Mi svegliai, con delle goccie di pioggia che mi cadevano sulla faccia. All'inizio non capii dove fossi, ma dopo qualche secondo collegai, ricordandomi tutto l'accaduto.
Entro qualche secondo ero tutta zuppa, dalla testa ai piedi, così decisi di entrare in casa. Aprii la porta silenziosamente, non volevo che nessuno mi sentisse, ma invano. Su un divano a due passi dalla porta c'era seduto Helsinki, insieme a Mosca.
"Hey Cairo, che sono questi occhi rossi? È successo qualcosa?" chiese Helsinki venendomi incontro.
"Certo, sempre succede qualcosa, è la vita che non si ferma." risposi io sospirando, non avevo voglia di dirgli la verità.
"Ne vuoi parlare?" chiese l'uomo. Un secondo dopo si alzò anche Mosca "Non ti preoccupare se non vuoi, sappi soltanto che noi ci siamo." disse il secondo mettendomi una mano sulla spalla, che mi fece irrigidire. Io sorrisi e andai sul per le scale, quando sentii Helsinki gridare.
"Ricordatelo, non sei sola!" disse l'uomo con un grande sorriso che riuscì a contagiarmi.
Salii la grossa rampa di scale, sperando di non incontrare Macarena. Sapevo che non avrebbe ancora capito che per avrei preferito stare sola, quindi avrebbe cominciato con le domande. Alla fine decisi di andare in camera mia, per poi chiudermi a chiave, almeno avrei avuto la certezza di non essere disturbata, anche se mi sbagliavo. Appena entrai in camera, trovai la bionda con una delle mie felpe addosso che stava dormendo, anche se aprendo la porta la avevo svegliata.
"Eccoti. Dove sei stata?" chiese Maca con voce preoccupata.
"Da sola." risposi io fredda. Ecco lo sapevo, stava cominciando con le domande.
"Maca, ti prego lasciami stare un po' da sola." continuai senza guardarla negli occhi.
"Zule, ho capito che non ti va di parlarne, ma almeno posso stare con te?" io annuii, non la volevo trattare male come stamattina.
Mi stesi sul letto dandole le spalle, ma dopo qualche secondo, sentii le piccole braccia di Maca cingermi la vita, avvicinandosi a me. Dopo un po' mi sentii pronta per dirle la verità e iniziai a parlare, facendo sobbalzare la bionda che stava per addormentarsi.
"Oggi sarebbe stato il suo compleanno." dissi io con una voce piatta, che quasi spaventò anche me.
"Di chi?" chiese Maca non capendo.
"Fatima. Sarebbero stati 30."
La bionda non rispose, aveva paura di rovinare la situazione, l'unica cosa che fece fu abbracciarmi ancora più forte, e mi lasciò un bacio sulla testa.
"Zulema, non sei sola." disse la bionda dopo un po', facendomi girare verso di lei. Il mio sguardo magnetico la fece fermare due secondi, ma dopo mi lasciò un bacio sulle labbra, che piano piano approfondimmo, intrecciando le nostre lingue. La bionda mi lasciò anche dei baci sul collo, che ricambiai subito, solo che io, a differenza sua, le lasciai dei segni sulla sua pelle pallida.
"Fallo vedere a Bogotà questo segno stasera." dissi io con un tocco di sarcasmo nella mia voce, solo la bionda mi faceva sentire così anche in questi giorni così brutti.
Andò avanti così fino all'ora di cena, quando fummo costrette a scendere.3 mesi dopo
Narra MacarenaMancavano 15 giorni alla rapina, e tutti eravamo abbastanza ansiosi, soprattutto il Professore, che aiutato da Zulema e da Berlino ci aveva spiegato tutto nei minimi dettagli.
Le cose all'interno della casa erano cambiate: Tokyo e Rio avevano rotto, anzi, facevano tira e molla sin dall'inizio, si lasciano e dopo 1 settimana si rimettevano sempre; sono scoppiate diverse risse: alcune tra Zulema e Palermo, quell'uomo dovrebbe inparare veramente a tenere la lingua a freno ogni tanto, è davvero irritante, una tra Saray e Bogotà, per i suoi commenti su di lei, e una tra Denver e Rio, dato che il primo era arrabbiato perchè il suo amico aveva lasciato Tokyo.
