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Il sole stava iniziando a bruciare, perciò mi spostai all'ombra sotto lo sguardo attento del corvino.
Quando ebbe finito di parlarmi di lui, voleva sapere la mia storia, e non glielo negai.
Gli dissi che ero nato a Daegu, proprio come yoongi, e che mi sono trasferito a Seoul tre anni fa per stare in università. Raccontai dei miei hobby, della mia famiglia e dei miei amici. Gli parlai soprattutto di Jimin.
Gli dissi come ci odiavamo i primi giorni, non sopportandoci a vicenda, fino ad arrivare ad adesso, dove non potevamo stare l'uno senza l'altro.

Mi disse che all'inizio era geloso del rapporto tra me e il rosa,di come mi toccava senza che lo respingessi,di come facevamo gli affettuosi in pubblico senza preoccuparci di nessuno mentre con lui ero sempre in allerta.
Poi capii che il nostro rapporto era più da fratello a fratello, tipo come due soulmate senza avere nulla di amoroso in mezzo. In fondo, la propria anima gemella, può arrivare nei panni del migliore amico.

«hai fame? Io si, andiamo a mangiare» si alzò dalla sua sdraio, prendendo in una mano una sacca con dentro i nostri oggetti personali importanti e portandosela dietro alla schiena, mentre con l'altra afferrò la mia e mi fece alzare, sotto la mia disapprovazione.
Avevo fame ma avevo più voglia di rimanere lì e dormire ancora.

Un frullato allo yogurt e un trancio di pizza dopo, il mio stomaco fu soddisfatto. Al contrario di quello di Jungkook che non la smetteva di mangiare.
Oltre alla pizza si era preso anche due porzioni di patatine fritte e due di alette di pollo. Aveva uno stomaco immenso, mangiava davvero tanto.

Pagammo e ritornammo al nostro ombrellone. Da lì a qualche minuto dopo iniziò a tirare vento perciò presi la mia maglietta e la indossai, rimettendomi la bandana che avevo tolto prima di fare il bagno.

«secondo te si mette a piovere?» chiese, mentre fissava il cielo che stava iniziando ad incupirsi.
«spero di no, non ho voglia di tornare in università»
«neanche io. Intanto mettiamo via, casomai cerchiamo un posto dove fermarci, ti va? Tipo un ristorante»
«Kook, hai appena finito di mangiare» lo rimproverai, dandogli un pugnetto sulla spalla.

Mi rimisi i pantaloni una volta che il costume si fu asciugato del tutto, poi mi stesi sulla sdraio e il corvino si mise sopra di me, poggiando la testa sul mio petto.
Iniziai ad accarezzare i suoi capelli, fermandomi un momento per mettergli la mia giacca a coprirgli la schiena dopo averlo sentito tremare.

«alla fine che voto ti ha dato per il mio ritratto?». Smisi di respirare per un secondo, ricordandomi di averlo finito la sera dopo.
«uhm, una c+»
«solo?» annuii, ricordandomi del sorriso pervertito della professoressa choi alla consegna del ritratto di Jungkook.

L'aveva riconosciuto essendo che delle volte la trovavo in caffetteria, e mi aveva augurato buona fortuna. Ero diventato un pomodoro, far scoprire così il mio orientamento alla professoressa era davvero imbarazzante ma ero felice che non andasse contro questa cosa.
Mi ricordo che mi aveva detto di non avermi messo una A solamente perché da me si aspettava qualcosa di più, ma ne fui felice lo stesso,anche se Jungkook si meritava un pieno voto e anche di più.

«ma alla fine qual'era la consegna?»
«com'è rappresentata la bellezza per noi». Il corvino alzò il volto e mi posò un bacio all'angolo delle labbra per poi sorridere.
«sono contento che tu mi abbia scelto» sorrisi anche io.

Certo, avrei potuto scegliere di tutto. I quadri di Van Ghog, la cascata del Niagara o, semplicemente, mia madre. Un campo di girasoli, me stesso o un fascio di luce che entrava da una finestra. Ma invece avevo scelto il corvino, perché, al tempo, avevo già capito dove il mio cuore stesse andando.

Mi girai verso il cielo quando notai una fascia di luce arancione. Il mio sorriso si ampliò facendo girare Jungkook dalla parte in cui stavo guardando.
«andiamo in riva a guardare, dai» sussurrò, per poi prendermi la mano e raggiungere la riva.
Ci sedemmo per terra, io posai la testa sulla sua spalla e lui mi strinse a sé con un braccio.

«ti dedico questo tramonto e gli altri a venire» «anche se nessun tramonto può riuscire a superati, perché sei davvero uno spettacolo per gli occhi» parlava dolcemente senza distogliere lo sguardo dal fenomeno naturale, e io quasi piansi.
In verità le lacrime stavano già scendendo, ero davvero felice e nessuno mi aveva mai dedicato parole del genere.
E per quanto sperai che non si voltasse verso di me, lui lo fece.
«ei Tae, non piangere amore. Perché piangi?».
E buttai fuori tutto.
«credo di essermi innamorato di te, jungkook. Ti guardo e sento e che vorrei passare tutti i miei giorni con te, baciarti, abbracciarti, amarti» sussurrai l'ultima parola, leggermente timoroso.

Ma il nervosismo sparì nel momento in cui sentii le sue labbra premere sulle mie.
«mi sono innamorato di te anche io taehyung. Da quel giorno al bar, in cui ti ho dato il numero. Lo sapevo già, e ora ne ho la conferma» riprese le mie labbra tra le sue, viziandole e mordendole come se fosse la prima volta.

Mi sentivo bene, così bene che mi dimenticai di tutto. C'eravamo solo io, lui e un bel tramonto che ci guardava.
Perché forse, la cosa più bello di tutto ciò, eravamo indubbiamente noi.

***

sto piangendo:)

(date tanto amore a
questo capitolo
per favore)

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