Erano le 21 in punto, e come da stabilito il Professore chiamò, ma appena alzata la cornetta, subito capii che c'era qualcosa che non andava.
"Professore, sono Cairo." dissi.
"Cairo metti in vivavoce, vi connetto con la polizia." disse il Professore, con una voce indecifrabile. Era un miscuglio di ira, di proccupazione e di tristezza.
"Ciao ragazze, vi ricordate di me?"
Appena sentite queste parole un brivido mi percorse tutta la schiena: Alicia Sierra era il demonio, avrebbe fatto qualsiasi cosa per metterci nei guai.
"No. Perchè non ci rinfreschi le idee?" dissi io, mentendo spudoratamente, e subito tutti se ne accorsero.
"Beh, sono l'ispettrice Sierra. Zahir mi dispiace sapere che negli anni tu ti sia scordata chi sono. Quella fuga in Marocco con le tue amiche Vargas e Ferreiro, mi ha fatta dannare, sai? Devo ammettere però che sei molto intelligente Zulema. Ah scusate, ciao anche a voi Macarena e Saray, come state?"
Zulema. Macarena. Saray.
Cazzo, ci aveva scoperte. Nessuna delle tre riuscì a replicare, eravamo rimaste scioccate dalla notizia dataci dall'ispettrice.
"Io vi avevo fatto una domanda però." sentimmo dire dalla donna al telefono, sempre con la sua euforia.
Nel frattempo nessuno della banda aveva osato parlare: eravamo uno più scioccato dell'altro. Come cazzo era potuto succedere? Come ci aveva scoperte?
"Come sai le nostre identità?" chiesi io con una voce che passava dalla mia solita freddezza, alla rabbia che ribolliva dento di me.
"Beh ragazze, siete state un po' ingenue a consolare la vostra amica Silene Oliveira davanti alla finestra, potevate mettervi un po' più al lato." disse l'ispettrice ridendo.
Silene. 4 su 10 scoperti il primo giorno. Ammetto di aver provato una paura inimmaginabile.
"Comunque sia, ispettrice, può anche sapere i nostri nomi, non le renderemo la vita facile, questa è una certezza. Passi una buona serata." dissi io chiudendo il telefono in faccia alla donna, prima di fare qualche casino agendo d'impulso. Io e le mie tre amiche avevamo gli sguardi di tutta la banda addosso, ma non li biasimo. Chissà che emozioni staranno provando:
paura per come andrá la rapina?
Tristezza per noi che siamo state scoperte?
Delusione da me, che sono al comando per le mia bravura nelle rapine, ma che invece mi sono fatta beccare dopo neanche 12 ore?
Sono tantissime le opzioni, quindi decisi di parlare.
"Ragazzi pure che ci guardate con quella faccia non possiamo fare più di tanto." dissi io scocciata.
"Zulema Zahir, Saray Vargas, Macarena Ferreiro e Silene Oliveira? È uno scherzo?" chiese Denver.
"Ti sembra uno scherzo, imbecille?" replicò Maca, infuriata e spaventata, quasi quanto me.
"Scusate io devo prendere aria." disse Saray e tutte noi la seguimmo, era stato un brutto colpo per tutte, anche se prima di uscire diedi un ordine.
"Qualcuno mi sostituisca, andate a vedere se gli ostaggi hanno finito di cenare."
"Vado io." disse Helsinki. Io lo ringraziai e raggiunsi le altre."Fanculo." esclamò la mia amica in preda alla rabbia.
"Saray, calmati." finalmente potevo chiamarla per nome.
"Zulema, ma ti rendi conto di quello che è appena successo? Alicia sa chi siamo, e come ci ha trovate in 2 giorni quando siamo scappate in Marocco, ora ci impiegherà 20 minuti a scoprire i nostri punti deboli per ricattarci, e tu sai benissimo qual è il mio, e che sono capace di consegnarmi per quello. Sul serio Zulema?" disse Saray urlando, mentre delle lacrime scendevano incontrollate sul suo viso. Aveva ragione. Il mio punto debole era morto da anni, non avevo più niente da perdere, ma Saray si.
Sua figlia Estrella, ormai 14 enne sarà facilissima da trovare per Alicia, e farà di tutto per far arrendere la gitana, o per farla cadere in qualche trappola, quindi decisi di pensare a tutti i modi per evitare i suoi attacchi, ma fui interrotta dallo squillo del telefono. Mandai Berlino a rispondere, ma subito l'uomo tornò, dicendomi che era il Professore e che voleva parlare con me e le altre, perciò io e le ragazze ci dirigemmo nello studio."Professore ti ascolto." dissi io con tutta la tranquillità del mondo, che diede fastidio all'uomo dall'altra parte del telefono.
