Walburga Black

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Toujours pur,
due parole latine,
Sempre Puro.
Sono nata in una casata in cui il sangue è tutto, in cui la famiglia viene rispettata e la purezza è il motto familiare. Io secondogenita di Irma Crabbe e Polluce Black,
A scuola mi chiamavano "la vedova nera" era usato inizialmente come dispregiativo ma poi con il tempo era diventato il mio soprannome ufficiale.
Mi rispecchiava.
Sempre zitta,
Gli occhi che scrutano,
Lo sguardo altezzoso,
Sempre vestita in nero,
Vestivo il mio cognome.
In giro ero il pettegolezzo favorito:
"Sai Walburga Black non ha ancora trovato un rispettabile fidanzato", "È sempre così rigida... Dovrebbe rilassarsi", "È così odiosa", "Perchè non si toglie quello sguardo altezzoso", "Ma chi si crede di essere".
Le voci cessarono solo quando i miei genitori lo vennero a sapere, il preside Armando Dippet, successore di mio nonno, si mostró mortificato, ma i miei genitori decisero di fare scena.
Quel giorno arrivarono alle 8 in punto. Il portone della sala grande si aprì e mostró le due figure imponenti.
Mio padre, sguardo freddo vestito in nero, con il mantello ricamato con lo stemma Black, il bastone da passeggio con la testa di un serpente in argento puro;il classico purosangue rispettabile e temibile.
Mia madre, anche lei vestita in nero con degli orecchini di smeraldo che le illuminavano il volto abbastanza giovane, la postura rigida e i capelli tirati in uno chignon perfettamente ordinato.
I due si avvicinarono al tavolo dei professori dove notai, solo in quel momento, due sedie imperiali in più.
I miei compagni serpeverde spalancarono gli occhi capendo chi fossero i due individui, quelli delle altre case erano invece spaesati. Camminarono al centro dei quattro tavoli con postura composta, mi lanciarono uno sguardo di approvazione e poi proseguirono fino a sedersi.
Quello era il loro modo di amarmi, mi rendevano rispettabile dandomi un cognome altolocato e una buona reputazione.
Li volevo bene? Si, mi avevano educata e io gli dovevo la mia posizione sociale.
Erano amorevoli? No, ma sapevo che mi volevano bene e che l'educazione purosangue non prevedeva gesti d'affetto.
Il preside li presentó alla sale e probabilmente le pettegole delle altre casate dovettero fare delle ricerche, perchè dopo quella visita i pettegolezzi, le voci, i soprannomi... Tutto cessó.
I miei anni ad Hogwarts furono belli ma non spensierati. Tuttavia mi diplomati prendendo diversi M.A.G.O.
Trasfigurazione:E
Pozioni:E
Aritmanzia:E
Rune Antiche:E
Astronomia:E (con lode)
Divinazione:O
Cura delle creature magiche:E
DCAO:E
Alchimia:E
Imcantesimi:E
Insomma una pagella perfetta. La mia vita sembrava perfetta.
Io ero perfetta.
IO ERO WALBURGA BLACK.

SPAZIO AUTRICE:
Si lo so che sto scrivendo un'altra fanfiction, e so anche che è l'una e mezza di notte, peró mi è passata questa idea per la testa e ho voluto dare voce ai miei pensieri.
Si continueró anche l'altra ff su Sirius.
Walburga mi è sempre sembrato un personaggio incompreso e reso di poco conto dalla Rowling quindi ho deciso di scrivere questa storia interamente dal suo punto di vista.
Spero vi piaccia come idea.
Un bacio

The tragedy of Walburga BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora