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«Rilassati taehyung, stavo scherzando»
«Si, uhm. Lo sapevo» mi spostai di lato e lo feci entrare, dicendogli di aspettarmi.
Andai in camera e mi infilai un paio di pantaloni da ginnastica e una felpa verde scuro, poi tornai da lui che si era appropriato del divano come fosse casa sua.

«Cosa ti porta qui?» domandai, sedendomi sul bracciolo del divano a debita distanza. Non sia mai che i miei istinti animali venissero fuori nonostante fossi più vergine della Maria.
«Sei tu che mi hai chiamato, quindi ho preferito venire di persona» mi sorrise per poi portare lo sguardo sullo schermo ancora acceso della TV. TV che stava trasmettendo gli episodi dei puffi. Non potevo farci niente, ero ossessionato da quel programma.

Nonostante questo ci misi poco a prendere il telecomando e spegnere la TV, sotto un verso infastidito dal corvino. «Perché hai spento? Sono belli i puffi» mi prese il telecomando dalle mani e riaccese li schermo e mentre lui era impegnato a guardare con disinvoltura quei nani blu io stavo morendo di disperazione mentre preparavo il tè.

Ritornai da lui posando le due tazze - rigorosamente con le facce del cartone di winnie the pooh perché avevamo solo quelle - sul tavolino in vetro davanti al divano, poi mi misi di fianco a Jungkook che sembrava seriamente interessato alla scena di puffetta che parlava con quattrocchi.

«Non me l'aspettavo» parlò improvvisamente, girandosi verso di me.
«Non ti aspettavi cosa?»
«Che mi chiamassi e mi volessi incontrare. Ti vedevo e ti vedo sempre così timido, rilassati un po'»  alzai le sopracciglia e piegai di poco la testa.
«Sono rilassato!» parlai nervoso, beccandomi un'occhiata.

«La tua gamba trema da quando sono entrato e stai facendo di tutto per evitarmi. Ti creo imbarazzo, taehyung?» parlò con voce bassa, avvicinando sempre di più il suo viso al mio. Più cercavo di allontanarmi e più me lo sentivo vicino.
Finché decisi di alzarmi e sedermi sulla poltrona, proprio di fianco al divano.

«Vedi, sei nervoso. Comunque, cosa proponi di fare?»
«io? Se tu che ti sei auto-invitato in casa mia»
«Ma sei tu che mi hai chiamato».
Colpito e affondato.
«Di certo non avevo intenzione di volerti in casa mia» parlai, senza rendermene conto, con un tono abbastanza alto,tant'è che lui si alzò, poggiò la tazza sul tavolo e si diresse verso la porta.
«Allora me me vado, scusa il disturbo».
Ma faceva sul serio?

Inutile dire che, da sottone che ero, mi alzai e lo raggiunsi, chiedendogli si restare.
«Se proprio non vuoi stare qui andiamo a farci una passegiata»
«tae, fuori fa freddo, è buio e sono quasi le sette. Anzi, dovremo mangiare, ho proprio fame»
E, di nuovo, come se fosse a casa sua iniziò a rovistare nel frigo.

Un'ora dopo i piatti e alcune ciotole erano abbandonati nel tavolo con ancora qualche avanzo di ramen,bacon, uova e carne all'interno. La luna era l'unica fonte che ci illuminava e la TV ci faceva da sottofondo.

Eravamo stravaccati nel divano, io con la testa poggiata nelle sue gambe, allungate nel tavolino. La sua mano mi faceva i grattini ai capelli e dio, non c'era sensazione più bella di sentirsi così felici sotto il tocco di una persona.

Le palpebre mi si fecero pesanti e tirai le braccia in aria per evitare di addormentarmi. Jungkook a quel gesto si fermò, ma io afferrai le sue mani e le riportai nei miei capelli, che lui continuò ad accarezzare.
Ma non si fermo lì, poco dopo le sue dita raggiunsero il mio collo e un brivido mi passò il corpo.

«Hai sonno taehyung? Andiamo a dormire?» parlò premuroso, e annuii.
Lui si alzò lentamente, e feci un gesto di disapprovazione quando non fui più comodo.
Spense la TV e si avvicinò alla mia faccia.
«Non andare via Jungkook, stai con me» allungai le braccia verso di lui, e capendo ciò che volevo mi tirò sù e mi prese in braccio.
«Non avevo intenzione di andarmene neanche se me lo avessi chiesto»

Camminò fino alla mia camera, chiedendo poi quale fosse il mio letto e quando glielo dissi mi ci posò delicatamente, stendendosi poi al mio fianco.
«Il letto di Jimin è libero, secondo me starà da voi tutta la notte» biascicai, portando la mia testa sul suo petto.

«taehyung?»
«Cosa?»
«Col cazzo che mi separo da te stanotte» e, nel profondo, lo ringraziai mentalmente perché non avevo assolutamente voglia di dormire senza di lui. Almeno per quella notte sarei stato bene.

Mi svegliai quando quel fastidioso apparecchio elettronico iniziò a suonare e quando cercai di alzarmi per cercare di spegnere la sveglia, un braccio mi bloccò per la vita.
«Spengi quell'affare taehyung e poi torna a dormire»
«se mi lasci magari» pronunciate quelle parole il corvino tolse il suo braccio, permettendomi di allungarmi per spegnere l'aggeggio, ma subito dopo fui subito di nuovo tra le sue braccia.

«devo andare a scuola Jungkook, e tu a lavorare» lui in risposta si nascose si più fra le coperte stringendomi più forte.
Certo che mi piaceva quel contatto ed era scontatissimo che volessi restare lì per il resto dei miei giorni, sentendo quel calore che emanava il suo corpo e il suo respiro irregolare sul mio collo, ma era anche vero che il dovere andava prima del piacere quindi con uno strattone scivolai via dalla sua presa e mi rimisi in piedi.

«fa freddo senza di te, torna a letto tae» il broncio, gli occhi ancora chiusi e le guanciotte spiaccicate sul cuscino mi fecero mettere gli occhi a cuoricino. Era adorabile.
«alzati jeon, farai tardi e anche io» presi una tuta e delle mutande poi mi chiusi in bagno e andai a lavarmi.

Stranamente ero molto più rilassato e senza imbarazzo e questo non era da me ma mi piaceva. Potevo stare con Jungkook senza timore.

Mentre chiusi l'acqua sentii bussare alla porta. Non risposi e finii di cambiarmi, e appena misi piede fuori dal bagno una testa corvina mi venne incontro abbracciandomi.
«stai con me taehyung» parlò allungando la “u” del mio nome, ma io lo spintonai e presi lo zaino.

«vieni a fare colazione con me o stai qui da solo?». E non se lo fece ripetere due volte e in meno di cinque minuti era già pronto. «non ti lavi?»
«ti porto a scuola e poi torno al dormitorio, devo andare anche a vedere le condizioni degli altri due. Secondo me stanno ancora scopando come conigli»
«Jungkook!» lo rimproverai dandogli un pugnetto sulla spalla, poi uscimmo di casa diretti verso al bar.

Presi di nuovo il latte caldo, solamente perché lo aveva ordinato Jungkook per me assieme alla solita pastina, e dieci minuti dopo stavo già correndo per i corridoi in ritardo.
Stupido Jungkook e stupidi i suoi abbracci che non ti lasciano andare.

***

Ho ufficialmente finito scuola due ore fa e sono happy:)
(e soft per la foto^)

ᴡᴀʀᴍ ᴍɪʟᴋ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora