essential Souls - 𝑳𝒐𝒖𝒊𝒔 𝑷𝒂𝒓𝒕𝒓𝒊𝒅𝒈𝒆 [SOSPESA]
FanfictionAlexia e Louis: due adolescenti che, a primo impatto, non hanno nulla in comune. Lei è una timida ragazza milanese dalla vita semplice e, a parer suo, monotona. Lui un ragazzo estroverso, sempre molto impegnato e spesso lontano dalla sua amata Londr...