Capitolo 8.

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Passarono 3 mesi così, tra risate e battibecchi tra di noi. Ormai io, la bionda, Saray e Tokyo, stavamo sempre insieme, sembravamo uno di quei quartetti di liceali che vivono insieme che si vedono nei film. Ero contenta per la prima volta in vita mia, non mi era mai successo di avere un gruppo di amici di cui potermi fidare. Poi oltre che con loro avevo costruito un bel rapporto anche con Berlino, che finalmente aveva capito che le sue battutine di apprezzamento del cazzo non lo avrebbero portato da nessuna parte, o almeno con me, e con Helsinki, aveva davvero un cuore d'oro quell'uomo. Oltre le amicizie, si erano formate delle relazioni, e soprattutto alcuni si presero delle cotte: Tokyo aveva una relazione con Rio, un ragazzino, ma un genio dell'hacking; Saray era innamorata di Helsinki, che purtroppo non ricambiava, perchè era innamortato di Palermo, che a sua volta era innamorato di Berlino. E io? Beh, il mio amore non è di certo nato qua in questa casa a Toledo, il mio amore per la bionda dura dal primo giorno in cui ha messo in piede in carcere, anche se penso che per lei non sia così. In questo periodo si, ci eravamo riavvicinate tantissimo, ma il rapporto non era più quello di una volta: ora c'era molta più amicizia, molta più fiducia, molta più dolcezza, ma mancava la cosa più importante, l'amore.
Mi sarebbe piaciuto tantissimo avere una relazione con la bionda, ero veramente innamorata di lei, ma avevo tantissima paura di essere rifiutata. Ne parlai sia con Saray che con Tokyo, e entrambe mi dissero che non mi avrebbe mai rifiutata, perchè si vedeva nel modo in cui mi guardava e nei suoi atteggiamenti premurosi che aveva nei miei confronti che non c'era solo amicizia. Io ci pensai bene, non avrei mai sopportato il prendere un palo, ma alla fine decisi di buttarmi, la vita era una sola, non avevo tempo per i rimpianti.
"Bionda." dissi io a tavola. "Dopo pranzo posso parlarti?" chiesi io con la voce tremante per l'ansia.
"Si certo. Va tutto bene Cairo?" disse lei, quanto odiavo il fatto che ci dovessimo chiamare con i nomi di città.
"Si, tranquilla. Ho solo bisogno di dirti una cosa." dissi io non riuscendola a guardare negli occhi. Subito sentii la mano di Maca sfiorare la mia, facendomi sobbalzare, la strinse e mi sorrise, e io ricambiai, era in grado di farmi sorridere anche nei momenti di ansia, era come un antidoto per me.
Dopo una ventina di minuti la grigliata finì e portai Maca in un giardino li vicino, pieno di fiori e piante. Lei mi guardò negli occhi mettendomi subito in soggezione, e facendomi diventare tutta rossa in viso.
"Zule, va tutto bene. Dimmi tutto; stai tranquilla." disse la biondina con un sorriso dolce in viso. Feci un respiro profondo e iniziai a parlare.
"Maca, sai bene che non sono brava a parole, però io ecco, ho riflettuto abbastanza, e come mi piacevi due anni fa mi piaci ora e io-" la bionda non mi fece neanchè finire di parlare di parlare che subito mi diede un bacio sulle labbra a stampo. Appena si staccò io rimasi ferma per una decina secondi sorridendo con un ebete non sapendo cosa dire.
"Quindi tu... tu ricambi?" dissi io ancora paralizzata. La bionda annuì e sorrise, contagiandomi. Così ci lasciammo un dolce bacio sulle labbra e tornammo dagli altri mano nella mano. La Gitana e Tokyo subito mi guardarono con aria curiosa e io sorrisi, togliendole ogni dubbio. Così le due si alzarono e mi abbracciarono, mi strinsero forte a loro e Saray mi lasciò un bacio sulla fronte, guadagnandosi un'occhiataccia scherzosa da parte della bionda, che subito dopo si mise a ridere.
"Bionda non ti preoccupare, non te la rubiamo." disse Saray scherzando alzando subito le mani in alto. La tranquillità che c'era tra di noi era qualcosa di bellissimo, mai avrei immaginato di trovarmi in questa situazione.

