Sapete che significa stare bene? Sapete cosa significa essere amate? Beh, io pensavo di no. Ma in una situazione terribile come questa, con tutto il corpo della polizia contro, che sarebbe anche disponibile a ucciderci pur di non farci stare in libertà, sono riuscita a provare queste sensazioni per la prima volta in vita mia.
Sembra strano no? Io, Zulema Zahir, contenta come poche volte in vita mia, per una semplice frase pronunciata da Macarena circa quindici minuti fa.
"E sarà tutto merito tuo, ti amo."
Queste parole mi risuonavano nella testa da quando Macarena me le aveva dette, e non riuscivo a togliermi quel sorrisetto da 15enne innamorata e spensierata dal volto.
Ora ero con Mosca e Bogotà a scavare quel cazzo di tunnel: era una cosa stancantissima, e probabilmente nel giro di venti minuti sarei svenuta, era davvero troppo pesante per me quell'aggeggio, ma non avrei mai ammesso di non farcela, fottutissimo orgoglio.
"Hey tutto bene? Sei bianchissima." mi disse Bogotà, interrompendo per qualche secondo quel rumore assordante di ferro. Feci un respiro profondo, nonostante lì sotto l'aria fosse pochissima, e subito dopo gli risposi di non preoccuparsi.
L'affanno aumentava sempre di più, così dopo qualche minuto fui costretta a fermarmi.
"Scusate, ma devo fare una piccola pausa." dissi asciugandomi il sudore, e respirando affannosamente.
"Non ti preoccupare, fai venire Denver." disse Mosca. Io annuii, andai a chiamare il ragazzo, e subito dopo andai da Berlino, che avrebbe comunicato con il Professore mentre scavavo.
"Oddio Zulema, sei un pezzo d'acqua, stai bene?" disse l'uomo, visibilmente preoccupato. Mi avevano chiesto come stessi più persone negli ultimi due giorni, che in tutta la mia vita, e ciò mi riempiva di felicità.
"Si, sto bene. Hai parlato con il Professore?" chiesi io subito, questa era la mia priorità del momento.
"Si. Dice che secondo lui è ancora presto per uscire."
Ma parlava sul serio? Era facile dire così per lui, che stava chiuso in un bunker, con nessuno che sospettava di lui, per lui che non rischia di esplodere per mano di quella pazza di Alicia Sierra.
"Chiamalo subito." dissi io irritata come poche volte nella vita.
Berlino compose il contatto del Professore, e appena rispose io iniziai a parlargli cercando di mantenere la calma, fallendo.
"Professore, sono Zulema. Berlino mi ha detto che secondo te possiamo rimanere ancora qualche giorno nella banca, ma a quanto pare non gli è molto chiara la questione: non era una domanda, ma una affermazione. Tra qualche ora noi saremo lì e ce ne andremo. Tutto chiaro?" dissi io molto innervosita.
"Zulema, vorrei ricordarti che al comando della rapina ci sono io, quindi decido io cosa si fa." disse lui con la voce più calma del mondo, che mi fece incazzare ancora di più. Qui tutti i miei buoni propositi di rimanere calma andarono in fumo.
"È facile per te parlare. Stai chiuso in un buco come un topo a dare ordini. Tu non rischi la vita, non rischi minimo 30 anni di carcere, ma noi si, e visto che al comando stai tanto tu, quanto me e Berlino, la decisione spetta a noi. Spera per te che tra massimo 4 ore sia tutto pronto, se no ti faccio saltare la testa." abbassai la cornetta di quella specie di telefono che usavamo per comunicare, e scesi di sotto, dovevo parlare con Isabel.
"Alzati e seguimi." dissi io alla ragazza, che mi accolse con un sorriso enorme.
"Ma perchè sempre lei? Che c'è te la scopi?" disse un ostaggio, più precisamente un ragazzino che avrà avuto massimo 18 anni.
"Si, ogni 8 ore, appuntamento fisso." dissi io con un'espressione infastidita, ma sempre com l'immancabile sarcasmo. Lui continuò a parlare, ma non lo ascoltai, dovevo parlare con Isabel.
"Zulema! Sono contenta di vederti." disse lei con un sorriso a 32 denti.
"Anche io. Tra qualche ora ce ne andiamo. Ora devi fare qualche cazzata, così, quando secondo loro ti porterò su dagli altri ostaggi, verrai nel nostro studio. Una volta salite, ti cambierai e se ti va aiuterai Tokyo e Barcellona a impacchettare i soldi. Tutto chiaro?" dissi.
"Certo che le aiuterò. Ma che genere di cazzata?" chiese lei confusa.
"Non lo so, qualsiasi cosa. Puoi tirarmi uno schiaffo appena ti riporto di là, puoi provare a sfondare la porta, improvvisa." le dissi, e la ragazza annuì.
Tornammo nella sala dove c'erano gli altri ostaggi e la buttai a terra.
"Sei un animale, fai più piano!" gridò lei, sembrava quasi fosse incazzata per davvero.
"Come mi hai chiamata scusa?" dissi io, con un tono abbastanza convincente.
"Animale, sei veramente una stronza, guai a te se ti fai vedere di nuovo." gridò lei, per poi tirarmi uno schiaffo, più forte di quello che immaginavo. Mi fece strano, nonostante fossi abituata alla violenza, questo mi aveva fatto male dentro, nonostante sapessi benissimo che stava fingendo.
Io non risposi neanche, la tirai per il braccio e la portai di sopra.
"Ahia cazzo, mi hai quasi storto il polso!" gridò lei, ma io subito risposi.
"Anche tu, che cazzo hai il cemento nelle mani?" dissi io, facendole vedere la guancia ancora rossa.
Ci scusammo a vicenda, e la portai nello studio dove c'era Berlino.
"Berlino, lei è Isabel. Dalle un cambio, e portala con te. Non voglio che venga con me nel cantiere." dissi io, ma subito l'uomo si offrì di fare cambio di ruolo. Io accettai, era davvero troppo per me. Diedi un cambio ala ragazza, un leggins nero e una maglietta bianca, che più semplice non si poteva.
La lasciai un attimo in quella stanza, e andai a controllare la situazione per la Zecca. Passai da Saray, che stava iniziando a spegnere le macchine, e le consigliai di fare più veloce; poi passai dal cantiere, mancava solo un metro, e poi ci saremmo trovati davanti ad una botola che porta al bunker del Professore; poi infine controllai Tokyo, Maca e Rio, che erano ad un punto abbastanza buono con l'impacchettamento dei soldi, ma in tre non avrebbero mai fatto in tempo, così andai a chiamare Isabel, e cominciammo ad aiutarli, in modo da velocizzare il processo.
Appena la ragazza arrivò nella piccola stanza subito Maca la accolse con un sorriso, e lì capii che tra le due sarebbe nato un bellissimo rapporto di complicità, e non sarei potuta essere più contenta di ciò.
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no rest for the wicked
FanfictionDopo la rapina ai narcos messicani, Zulema e Macarena si dicono addio. E se le due si reincontrassero in una banda di criminali per organizzare insieme una rapina alla Zecca di Stato?