"La ascolto? Zulema siete state scoperte! Penso che dovresti spiegarmi come cazzo avete fatto piuttosto, non devi ascoltare." rispose l'uomo agitato e arrabbiato come non mai.
"Professore non c'è molto da dire, Tokyo stava piangendo e io da comandante ho cercato di far mantenere la calma alla compagna come lei mi ha detto di fare." dissi io con la mia solita calma, che fece incazzare il Professore ancora di più.
"Zulema evidentemente non hai capito la gravità della situazione. Comunque Saray, so che mi stai ascoltando, fai più attenzione di tutte le altre." disse lui, e tutte ci girammo verso la ragazza.
"Perchè io Professore?" replicò la gitana confusa.
"Beh ragazze, quando vi ho detto che ho fatto delle ricerche su di voi, parlavo sul serio. Il tuo punto debole è l'unico che può essere colpito. Stai attenta." disse l'uomo con una freddezza spaventosa.
"Si Professore, ci metterà un po' a trovarlo, o almeno spero." disse Saray, con la voce che tremava per l'ansia. Al sentire la mia amica in questo stato le misi una mano sulla spalla, per farle capire che c'ero.
"Ne dubito. Riposate adesso, da domani si inzia a lavorare." disse il Professore chiudendoci il telefono in faccia senza neanche salutarci.
"Ragazze andate a dormire, arrivo tra un po'." dissi io, anche se non sarei mai andata a riposarmi.
Andai da Helsinki, al quale avevo chiesto di sostituirmi, per dirgli di andare a dormire.
"Helsinki vai, me la vedo io." dissi io fredda.
"Ma Cairo, hai le 4 ore per dormire tu adesso." disse lui non capendo.
"Dopo ciò che è successo di certo non dormirò. Veramente, vai tu." dissi io convincendo l'uomo, che prima di andarsene, mi abbracciò.
"Non ti preoccupare, andrá tutto bene." mi disse lui. Io ricambiai l'abbraccio, non riuscirei mai a trattare male quell'uomo.
Io mi sedetti sulle lunghe scale avvolta nei miei pensieri, fino a quando una ragazza di circa 20 anni mi parlò.
"Cairo giusto? Tutto bene?" chiese questa. Non volevo dare informazioni personali ad un ostaggio, quindi rimasi vaga.
"In una rapina non tutto può andare bene. Ora dormi che da domani cominceremo a lavore." dissi io senza guardarla negli occhi.
"Ne vuoi parlare?" rispose. Cazzo non potevo mettermi in confidenza con gli ostaggi, o forse sarebbe un vantaggio per convincerla ad aiutarci.
"Semplicemente la polizia ha scoperto la mia identità, se proprio ci tieni ne parliamo domani." dissi io, e convincendola finalmente a lasciare perdere.
Per fortuna dormivano tutti, e ad un certo punto mi addormentai pure io, anche se fu una notte abbastanza tormentata, mi svegliavo ogni 15 mjnuti per incubi di ogni genere.
Uno fu il più brutto da tutti: ho rivissuto la scena in cui hanno stuprato mia figlia sotto i miei occhi. Mi iniziai a dimenare, e a gridare fino a quando non arrivò quella ragazza che mi mise una mano sulla spalla.
"Hey, era solo un incubo, stai tranquilla." disse lei, io senza pensare mi fiondai tra le sue braccia, come ero abituata a fare con Maca in questi casi, e lei ricambiò.
"Torna a dormire." dissi io asciugandomi la lacrima che mi era scesa.
"Se vuoi domani ne parliamo." disse sempe lei.
"Non esiste. Ripeto, torna a dormire." Quella ragazza mi insospettiva abbastanza, come mai tutto questo interesse? Non mi sarei mai aperta con lei, almeno fino a quando non mi sarei accertata che fosse affidabile.——————
Eccomi, scusate se ieri non ho postato, ma ho studiato tantissimo, oggi rimedio.💞
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no rest for the wicked
FanfictionDopo la rapina ai narcos messicani, Zulema e Macarena si dicono addio. E se le due si reincontrassero in una banda di criminali per organizzare insieme una rapina alla Zecca di Stato?