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Eravamo seduti sul mio letto, gambe incrociate e sguardo fisso l'uno sull'altro.
«Avanti parla» comandai, alzando un sopracciglio. Alle mie parole lui sospirò, abbassando lo sguardo.
«Hai ragione, sono stato io a mangiare tutta la tua scorta di muffin»

«Lo sapevo brutto traditore di un confetto!» gli lanciai addosso un cuscino con forza, per poi buttarmi addosso a lui e iniziare a colpirlo ripetutamente.
«Non volevo taehyung, te lo giuro. Ma mi stavano chiamando e io non ho resistito» mise il labbruccio e mi fermai, solamente per prendere l'altro cuscino e premerlo sulla sua faccia.

Mi bloccai solamente quando sentii qualcuno bussare alla porta.
Jimin, che era steso sotto di me, alzò il busto e mi guardò.
«Chi diavolo è alle otto della sera?» alzai le spalle e scesi da lui, infilandomi un paio di pantaloncini in quanto ero solamente in boxer e t-shirt

Andammo davanti alla porta e chiesi chi fosse. Mi stupii quando fu Yoongi a rispondere, e Jimin spalancò la porta saltando addosso al - si era colorato i capelli di menta?

Mi accorsi di un'altra presenza al suo fianco, e salutai Jungkook nel più grande degli imbarazzi.

Notai che Jimin era sceso dalle braccia del suo quasi fidanzato - quasi perché nessuno dei due riusciva a fare la prossima mossa ed era da due settimane che andavano avanti ad appuntamenti - e ora stava preparando del caffè.

Jungkook era in silenzio, seduto su quella che di solito è la mia sedia, e fissava il mio migliore amico movimento per movimento. Dopotutto lui era ancora in boxer e mi chiesi come cavolo non fosse in imbarazzo. Capivo per Yoongi, ma c'era anche il corvino.

«Come mai qui?» chiesi, andando dritto verso di loro facendo spostare tutta l'attenzione su di me. Mi misi seduto sul ripiano della cucina e di tanto in tanto lanciavo occhiate a Jungkook.

«Mr. mentina voleva far vedere il suo nuovo colore a Mr. zucchero filato» inutile dire che mi misi a ridere accompagnato da Jungkook e da Jimin, mentre mr. mentina era intento ad andarsene.
«Non sei simpatico, kook» a quell'affermazione il corvino fece la linguaccia al suo amico, aspettando poi che Jimin servisse il caffè.

«Tu non bevi?» chiese Jungkook, mentre mi fissava intensamente negli occhi. Scossi la testa e stavo per parlare, ma Jimin rispose per me.
«A tae non piace il caffè. Dovresti vedere la faccia che fa anche solo a vederlo» sorrise il rosa dando un buffetto sulla mia guancia. Storsi il naso e gli tirai un calcio sul culo, al ché lui si lamento dicendo che ero troppo violento.

Mentre stavamo chiacchierando ricevetti una chiamata perciò mi scusai con i tre e andai in camera a rispondere.
«Pronto?»
«Hey Taehyung, sono io. Come stai?»
«Oh Hyuna, che piacere sentirti! Io sto bene e tu?»
«Uhm, potrebbe andare meglio. Comunque mi stavo chiedendo se un giorno di questi potevamo vederci. Sai, sono ritornata in patria e sei stato il mio primo pensiero, insieme a Jimin ovviamente!» sorrisi Inconsciamente.

Conoscevamo Hyuna dall'età dei tredici anni. Sua madre era coreana e suo padre americano, e alla morte di quest'ultimo non se la sentivano di stare lì quindi tornarono in Corea.
A vent'anni, completamente stabile economicamente, decise di tornare nella casa di suo padre, dov'è rimasta a vivere fino ad ora.

La vidi per la prima volta il primo giorno del liceo e rimasi subito colpito dalla bellezza. Inutile dire che mi innamorai di lei dopo due mesi dal nostro incontro.
Fortunatamente la cotta passò, quando mi accorsi di avere altre preferenze.

«Sarebbe fantastico Hyuna, dimmi tu dove e quando. Sono sempre libero per te»
«Va bene Tata, ora devo andare che ho un sacco di cose da sistemare. Ti scrivo appena posso, manda un bacio a Jimin»

Chiusi la chiamata non appena la salutai e tornai in cucina tutto contento.
«È tornata Hyuna» saltellai come un bambino, ignorando i nostri ospiti e girando su me stesso.
«Hyuna? Ma hyuna hyuna?» annuii freneticamente mentre Jimin si alzava e mi abbracciava.

Abbiamo sempre avuto un rapporto stretto e alla sua separazione se ne erano risentite di cose. Dopo tre anni senza vederla mi esplodeva una gioia al cuore.

«Chi è Hyuna?» chiese Yoongi, irritato. Forse era geloso, e un po' mi fece ridere.
«È la cotta di Tae»
«Non è vero, e non siamo mai stati assieme» quasi urlai, fissando il corvino negli occhi. Non sapevo il motivo del perché volevo specificarlo, lo feci e basta e questo Jimin sembrò accorgersene perché quella notte mi tenne sveglio fino alle due a cercare di capire cosa diavolo avesse il mio cuore per palpitare cosi velocemente alla sola vista del corvino.

***

?non so cosa dire sinceramente?

*trusfrated*

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