Si fece sera, e ad un certo punto sentii bussare alla porta. Era Maca, che entrò senza chiedere il permesso, quanto mi era mancata.
"Come se fossi a casa tua bionda." dissi io scherzando. Lei fece cenno di sedermi sul letto vicino a lei, e si accoccolò su di me, sembrava veramente una bambina, un angelo. Io le lasciai un bacio sulla testa, non capivo il motivo di questa visita.
"Bionda tutto bene?" chiesi io.
"Si, era solo che mi mancavi." disse lei con una faccia innocente, stringendosi ancora di più nell'abbraccio.
"Zulema. Invece tu tutto bene? Sei dimagrita tantissimo." disse la bionda un po' preoccupata.
"Ora si bionda, sto bene. Semplicemente tutto il peso che ho perso durante la chemio non sono mai riuscita a riprenderlo." dissi io per tranquillizzarla, ma ciò le fece scendere una lacrima.
"Hey Maca non piangere dai." dissi io cercando di tranquillizzarla.
"Scusami Zule, veramente."
Io non dissi nulla, la abbracciai e basta, e lei ricambiò stringendosi forte a me. Continuammo per un po' con le coccole, fino ad addormentarci, saltando la cena. Ci svegliammo di colpo quando sentimmo Tokyo e Saray che bussavano alla nostra porta. Andai io ad aprire, e quando le due ci videro insieme, prima si guardarono negli occhi, e poi guardarono noi con lo sguardo di chi cerca di estorcere qualcosa dall'amico.
"Ecco cos'erano i rumori che si sentivano da sotto." disse Saray scherzando.
"Nairobi, abbiamo dormito." disse Macarena, ma la Gitana subito si mise a ridere, ormai nessuno sarebbe più riuscito a farle cambiare idea.
"Vi abbiamo portato la cena." disse Tokyo per cambiare argomento. Le nostre amiche ci lsciarono due piatti, e subito dopo se ne andarono, ma noi le chiedemmo di rimanere, e le due ragazze accettarono. Passamo lì tutta la serata, scherzando, bevendo la tequila che ci aveva procurato Tokyo, e ballando da brille. Ci addormentammo tutte insieme sul mio letto, senza mettere nessuna sveglia, eravamo troppo ubriache per ricordarcene.

Ad un certo punto, mi svegliai di colpo, e appena mi alzai un attimo, sentii la testa esplodermi. Sentivo bussare alla porta in continuazione, così dopo 3 bussi andai ad aprire: era il Professore.
"Buongiorno Professore, che ci fa qui a quest'ora?" dissi io sbadigliando. L'uomo accanto a me spalancò gli occhi.
"A quest'ora? Zulema sei in ritardo di due ore! E soprattutto dove sono Nairobi, Tokyo e Barcellona?" disse lui arrabbiato. Io gli rivolsi una finta faccia imbarazzata, e piano piano aprii la porta, in modo da fargli vedere le mie amiche che stavano ancora dormendo.
"Vabene, avete 10 minuti di tempo per arrivare a lezione." disse lui serio andandosene. Io piano piano cercai di svegliare le mie compagne, ma invano. Mi avvicinai alla bionda e le lasciai una scia di baci sul collo, fino ad arrivare alle labbra, il cui contatto svegliò la bionda.
"Buongiorno amore." disse lei. Mi aveva appena chiamata amore, una parola che nessuno aveva mai usato per me. Mi riempii di gioia e le diedi un altro bacio dolce sulle labbra, che la bionda iniziò ad approfondire intrecciando le nostre lingue.
Dopo un po' si svegliarono anche le nostre amiche, e ci dirigemmo struccate, spettinate e in pigiama nell'aula, ancora assonnate e con i postumi della sbronza di ieri sera. Mentre camminavamo ridevamo in continuazione, di solito eravamo tutte curate, e ora sembravamo appena uscite da un film dell'orrore.

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Eccomi con un altro capitolo. Grazie mille per le 360 letture, significa tantissimo per me💞

no rest for the wickedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora