Cap. 4

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Con un semplice passo in avanti, Joe si ritrovò dentro. Era ancora un po' incerto, in verità, su cosa mai avrebbe potuto fare, ma non aveva senso ritirarsi adesso.
Solitamente non era uno che andava ad istinto, perché l'istinto non era che un segno di instabilità morale che gli avrebbe portato un mucchio di problemi.
Joe pensava, premeditava e, in alcuni casi, agiva, ma mai come ora si ritrovava a fare i conti con una decisione non pianificata che avrebbe potuto facilmente farlo precipitare nel baratro.

Respirò profondamente e tentò di farsi forza, mentre si guardava intorno. L'arredamento era praticamente uguale a come se lo ricordava: tanti tavoli, un palco appariscente e un sacco di donne in giro, che però servivano i tavoli come normalissime cameriere.
Normali è un parolone, pensò Joe in modo critico, osservando le divise eccessivamente succinte che fasciavano i loro corpi, e il modo lascivo con cui le guardavano gli uomini ai tavoli.

Questa infatti fu la seconda cosa che notò, ovvero che praticamente i clienti erano tutti uomini. Di un certo tipo, tra l'altro. Dai quaranta ai sessant'anni, qualcuno addirittura con un anello matrimoniale in piena vista, che sbavavano sopra le grazie delle signorine che servivano loro da bere, e che volendo avrebbero potuto benissimo essere loro figlie, o addirittura nipoti.

La cosa per un attimo lo disturbò, e si chiese se a quelle ragazze piacessero davvero certe attenzioni, o se dietro i loro sorrisi accomodanti non ci fosse in realtà il medesimo schifo che provava lui stesso solo a guardare.
E se Rose avesse finto anche con me? Si chiese preoccupato, Se anche io le avessi fatto schifo infondo? Se le avessi solo fatto del male senza neanche rendermene conto?

Il pensiero di aver avuto una pessima idea nel tornare lì si presentò prepotentemente nel suo cervello. Chi diceva, d'altronde, che lui fosse diverso da quella gente? Anche lui aveva fissato con desiderio quelle stesse ragazze che ballavano sul palco, anche lui era stato in un letto con una di loro, come poteva averlo fatto qualunque altro uomo in quella sala.

«Forse non è troppo tardi per andarsene...» Si disse tra sé e sé, facendo per voltarsi nuovamente verso la porta d'ingresso.
«Joe? Ehi, Joe, cazzo sei tu!» All'improvviso una voce bloccò ogni suo movimento, facendolo sussultare.
Il moro cercò con lo sguardo da dove provenisse e si rese conto della presenza di uno degli uomini che gli sventolava la mano dal suo tavolo.

Joe assottigliò gli occhi per inquadrarlo meglio, riconoscendolo come uno dei ragazzi che Seth aveva invitato alla sua festa quella sera, quello delle domande idiote.
Com'è che si chiamava? Christian, Cristoff
«Joe, sono Christopher, ti ricordi di me? Ci siamo conosciuti alla tua festa di compleanno.» Fu lui stesso a rinfrescargli la memoria, sorridendogli in maniera tanto forzata da fargli stringere i denti. C'erano un paio di suoi amici al suo tavolo, ma Joe si ricordò a malapena dei loro volti.

Aveva decisamente scelto il giorno sbagliato per venire lì.
Quindi forzò anche lui un sorriso di circostanza e fece loro un cenno col capo.
«Vieni al nostro tavolo, amico! Più siamo più ci si diverte.» Disse Chris, invitandolo.
Te lo scordi, pensò scocciato. L'ultima cosa che Joe voleva era stare in mezzo a quei ragazzi, ma rifiutare l'avrebbe fatto sentire ancora più fuori luogo. Si guardò intorno per un po', indeciso.
«Uhm...io so se è il caso—»
«Avanti, Joe! Non farti pregare.» Insistette il ragazzo.
Allora Joe fece un respiro profondo e si costrinse ad ingoiare un bel po' di merda che gli stava risalendo per la gola, avvicinandosi riluttante al loro tavolo.

Si accomodò su una delle sedie libere e percorse ad uno ad uno i visi dei tre ragazzi di fronte a lui. Era insolito vedere delle facce giovani in mezzo a tutti quei uomini maturi, che potevano fantasticare sulle "cameriere" soltanto con la divisa addosso. La sera del suo compleanno il locale era pieno di suoi coetanei, probabilmente single e molto più liberi di divertirsi senza vergogna.

Quel Sapore Di RosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora