Cap. 7

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La sua lingua scorreva furiosa sul clitoride di lei, succhiando e leccando come se il suo palato non avesse mai assaporato qualcosa di più buono di quelle labbra.
Rose gemeva e tremava, il suo bacino si muoveva a ritmo spingendo contro la sua bocca mentre le mani gli stringevano i capelli in una morsa quasi dolorosa.

«Non fermarti...ancora! Ti prego, ancora!» Pregava ad alta voce, lasciandosi andare al piacere.
Il moro la divorava con ingordigia, godendosi dei suoi gemiti e dei suoi lamenti. La guardava dal basso, estasiato e totalmente fuori controllo, mentre con la lingua si godeva ogni centimetro della sua intimità.
Quando finalmente Rose inarcò la schiena e raggiunse l'orgasmo letteralmente si sciolse come il burro nella sua bocca, e Joe si staccò dal suo inguine fradicio per pulirsi le labbra.

Adorava fare questa cosa. Il suo sapore era paradisiaco e lo faceva impazzire, il suo corpo era praticamente diventato una droga.
Il suo membro era così duro che quasi faceva male e Joe non vedeva l'ora di poter esplodere dentro di lei.

Rose gli afferrò le spalle e gli cinse il collo con le braccia, baciando la sua bocca con passione e stringendolo così forte a sé che Joe si lasciò scappare un sospiro soddisfatto quando percepì i suoi seni sodi premergli contro il torace.
«Mi vuoi...?» Gli sussurrò Rose sulle labbra, sfiorandole con la lingua per provocarlo.
«Ti voglio...» Fu la risposta del moro, che per ripicca alla leccatina le diede un leggero morso sul labbro inferiore.

Inziò a penetrarla lentamente, posizionandosi tra le sue cosce.
Voleva guardarla, voleva averla tra le braccia mentre la scopava. Era perso di lei.
Quando fu dentro Rose buttò la testa indietro e lasciò andare un sentito gemito, Joe ne approfittò per baciarle il collo e lasciarle qualche segno.

Iniziò a spingere piano, respirando in lei.
Man mano che sentiva la sua voce vellutata divenire più alta i suoi movimenti si facevano più rapidi e ritmici.
Joe si sentiva in paradiso. Il suo inguine colpiva con forza quello di Rose e i loro gemiti si mescolavano nell'atto e...

«Joe? Joe, mi stai ascoltando?» Una voce lo distrasse dal suo sogno ad occhi aperti, e il ragazzo fu costretto a rendersi conto del luogo in cui si trovava.
Davanti a lui, un'energica Amelia si ergeva nervosa con un sacco di fogli tra le mani, mentre lo guardava con aria severa.

Joe sbatté più volte le palpebre.
Ultimamente pensava sempre più spesso alle notti trascorse in compagnia di Rose e i suoi pensieri si stavano rivelando più indecenti del previsto.
Non vedeva l'ora di tornare al locale per averla tra le sue braccia; il desiderio lo stava letteralmente ossessionando.
E, Dio, lei era così bella che toccarla faceva più male che bene. Voleva che le sue mani prendessero la forma delle sue curve, dei suoi seni, delle sue labbra, voleva averla e sentirla addosso anche quando non c'era.
Era letteralmente impazzito per quella donna.

«Ehm...s-sì, Amelia, cosa stavi dicendo?» Domandò impacciato e imbarazzato per essere stato beccato a non ascoltare.
Amelia gli rivolse un'adorabile occhiataccia e poi sbuffò rumorosamente.
«Ti dicevo che le tempistiche per realizzare la pubblicità sono ancora lunghe e i costi per la qualità sono piuttosto alti. Ai piani bassi hanno già cominciato a produrre dei test per la fragranza, ma non sono affatto sicura che la vendita andrà bene.» Sospirò frustrata ricominciando a camminare avanti e dietro per la stanza.

Joe la guardò con apprensione, e si sentì un po' in colpa. Amelia lavorava dodici ore al giorno in quell'azienda, tanto quanto i suoi dipendenti, e gestiva quasi tutto da sola, mentre lui si concentrava solo sui suoi problemi.
Osservandola con attenzione, Joe notò i segni della stanchezza segnarle il viso e il fatto che avesse ricominciato a mettersi quelle orrende e giganti magliette lo preoccupava non poco, ormai la conosceva bene.

Quel Sapore Di RosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora