Scent || YumiKuri

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Il mondo di Ymir era un mondo oscuro. Non perché ci fossero grandi sofferenze, quelle le aveva passate e superate, semplicemente... Non c'era luce.
La sua esistenza era buia, buia per il semplice fatto che aveva ospitato troppa luce, un tempo.

Ymir aveva sempre amato il sole. Aveva sempre amato la sua luce, il suo calore, il modo in cui dava vita ai colori nelle loro sfumature più svariate, il modo in cui l'inclinazione che quella fonte di vita protagonista del cielo, di giorno, e dei suoi pensieri, di notte, era in grado di rendere la sua pelle abbronzata ora pallida come neve, ora tinta di fuoco.

Ma Ymir si era sempre lasciata accecare dalle cose che amava. Si era lasciata accecare dall'alcol, tempo prima, e si era lasciata accecare dal padre adottivo, che l'aveva tirata su dalla strada e trattata come una regina dal momento in cui i loro sguardi si erano incrociati.
E, più che da ogni altra cosa, Ymir si era lasciata accecare dal sole: lo aveva fissato a lungo, rapita, mentre la sua corona aurea riluceva dietro la luna resa nera dall'eclissi; mentre pian piano riemergeva, restituendo la luce al mondo che la circondava.

Ricordava alla perfezione quel momento, in cui tutto era diventato buio per qualche istante, in cui l'immagine dell'anello bianchissimo, cangiante e luminoso del sole, del suo sole; ricordava come quell'immagine si era impressa a fuoco nei suoi occhi; ricordava come aveva visto i capelli dorati di una ragazza dagli occhi più blu del cielo e più scintillanti del mare risplendere di quella stessa luce che qualche attimo dopo avrebbe riempito le sue iridi fino a renderle candide e incapaci di vedere.

Ymir amava il sole e si era fatta accecare dal suo amore per esso, nel senso più letterale dell'espressione. Aveva lasciato che i suoi occhi venissero invasi dalla corona della stella e dalla chioma della ragazza, e che poi tutto diventasse nero, scuro, buio, _privo di luce_.
Ma non del tutto. Era rimasta sola, abbandonata anche dalle poche persone che le erano state accanto, rinnegata da tutti, compresa se stessa, tranne che da lei.

Si chiamava Historia Reiss. E il suo mondo era un mondo luminoso.
Era un mondo fatto di luci, di colori, di splendore; era un mondo illuminato dalla gentilezza che donava a ogni persona su cui i suoi grandi occhi di zaffiro riuscivano a posarsi.

Historia era una volontaria. Aiutava gli anziani più soli ed aiutava i bambini più tristi, aiutava gli animali più malmessi e, più di tutti, aiutava coloro che la società scartava. Amava farlo, era la sua vocazione, era la prima cosa per cui si sentiva veramente adatta.
E quando aveva scoperto che la sua cotta del liceo, Ymir, aveva fissato il sole tanto a lungo da far diventare le sue iridi bianche ed incapaci di vedere, fu la prima e l'unica a renderle la mano.

Historia viveva da sola e aveva chiesto alla ragazza di trasferirsi con lei. Era stata la scelta migliore che avesse mai fatto: quella ragazza non vedeva nulla, e lei aveva finalmente la possibilità di farle vedere tutto. Aveva la possibilità, finalmente, di mostrare a qualcuno come fosse il mondo attraverso i suoi grandi occhi azzurri, così pieni di dolcezza, pieni di amore che non era mai riuscita a dare alle persone a cui si era legata, incapaci di vedere oltre il suo bel viso.

Ymir, d'altro canto, aveva sempre desiderato di sentire il profumo di gigli bianchi direttamente dalla pelle della bionda, quel suo profumo che, complice anche l'affidamento che faceva sui quattro sensi che le rimanevano, avrebbe saputo riconoscere a chilometri di distanza solo grazie al suo profumo, all'ipnotico aroma di giglio bianco, purissimo ma in grado di intontirla, con la sua intensità che non sentiva ragioni. All'inizio la faceva sempre sentire così frastornata, quel profumo intenso, che scivolava dolcemente nel suo naso riempiendolo con la sua dolcezza insistente ma attenta.

- Ymir... Ehi, Ymir, sei sveglia? -
La mora sentì Historia sussurrarle teneramente, ed annuì.
- Oggi è il ventitré dicembre! Lo sai che cosa vuol dire? - proseguì.
- Hisu, ti prego, il concerto della Filarmonica di Vienna stasera proprio non ce la faccio ad ascoltarlo. -
- Ma no, sciocchina! - rise la bionda. - Oggi iniziano i mercatini di Natale! E, ecco, speravo che ti piacessero, e... -
- Usciamo per le quattro e mezzo? - la interruppe Ymir. E percepì le labbra di Historia sulla sua guancia tiepida e lentigginosa.