Però nonostante qualche naso spaccato, la convivenza procedeva bene, io e Zulema stavamo ancora insieme, anche se molto spesso litighiamo. Si sa, io e quella donna siamo totalmente i due opposti: il sole e la luna, lo yin e lo yang, la bionda e la mora ma nonostante questo stavamo bene, e ci amavamo, e soprattutto apprezzavo il fatto che Zulema ci stesse mettendo impegno in questa relazione.
Quel giorno arrivarono le divise, delle tute rosse abbastanza larghe, fatte su misura per ognuno di noi, insieme alle nostre maschere da Dalì, nessun poliziotto avrebbe mai dovuto sapere le nostre identità. Appena Zulema si provò la tuta non riuscii a contenermi.
"Wow." dissi io a bocca aperta, con una faccia quasi da ebete, facendo ridere la mora.
"Al posto di scoparmi con lo sguardo, mettiti la tua. Il Professore ci vuole vedere vestite." disse lei prendendomi in giro con il suo solito sarcasmo, facendomi diventare le guance rosse. Indossai quella tuta mentre sentivo la sguardo di Zulema bruciarmi adosso, ma non ci detti peso.
"Anche tu niente male biondina." disse Zulema guardandomi mordendosi il labbro.
"Bionda, scusa se interrompo il tuo momento di autostima davanti allo specchio, ma dovremmo scendere." continuò lei. Io sbuffai e la seguii, ormai in 3 mesi di relazione mi ero abituata alla sua ironia pungente. Dopo qualche passo mi fermai sulla soglia della porta e la guardai con sguardo provocatorio. Lei all'inizio non capii e continuò a camminare, ma la tirai indietro, chiusi la porta, e la iniziai a baciare, quasi con violenza.
"Ci pensi che..." dissi io tra un bacio e un altro "tra due settimane avremo in testa solo una rapina..." non riuscivo a finire la frase, perchè Zulema si avventava sulle mie labbra. "E che non avremo più tempo per questo?"
"E allora compensiamo adesso." disse Zulema mettendosi a cavalcioni su di me e sfilandomi la tuta, mi lasciò dei baci su tutto il corpo e subito dopo mi tolse anche l'intimo.
All'inizio non sapevo che fare, era la prima volta che facevamo l'amore.
Iniziò a stimolare il mio clitoride con le dita, e io non riuscii a trattenere dei gemiti di piacere. Poi infilò un dito nella mia intimità, continuò così, aumentando la velocità, e dopo qualche minuto venni sulla sua mano. Dopo ci sdraiammo insieme sul letto, io tremavo come una foglia, e Zulema mi stringeva a se.
"Poi stasera ricambio il favore." dissi io una volta che mi si regolarizzarono i battiti.
"Non ci pensare minimamente bionda. Ora scendiamo, siamo abbastanza in ritardo." disse la mora controllando l'orario.Appena arrivammo giù, vedemmo tutti gli altri che ci guardavano e ridevano. All'inizio non capimmo, ma appena ci avvicinammo a Saray iniziò a fare battutine.
"Madonna Cairo, e che hai in quelle mani?" disse Saray sussurrando. Subito noi due ci guardanmo negli occhi. Zulema fu troppo imbarazzata per parlare
"Si è sentito tutto?" dissi io con le guance di un colore quasi viola.
"Si biondina, dall'inizio alla fine."
Io e Zulema eravamo passate dal vergognarci al riderci su, così la mora intervenne.
"Che cazzo avete da guardare? Non avete mai fatto l'amore in vita vostra? Tornate alla caverna se per voi il sesso è ancora qualcosa di scandaloso." disse lei, facendo distogliere lo sguardo da noi. Dopo questo teatrino, il Professore controllò che tutte le divise stessero bene, e che gli stivali fossero della taglia giusta. Poi tornammo nella nostra solita aula, per ripetere il piano ancora una volta, in modo da non scordarci niente per la rapina, ogni errore sarebbe potuto essere decisivo.——————
Ciao ragazzi, scusate per la banalità del capitolo. Grazie mille per le 500 letture💞
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no rest for the wicked
FanfictionDopo la rapina ai narcos messicani, Zulema e Macarena si dicono addio. E se le due si reincontrassero in una banda di criminali per organizzare insieme una rapina alla Zecca di Stato?