~~

- Quindi, secondo te siamo arrivate? -
- Oh, lo chiedo a te, Hisu, sei tu quella a cui è toccato essere la bussola per entrambe, come sempre. - rispose Ymir abbozzando un sorriso mentre stringeva il bastone bianco che portava sempre con sé.
- E dai! Lo conosco il fiuto del tuo bel nasino, e questo lo sai già! Io, invece, so che ti sei accorta che siamo arrivate perché mi hai stretto più forte la mano e ti sei messa più vicina. Non ti preoccupare, non ti sfuggo, Yu'. -

La mora sospirò, sorridendo di nuovo, e inspirò profondamente, lasciandosi invadere da quella moltitudine di aromi, lasciando che i profumi che le riempivano le narici evocassero in lei le immagini ed i colori che da tanto, ormai, non era più in grado di vedere.
- Allora, siamo arrivate? -
- Sì. Sì, siamo arrivate, Hisu. -
Ymir sentì degli schiocchi sordi vicino a lei. La bionda stava applaudendo, e probabilmente aveva sfoderato il suo solito sorriso a trentadue denti.

- Dai, voglio un po' di vin brûlé. Riesci a portarmi alla bancarella che lo vende? - la sfidò la minore.
- Certo che ci riesco, ma vedi di non ubriacarti o sarà difficile tornare a casa. Una cieca e un'ubriaca camminano per strada... -
- Ymir! - esclamò Historia. - Non dire così, lo sai che non mi piace... -
- Uff, va bene. Tu seguimi, e avvisami se sto andando addosso a qualcuno. -

Ymir tirò un respiro profondo e si concentrò. Che cosa sentiva?
Lasciò che i suoi polmoni si riempissero del profumo dispettoso della cannella, che giocava con le sue narici pizzicandole; si lasciò riempire dal profumo di zucchero e di mele cotte, da quello dolce della pasta sfoglia. Strüdel.

Cercò di scavare più a fondo. La vaniglia tiepida e familiare la avvolgeva con il suo spesso aroma da destra, mentre sulla sinistra i dolci fiori del biancospino troneggiavano sulla semplicità delle castagne e sulla sensualità del cioccolato. Ancora nessuna traccia del profumo acidulo e caratteristico del vino.

Di più, coraggio... si fece forza Ymir. Non deluderla, non puoi, non devi.
Inspirò, e venne nuovamente colpita dall'onda possente degli aromi del mercatino di Natale.
Intenso speck affumicato, pane freschissimo appena abbrustolito e zucche ripiene. Di più.
Canditi dal profumo sontuoso, sofisticata uva passa, panettoni e pandori e creme di mascarpone dal profumo delicato. Di più, di più.

Ymir stava iniziando ad agitarsi, odiava non essere in grado di vedere, odiava non riuscire a farsi venire le cose al primo colpo, odiava fallire; sentiva di impazzire, così sommersa da quella varietà di aromi. Poi lo sentì. Prima il profumo di Historia, tanto intenso che sembrava di annusare direttamente un candido giglio, e poi il vin brûlé che la bionda tanto desiderava.

Quel profumo così caldo, così speziato, così simile a ciò che provava quando sentiva il profumo di Historia che si avvicinava a lei, quando le mani della ragazza stringevano le sue; quel profumo così acidulo ma allo stesso tempo dolce, e poi a tratti amaro quasi quanto il ricordo del giorno in cui il sole si era preso la sua vista; quel profumo che sapeva di Natale, di festa, ma anche di realizzazione: fu quello il momento in cui Ymir scoprì di essere innamorata di Historia.

La portò verso la bancarella che distribuiva bicchieri dalla consistenza cartacea, caldi e ricolmi di quel liquido tanto speziato e tanto dolce, quel sapore che permeava le sue labbra sottili e che si trovò a desiderare di assaggiare direttamente dalle labbra della ragazza che profumava di gigli e d'amore.

Era completamente in trance, avvolta dalla nebbia rilassante che l'alcol stava facendo salire nella sua mente e isolata quasi del tutto dal mondo esterno a causa di quelle sue iridi divenute chiare, troppo chiare, quando sentì il profumo ipnotico e penetrante ma dolcissimo di Historia insinuarsi con delicatezza nelle sue narici.

Era completamente in trance quando sentì le sue braccia minute allacciarsi dietro il suo collo, mentre l'aroma di giglio bianco la coccolava e intontiva.
Era completamente in trance quando sentì un paio di morbide labbra che sapevano di vin brûlé adagiarsi sulle sue.
Era completamente in trance quando baciò per la prima volta Historia Reiss.

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ciao a tutti! oggi inizia una serie di 12 oneshot natalizie scritte da me e BeOnArlert ! ne uscirà una al giorno da oggi al 24 dicembre, speriamo davvero che vi piacciano 💕
a domani!
~ @spookyvcookie

𝚃𝚠𝚎𝚕𝚟𝚎 𝙳𝚊𝚢𝚜 𝚘𝚏 𝙲𝚑𝚛𝚒𝚜𝚝𝚖𝚊𝚜; multiship (oneshots)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora